"Ditegli sempre di sì” al Diana di Napoli fino al 24 novembre con Carolina Rosi e Gianfelice Imparato. Recensione

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"Ditegli sempre di sì” al Diana di Napoli fino al 24 novembre con Carolina Rosi e Gianfelice Imparato. Recensione

Il Teatro Diana di Napoli, ospita fino al 24 novembre Ditegli sempre di sì di Eduardo De Filippo con: Carolina Rosi, Gianfelice Imparato, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo, Edoardo Sorgente, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Paola Fulciniti, Viola Forestiero, Vincenzo D’Amato, Gianni Cannavacciuolo, Boris De Paola per la regia di Roberto Andò alla sua prima esperienza eduardiana.

Lo spettacolo è prodotto da Elledieffe- La Compagnia di teatro di Luca de Filippo oggi diretta da Carolina Rosi, in coproduzione con la Fondazione Teatro della Toscana.

La commedia fu scritta nel 1927 da un giovane Eduardo. Contenuta nella raccolta intitolata Cantata dei giorni pari, fu rappresentata per la prima volta l’anno successivo da Vincenzo Scarpetta presso il Teatro Manzoni di Roma. Ripresa agli inizi degli anni ’30 per la Compagnia del Teatro Umoristico ”I De Filippo”, narra le vicende di Michele Murri (Gianfelice Imparato) che, erroneamente dimesso come “guarito” dal manicomio, ritorna a casa, ospite della sorella Teresa (Carolina Rosi) che è la sola a conoscere i suoi trascorsi di pazzia. Egli inizia con una lucidità puntuale a sperimentare e stravolgere gli effetti della cosiddetta normalità.

La donna ha fittato una stanza a un certo Luigi Strada (Edoardo Sorgente), un giovanotto squattrinato che crede di poter diventare un grande attore drammatico. Quasi subito viene considerato da Michele il vero pazzo perché declama poesie strampalate e i suoi atteggiamenti sono sopra le righe.

Una serie di equivoci e di situazioni paradossali costringeranno Teresa a rivelare la malattia di Michele che sarà nuovamente internato in manicomio. Agli spettatori rimarranno interrogativi assillanti: chi è il vero pazzo? Qual è la vera realtà? Qual è il confine tra normalità e pazzia?

La commedia ha dei toni farseschi che sono ben sottolineati dalla regia e dagli interpreti, ma suggerisce nel contempo profonde riflessioni sul labile confine tra salute e malattia mentale, un tema molto attuale in quei primi decenni del ‘900 per la nascita della psicoanalisi ad opera di Sigmund Freud e caro anche a Luigi Pirandello, amico di Eduardo, per la dolorosa esperienza familiare. (Sua moglie Antonietta Portulano era affetta da delirio paranoide che la rendeva pericolosa per sè e per gli altri).

Il regista Roberto Andò spiega:«É con grande emozione che mi accosto alla regia di un testo di Eduardo, raddoppiata dall’onore di dirigere la Compagnia intestata a un grande amico e straordinario interprete: Luca De Filippo. Ditegli sempre di sì è una commedia in bilico tra la pochade e un vago pirandellismo, un congegno bizzarro in cui Eduardo si applica a variare il tema della normalità e della follia consegnando al protagonista i tratti araldici della sua magistrale leggerezza… Il luogo dove siamo convocati è il tipico interno piccolo-borghese di Eduardo, il salottino e subito diviene lo specchio scheggiato della follia del protagonista, l’antro in cui la sua mente può elaborare, manipolare e distorcere i ragionamenti e i sofismi di chi gli viene a tiro ,scardinandone la fragilità e la vanità». E ancora:«Il tema della pazzia ha sempre offerto spunti comici o farseschi ,ma di solito è giocato a rovescio con un sano che si finge pazzo. Invece, in Ditegli sempre di sì, il protagonista è realmente pazzo da cui il dolore ed il senso di minaccia che pervadono l’opera».

Michele Murri è un malato di mente atipico, particolare. Apparentemente sembra sano ma la sua follia risiede nel voler necessariamente mettere ordine tra le cose e piegare le situazioni al suo volere (far riappacificare i fratelli Vincenzo ed Attilio Gallucci - Nicola Di Pinto - Gianni Cannavacciuolo che non si frequentano da tempo oppure far sposare Teresa con il suo padrone di casa Don Giovanni Altamura-Massimo De Matteo).

Il linguaggio per lui non deve essere approssimativo ( Ettore –Andrea Cioffi Mi sono servito dei depositi dei miei clienti. Michele-Gianfelice Imparato Ma scusa, eh, i soldi erano tuoi? Ettore No… Michele E allora li hai rubati. C’è la parola perché non la dobbiamo usare?”.

La sua follia è sottile e consiste nel confondere i suoi desideri con la realtà, nel prendere tutto alla lettera e nel puntualizzare su ogni cosa che gli viene detta con una precisione maniacale.

Michele pensa erroneamente di comprendere la realtà nella quale vive ma questa gli si ritorce contro manifestando le sue contraddizioni irrisolte e i suoi fraintendimenti.

Gianfelice Imparato ci restituisce un Michele Murri fortemente credibile nelle sue manie, nei suoi tic e nei suoi ragionamenti che “non fanno una piega”, attraverso una buona mimica senza sbavature o effetti caricaturali. L’efficace interpretazione di Carolina Rosa rende il personaggio di Teresa una donna con un equilibrio in bilico, costretta dalle circostanze ad ammettere la pazzia del fratello. Edoardo Sorgente è bravissimo nel ruolo di Luigi Strada ed è la vera rivelazione di questo allestimento. Egli conquista da subito le simpatie del pubblico in sala che sfociano in applausi a scena aperta durante la declamazione della poesia Ora mistica. Sapientemente istruito da una regia attenta, gesti ed intonazione appaiono naturali e spontanei. Nicola Di Pinto e Massimo De Matteo sono perfetti nei ruoli rispettivamente di Vincenzo Gallucci e Giovanni Altamura. La loro esperienza teatrale risalta dalle prime battute. Bene anche gli altri attori della Compagnia in forte sintonia tra loro per il rispetto dei tempi scenici e la caratterizzazione dei personaggi.

Le scene e le luci sono di Gianni Carluccio e i costumi di Francesca Livia Sartori.

Un’ultima annotazione che potrebbe anche fungere da premessa.

Quando si assiste alla rappresentazione di una commedia recitata da Eduardo e addirittura registrata dallo stesso per la TV nel lontano 1962, essendo legati alla sua interpretazione e a quella dei suoi attori siamo spinti a fare paragoni . Diciamolo una volta per tutte: i paragoni sono improponibili e sterili perché ogni regista e attore interpreta i testi secondo la sua sensibilità e i grandi classici del teatro, come è tutta l’opera di Eduardo, si prestano a molteplici chiavi di lettura e a una divulgazione anche oltre i confini nazionali.

A questo proposito vi proponiamo la lettura di un saggio sul teatro di Eduardo scritto da Anna Barsotti, docente all’Università di Pisa dal titolo Eduardo Ed. Einaudi 2003

 

Lo spettacolo sarà portato nelle seguenti città e teatri:

26 novembre Santa Maria Capua Vetere (CE) Teatro Garibaldi

06 dicembre Gaeta (LT) Teatro Ariston

08 dicembre Viterbo Teatro dell’Unione

10 dicembre Eboli (SA) Teatro Italia

11 dicembre Pomigliano d’Arco (NA) Teatro Gloria

14 dicembre Catanzaro Teatro Politeama

dal 27 dicembre al 5 gennaio Firenze Teatro Della Pergola

dall’8 al 19 gennaio Roma Teatro Ambra Jovinelli

dal 23 al 26 gennaio Modena Teatro Storchi

13 febbraio Capua (CE) Teatro Ricciardi

dal 14 al 16 febbraio Caserta Teatro Comunale

19 febbraio Arzignano (VI) Teatro Mattarello

dal 21 al 22 febbraio Correggio (RE) teatro Asioli

23 febbraio Pontedera (PI) Teatro Era

25 febbraio Villadossola (VB) Teatro La Fabbrica Centro Cultura

26 febbraio Oleggio(NO) Teatro Civico

27 febbraio Nizza Monferrato (AT) Teatro Sociale

28 e 29 febbraio Casale Monferrato (AL) Teatro Municipale

1° marzo Cuneo Teatro Toselli

7 e 8 marzo Carrara Teatro Sala Garibaldi

10 marzo Stradella (PV) Teatro Sociale

dall’11 al 15 marzo Genova Teatro Della Corte

dal 18 marzo al 5 aprile Milano Piccolo Teatro Streheler

dal 17 al 19 aprile Monza Teatro Manzoni

dal 21 al 22 aprile Parma Teatro Due-Spazio grande

23 e 24 aprile Locarno (Svizzera) Teatro di Locarno

Info e prenotazioni 081 5567527

Vendita diretta on line www.teatrodiana.it