Jules & Romèo. Al Piccolo Bellini di Napoli un grande amore che apre una discussione importante. Recensione

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Jules & Romèo. Al Piccolo Bellini di Napoli un grande amore che apre una discussione importante. Recensione

La Stagione Danza 2019/2020 del Teatro Piccolo Bellini si apre con lo spettacolo Jules & Romèo nato dalla collaborazione tra due ballerini dell’Opera di Parigi Jean Sèbastien Colau e Grègory Gaillard, un compositore di musica elettronica Stèphane Jounot e il regista Bèrengere Prèvost.

In questo balletto neoclassico, liberamente tratto dalla celeberrima tragedia Romeo e Giulietta di William Shakespeare, la scenografia si alterna alle immagini e ai filmati di Francesca Tortorelli, Giuliana Tarallo, Nicole Gaudio e Ludovica Sciannamblo.

La vicenda è stata rielaborata in chiave contemporanea trasformandola in una metafora dell’amore universale e intende suscitare nello spettatore la riflessione circa le unioni civili tra persone dello stesso sesso.

La storia racconta di Paris (Valeria Iacomino), una talentuosa fotografa che ama, ricambiata, Jules (Vincenzo Veneruso). Durante un vernissage dell’esposizione fotografica di Paris, Jules incontra Romèo (Tommaso Palladino). Il colpo di fulmine tra i due è immediato e il Destino (Angelo Egarese) giocherà un ruolo fondamentale quando Thibalt (Nastassia Avolio), sorella di Jules, scopre la relazione tra i due amanti. Lo scandalo esplode e l’intera vicenda seguirà la sua trama tessuta questa volta con odio omofobo.

In una recente intervista rilasciata a Claudio Finelli di Gaynews, alla domanda da dove nascesse l’idea e l’esigenza di rivisitare il capolavoro di Shakespeare in chiave omosessuale, Jean Sèbastien Colau ha detto:«L’ idea mi venne nel 2012 , quando ho interpretato il ruolo di Romeo nella versione classica e tradizionale a Singapore. Durante questa tournèe dovevo organizzare uno spettacolo per il mio ritorno in Francia e ballare con il mio migliore amico Gregory Gaillard e vivere un’ esperienza diversa in scena. Una delle più belle storie d’amore di tutti i tempi è quella di Giulietta e del suo Romeo. La rivalità tra le loro famiglie mi ha fatto pensare alla battaglia che noi omosessuali stiamo combattendo contro l’ignoranza. Non sono stato mosso dal bisogno di rivisitare l’opera del Bardo, ma dal bisogno di mostrare che il genere non è importante e che la passione vissuta da questi due adolescenti sarebbe stata forte, tragica e toccante anche se fosse stata vissuta da due persone dello stesso sesso”.

                              

Prima di arrivare in Italia, lo spettacolo ha avuto una sua messinscena a Parigi, ma il regista e coreografo Jean Sèbastien Colau ha fortemente voluto ballerini classici campani che non lo hanno deluso. I danzatori provengono, infatti, dal corpo di ballo del Teatro San Carlo che vanta una delle scuole di balletto classico tra le più prestigiose.

I danzatori hanno eseguito magistralmente le coreografie proposte che in alcuni movimenti innovativi, richiedevano un grande sforzo fisico e una preparazione atletica non indifferente.

Una forte espressività si è notata, soprattutto, durante le interazioni tra i ballerini e, in particolare tra Jules e Romèo, movimenti agili e una chimica reattiva che si è rivelata l'abbinamento perfetto e convincente tra i due amanti. Una teoria avanzata da Oscar Wilde, tra gli altri, afferma che Shakespeare scrisse il ruolo di Giulietta per un uomo, un giovane attore di cui era innamorato e che questa era la sua lettera d'amore per questo attore.

Potente ed evocativa la scena “della mela” con evidenti richiami alla Genesi, ambientata nella “selva oscura” del peccato.

Il personaggio di Thibalt (Tebaldo), interpretato questa volta da una donna dai folti e scomposti capelli neri e dalle labbra di un rosso fuoco, Nastassia Avolio che ha ben espresso il pregiudizio e l’ostilità nei confronti di un Amore osteggiato e sofferto, condannato e vilipeso.

Per tutta la durata dello spettacolo si è respirata un’intensa tensione drammatica sottolineata dalla famosissima “danza dei cavalieri”, di Sergej Prokofiev. Una storia familiare abbinata a una colonna sonora straordinariamente bella, una produzione evocativa e una coreografia avvincente creano un inizio strabiliante nella stagione del balletto del Bellini.

Una menzione particolare va a Mercuzio (Danilo Di Leo) e alle allieve del Centro Arte Danza Asd di Maria Luigia Esposito e Daniela Izzo: Ilaria e Rebecca Codisposti, Sabrina Della Bella ed Emanuela Sorrentino.

Il pubblico ha risposto con calorosissimo entusiasmo allo spettacolo, premiando generosamente tutti gli artisti e apre una discussione su giovani gay in alcuni Paesi del mondo dove, ancora oggi, vengono banditi, torturati, maltrattati, cacciati dalle loro famiglie, rinnegati, solo perché omosessuali.

Si replica stasera, 6 novembre alle ore 21,15.