"La Tarantina" L’ultimo Femminièllo dei Quartieri Spagnoli al Teatro Nuovo di Napoli - Video Intervista

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Dal 20 al 21 ottobre 2018, al Teatro Nuovo di Napoli l’autore e regista Fortunato Calvino ci conduce nel mondo de La Tarantina L’ultimo Femminièllo dei Quartieri Spagnoli, con La Tarantina (Carmelo Cosma), e con Luigi Credendino, Roberto Maiello e Antonio Clemente. Una piéce-testimonianza  della sua storia, della sua vita e di quanto questa, alle volte, possa esser stata crudele.
Scene Paolo Foti, Costumi La Rossa, Disegno Luci Renato Esposito.
Spettacolo tratto dal film-documento “La Tarantina, Genere Femm(è)nell”, presentato nei festival: Divine Queer Film Festival (2015), Festival TGLFF di Torino (2016), Palazzo delle Arti di Napoli (2016), Trieste Film Festival (2017), Free Bird: The INTL Gender Freedom Film Fest di New York (2017) e al FVG Pride di Udine (2017)
La Tarantina, di origini pugliesi e d’adozione napoletana, racconta del suo arrivo a Napoli subito dopo la guerra, in quella vecchia città, vista con gli occhi di un ragazzino ancora minorenne. Il suo avvio alla prostituzione ancor prima della maggiore età, la persecuzione della polizia e la partenza per Roma, dove visse la sua personale e trasgressiva dolcevita, conoscendo nomi come Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Laura Betti, Goffredo Parise e Novella Parigini, la pittrice famosa per le sue donne con gli occhi di gatto, che la ebbe più volte come modella.
Il Professor Paolo Valerio, docente ordinario di Psicologia Clinica presso l’Università degli Studi di Napoli – Federico II, che da anni si occupa di ricerca nell’area di Identità di Genere, descrive così il mondo dei Femminèlli: “… Vivono nei Quartieri Spagnoli nei loro bassi e si confondono con gli altri abitanti della zona, con i quali vivono in armonia e con cui condividono la difficoltà a trovare un lavoro. In questo contesto, quindi, poco importa come ci si guadagna da vivere, purché si sia generosi con chi sta intorno. Tutti i personaggi appaiono ben integrati nel contesto sociale circostante. Appaiono e si sentono come “star” del quartiere. Non bisogna dimenticare che la tradizione popolare vuole che i femminielli portino fortuna, e come tali siano delegati a distribuire parte di questa peculiare facoltà agli altri nelle riffe, nei giochi o in momenti importanti della vita delle persone, quali matrimoni o battesimi. Di questo lavoro ideato da Fortunato Calvino, e fortemente voluto anche da me, resterà una traccia indelebile, a cui potranno fare riferimento in futuro ricercatori che vorranno conoscere meglio i protagonisti di questo mondo…”.