«Le nostre diversità sono la nostra forza». Intervista ai Mimica

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Barriera Relativa è il disco d'esordio della band valtellinese Mimica, che racchiude momenti della realtà di tutti giorni sia emotiva sia razionale, con l’energia fondamentale per affrontare le situazioni con il giusto piglio. I testi semplici ma introspettivi, lasciano una certa libertà d’interpretazione a chi li ascolta.
I Mimica sono Marco Onetti, voce e chitarra, Nicola Mentasti, chitarra, Paolo Biavaschi, basso e Gianluca Rabbiosi alla batteria e l’influenza di ognuno di loro si palesa nella loro musica: un rock alternativo italiano senza essere circoscritto a un genere specifico. L'EP è stato anticipato dal singolo Incubo in collaborazione con Guzman, giovane e talentuoso rapper italiano.
La vostra band si è formata man mano aggiungendo altri componenti fino ad arrivare all'attuale formazione. Come avete capito che questa era la squadra giusta?
«Non è stata tanto una scelta, quanto un percorso. L'unica fermezza è stata quella di affrontare la strada di fronte con tanto entusiasmo. Questo ci ha portato a trovare sul nostro tragitto persone con la stessa energia positiva come Gianluca, Paolo e lo stesso Guzman con cui abbiamo collaborato».

                              
Quattro componenti implica quattro teste da mettere insieme, come riuscite a trovare un accordo?
«Non sempre è facile. Anzi, le nostre teste non sono solo quattro, sono anche completamente diverse. Così come lo sono i nostri caratteri e le nostre attitudini. Ciò che conta, però, è che perseguiamo un fine comune,  quello di fare musica e divertirci insieme e da questo scambio reciproco di contrasti e punti di vista ne esce sempre qualcosa di nuovo che nessuno dei quattro avrebbe potuto ideare da solo. Questa è la forza dei Mimica».
È uscito il vostro primo album "Barriera Relativa", ci raccontate questo progetto?
«Barriera Relativa è un assaggio. Si tratta del nostro primo lavoro in quattro, dove sono confluite tutte le nostre influenze e attitudini in modo spontaneo e naturale senza troppi artefizi. Un lato più grezzo dei Mimica che voleva raccontare diverse forme e punti di vista. Il titolo è stato scelto per rappresentare il mondo in cui viviamo oggi, dove ciascuno è chiamato quotidianamente a superare le proprie sfide».
L'album è stato anticipato dal singolo "Incubo" perché avete scelto proprio questo pezzo?
«All'interno di Barriera Relativa, sono presenti cinque brani che raccontano storie diverse e hanno a loro volta colori e atmosfere completamente differenti tra loro. Sceglierne uno come biglietto da visita, avrebbe significato pregiudicare gli altri. Incubo, invece, è un brano completo che racchiude un po' tutte le nostre sfaccettature, inoltre, è il brano in cui abbiamo collaborato con un grande artista e ci sembrava giusto metterlo in primo piano».


In "incubo", infatti, c'è un featuring con Guzman. Come nasce questa collaborazione?
«Nasce da una serie di circostanze. In fase compositiva eravamo alla ricerca di uno shock, qualcosa che uscisse dagli schemi dei Mimica. In parallelo stavamo considerando la difficoltà di emergere per una rock band del 2020. L'idea è stata quella di coinvolgere un altro artista per unire le forze e creare qualcosa che avesse più risonanza e aumentasse anche l'interesse collettivo. Abbiamo contattato questo nostro amico, che nel frattempo aveva appena pubblicato il suo album da solista e gli abbiamo proposto di venire in sala prove a improvvisare qualcosa sulla nostra base musicale. Ne è uscito subito qualcosa di magico e lì abbiamo capito che stavamo percorrendo la strada giusta».
Voi avete fatto tanta gavetta prima di arrivare a realizzare un progetto tutto vostro. Guardando indietro cosa direste ai Mimica ai tempi degli esordi?
«Guardando i Mimica degli esordi diremmo che la passione per la musica, i sacrifici, il tempo dedicato ha dato i loro frutti! Grazie all’intento comune di porsi obiettivi nuovi e mantenendo uno stile nella composizione del tutto personale e originale siamo arrivati a oggi, con il disco d’esordio appena pubblicato e tantissima voglia di suonare».