Un parterre delle grandi occasioni in pole position Isabella Rossellini, Renzo Arbore, Ornella Vanoni, accanto a nomi molto amati dal pubblico napoletano quali Patrizio Rispo e Mario Porfito, ha applaudito l'anteprima nazionale di “Così parlò Bellavista”, l'ambizioso progetto teatrale tratto dall'omonimo film di Luciano De Crescenzo andata in scena sul palcoscenico del prestigioso Teatro San Carlo di Napoli, ieri sera, 26 settembre. Lo spettacolo, prodotto dalla Best Live e dalla società Gitiesse Artisti Riuniti e il Teatro Quirino Alessandro Gassman di Roma, ha visto in primis, come autorevole protagonista, il maestro Geppy Gleijeses, autentico “cavallo di razza” delle scene, uomo erudito ma da sempre votato, in maniera convinta e passional, e alla recitazione, nella plurima veste di sceneggiatore, regista e interprete principale nel ruolo del mitico del “Prof. Bellavista”.
«Quando Siani venne a propormi il progetto Così parlò Bellavista - ha detto Gleijeses - ero totalmente impegnato tra Pirandello con “Il piacere dell'onestà” e “Filumena Marturano” di Eduardo; in un primo momento rifiutai la proposta, seppure allettante, ma col tempo ho dovuto di buon grado accettare grazie alle insistenze di Siani, grande show man, attore e regista ma anche eccellente promotore culturale. L'adattamento teatrale dell'opera non è uno sbobinamento letterale dell'omonimo film, ma trae molti spunti anche dalle pagine del romanzo. ».
Accanto a Gleijeses, sul palcoscenico, la bravissima Marisa Laurito nella veste della signora Maria, la moglie di Bellavista, la quale ha dichiarato:«Sono legata a De Crescenzo da anni, grazie ad un profondo sentimento di amicizia; Senza peccare di presunzione direi di essere la sua amica preferita, anche se questo primato lo contendiamo, Arbore ed io, ogni volta che lo andiamo a trovare, gli chiediamo chi tra i due sta al primo posto come amico.»
«Sono felice di interpretare Maria Bellavista, – continua Marisa Laurito - per me rappresenta anche un modo per celebrare la grandezza di un amico come Luciano, ingegnere, ma votato alla scienza umanista che ha sempre cercato di divulgare i canoni della filosofia greca in tutti i ceti sociali, anche in quelli meno abbienti. De Crescenzo è sempre stato al pari del pensiero di altri grandi uomini di cultura come Camilleri che diceva che “La Cultura deve appartenere a tutti” e Pablo Neruda che scriveva poesie per poi attaccarle alle grate delle fabbriche.».
Molto apprezzate le performance degli altri componenti della Compagnia, quali Benedetto Casillo, che ricopre lo stesso personaggio dell’omonimo film, Salvatore il vice sostituto portiere, Salvatore Misticone, esilarante nella scena del “cavalluccio”, Nunzia Schiano, la mitica Rachelina, signora banco lotto, mirabile nella scena in cui “dialoga” con la lavatrice che si rifiuta di funzionare, Elisabetta Mirra, nei panni della “capricciosa di casa Bellavista”, ovvero la giovane e unica figlia Patrizia. Applaudita anche Ester Gatta per l’interpretazione del ruolo della signora borghese che deve prendere un taxi per andare di corsa al porto e salire sull’aliscafo per Capri e per una mimica spiccata che evidenzia nella veste di Donna Amalia, intenta a confezionare le bottiglie di passato di pomodoro con i coniugi Bellavista.
«Sono tornato al Teatro San Carlo dopo lo spettacolo di Maradona che ho promosso e curato come Best Live, - ha detto Alessandro Siani. Il mio intento, come direttore artistico di una società di produzione, è quello di inscenare una serie di spettacoli che mettano in luce il DNA comico di noi napoletani.
Ecco perché, quando Benedetto Casillo è venuto da me, per propormi l'adattamento teatrale di un film che è stato un cult degli anni ‘80, ho subito accettato con vivo entusiasmo; a tal fine ho individuato il maestro Gleijeses come deus ex machina, come chi avrebbe abbracciato e realizzato con successo il progetto. Gleijeses a mio avviso è un vero fuoriclasse, lo considero il “Maradona del teatro”.»
«Napoli in questo momento storico vive di grande notorietà, - ha continuato Siani, poiché è set ideale di tanti prodotti audiovisivi, ma spesso noi cittadini ci dimentichiamo chi siamo, da dove proveniamo, quali sono le nostre origini. “Così parlò Bellavista” è un'opera non solo comica per tutti quelli della mia generazione, ma offre uno spaccato reale dei fermenti e dei costumi della nostra società.»
Molto curata anche la scenografia realizzata da Roberto Crea, mentre le musiche sono state curate da Claudio Mattone.