Angelo Sanzio: da bambino monello all'angelo perfetto - Intervista

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Angelo Sanzio: da bambino monello all'angelo perfetto - Intervista

Angelo Sanzio, 29enne, originario di Civitavecchia, conosciuto inizialmente in numerosi salotti televisivi dove ha raccontato la sua passione per la chirurgia estetica, è arrivato al successo all'interno della casa del Grande Fratello dove i telespettatori hanno imparato ad andare oltre l'aspetto fisico e scoprire l'animo di un ragazzo sensibile, pieno di valori e, soprattutto, dotato di grande intelligenza.
Questo per lui è un momento pieno di lavoro e nuovi progetti, ma siamo riusciti ugualmente a scambiare una piacevole chiacchierata.
Settembre è il mese degli inizi dei buoni propositi. Anche tu, hai prefissato degli obiettivi?
«Esattamente, il mese di settembre e, in particolare l'autunno, sono un momento davvero singolare per tutti noi. Ci si ferma a pensare intensamente e, tutto a un tratto, si nasce all'improvviso come un’aurora. 
Hai un ricordo in particolare legato alla tua infanzia che porti nel cuore? Che bambino sei stato?
«Certamente, sono tante le immagini che sono impresse nel mio cuore che appartengono all'infanzia. Ero un bambino monello, quello che comunemente si chiama "peste"; vivace quanto basta, in casa ero tutto pepe, ma quando andavo a casa di amici di famiglia, diventavo un “Angelo”, di nome e di fatto, perché sapevo che non dovevo mettere a disagio i miei genitori. Il pensiero che più mi commuove è legato a nonno Gaetano, il papà di mia mamma. Lui era speciale, un lupo di mare e con lui mi sentivo invincibile. Era lui che ogni mattina mi metteva il grembiule azzurro e con la lambretta mi portava a scuola.» 

      
Il periodo dell'adolescenza insegna e in molti casi segna. Come hai vissuto questo periodo?
«Ho avuto modo di raccontare al Grande Fratello in uno dei primi confessionali, l’infanzia e l’adolescenza che non sono stati per me un facile periodo. Ero sempre additato dai miei compagni per il solo fatto di fare danza, in quest’arte loro avevano intuito una mia diversità, e questo mio “essere diverso” me l’hanno fatto pagare fino all'ultimo. Tutto ciò, mi ha reso però forte e coraggioso e ho deciso così di intraprendere un’avventura e di regalarmi una possibilità.»
Quale avventura?
«Nel 2005 partii per un meraviglioso viaggio in terra Santa, alla scoperta della culla del Cristianesimo. E tra quelle rovine seppi dei Maestri essenziali, coloro che, con arte e intuizione, riescono a creare dei ritratti olfattivi per i numerosi turisti che sono alla ricerca di qualcosa di molto intimo. Quei profumi, quelle emozioni, mi segnarono l'anima a tal punto da volerli far miei e fu proprio lì che decisi di approfondire l'arte profumiera. I profumi raccontano moltissimo di noi, del più profondo nostro io. L'impatto risiede nell'ipotalamo e, quando annusiamo un odore, andiamo a mettere in contatto la parte più antica del nostro cervello. Questo gesto non è mediato dal cervello ed ecco che ci ritroviamo a scegliere un odore in un modo quasi primitivo e ci lasciamo condurre dall’istinto. L'olfatto ci accompagna dal primo all'ultimo giorno della nostra esistenza: il bambino riconosce la mamma dall'odore che lei emana e l’ultimo messaggio che noi lascia del nostro passaggio su questa terra è olfattivo, con la degenerazione delle nostre particelle. Dobbiamo, quindi, spalancare queste narici e respirare a polmoni pieni e vivere con passione. Dai, ti svelo un mio piccolo segreto: non vado mai a riposare se prima non vaporizzo sui polsi una magnifica nota di Ambra e Tuberosa che ho creato per me.»
Quanto racconta di una persona l'odore?
«Tutto.»
Come ti descriveresti associandoti a dei profumi?
«Un “naso”, così si chiamano i creatori dei profumi, con una grande voglia di raccontare.»

         
La chirurgia estetica può essere associata a una ricerca, più che della bellezza esteriore di quella interiore, magari per esprimere uno stato d'animo, un messaggio?
«In molti associano la mia persona alla chirurgia estetica ed effettivamente è così, essendo stato coronato dalla televisione come il Ken Italiano. Questo percorso di perfezionamento del mio volto, è dettato dalla voglia di far emergere l’armonia che, in un certo qual modo, mi appartiene e che porto dentro di me da chissà quanto tempo. Sono innamorato dei corpi a tutto tondo di Michelangelo, come pure dall'aspetto gentile di alcune figure di Botticelli. Mi piace possedere, abitare e trasmettere il bello.»
Sei stato uno dei personaggi più amati dell'ultima edizione del Grande Fratello. Perché hai deciso di partecipare?
«Ho scelto di partecipare al Grande Fratello per dimostrare anche a me stesso che Angelo non è solo zigomi. É stata un’esperienza che non dimenticherò mai, estremamente formativa e di grande spessore. Mi manca quella piccola casetta che campeggia sulle colline di Cinecittà, mi mancano i bei momenti trascorsi con i compagni di gioco.»
Sei molto seguito sui social e spesso questo può anche portare a una grande responsabilità, essendo preso da esempio da molti giovanissimi. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere e i consigli che dai più spesso ai tuoi fan?
«Quello che dico sempre a loro è che devono vivere la loro vita e mai quella degli altri. Siamo tutti delle creature straordinarie e dobbiamo volerci bene per come siamo e poi... sempre migliorarci. Come? Attraverso lo studio e gli incontri che ogni giorno facciamo che non sono mai puramente casuali.».