Alberto Cotta Ramusino aka "Tananai". Intervista

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Tananai, lo chiamava così suo nonno, è Alberto Cotta Ramusino. La voce bassa e melodica scorre su una produzione ricercata che emerge nei singoli rilasciati ad inizio 2019: "Volersi Male" e "Ichnusa", con entrambi i brani ha ottenuto la copertina "Scuola Indie" di Spotify. Tananai, che ha recentemente pubblicato il suo ultimo inedito "Bear Grylls", ci ha presentato i suoi brani e si è raccontato alle nostre pagine.

"Bear Grylls" è una canzone che racconta il dolore della fine di un amore. Perchè questo titolo, vuole essere un modo per dire che anche dalle situazioni più difficili se ne può uscire indenni magari anche con l'aiuto di qualcuno nelle scelte da prendere come accade nella serie interattiva " Scuola di sopravvivenza" in onda ora su Netflix?

«Guarda, mi piace la spiegazione che hai dato. ma in realtà non parla della fine di un amore, anzi. L’ho scritta perchè ero in casa ad annoiarmi, mentre la ragazza con cui avrei davvero voluto stare era partita per un viaggio, per questo dico “torna a casa”, il riferimento a Bear Grylls consiste proprio nel paragonarmi a una persona costretta a sopravvivere alla noia di stare da solo quando non vorrebbe».

Bear Grylls è accompagnata da un video nel quale tu sei indifferente a tutto quanto ti circonda. Hai dato tu qualche suggerimento per la realizzazione dei video?

«Guarda, il grosso del merito è da attribuire a Olmo Parenti e Marco Zannoni, i miei amici che, finora, hanno girato tutti i miei videoclip, però sì, ogni volta che ci sediamo per parlare di come vorremmo fare un nuovo video, facciamo un brainstorming collettivo, di modo che tutti quanti possiamo essere soddisfatti dell’idea principale, che molte volte viene arricchita e sviluppata anche in corso d’opera. Penso che sia fondamentale circondarsi di persone di cui non solo ti fidi dal punto di vista artistico, ma con cui ti trovi bene soprattutto umanamente. Non credo sarebbero venuti fuori i video che abbiamo fatto, se non ci fossimo divertiti mentre li giravamo».

Con Volersi male e Ichnusa invece cosa vuoi comunicarci e a cosa ti sei ispirato per la scrittura di queste canzoni?

«“Volersi male” è nata in seguito a dei ricordi che sono riaffiorati alla mente grazie a un particolare profumo, credo che la memoria olfattiva sia la più infame perchè ti tira fuori dei ricordi che, magari, non vorresti ricordare in quel particolare momento, e la canzone è una sorta di invito a fare pace con se stessi e i propri errori. Nel caso di “Ichnusa”, invece ,racconto un pò di me e delle scuse che mi invento (come avere il frigo vuoto, per esempio), pur di non mettere da parte l’orgoglio e fare il primo passo verso una riappacificazione».

Nel video di Volersi male sei sempre in un carello della spesa, nella doccia, al bar, per strada, in aeroporto e in metropolitana. Perchè questa scelta, qual è il motivo?

«Il carrello della spesa rappresenta semplicemente la propria comfort zone, che ci accompagna quotidianamente ovunque andiamo e che ci fa paradossalmente stare scomodi, atrofizzati».

Dicevamo di Bear Grylls poi Volersi male e poi in Ichnusa canti che "non mi parli da mesi perchè ti sei offesa ti chiedo anche scusa". Queste canzoni sono tre sfaccettature di una stessa storia o sono storie diverse che hanno in comune il rapporto tra due persone?

«Sono storie diverse che parlano di situazioni che credo siano capitate a ognuno di noi, almeno una volta nella vita». 

Quali artisti italiani e stranieri hanno ispirato la tua crescita musicale?

«I Linkin Park».

Quali sono i tuoi progetti futuri e a quali stai lavorando adesso?

«Al momento, voglio solo fare altre canzoni. Nel mio futuro spero ci sarà un tour bello lungo, voglio visitare più posti possibili e conoscere un sacco di gente tramite la mia musica».

Mi piace abbinare la musica alla cucina e, quindi, ti chiedo, se tu fossi un piatto che piatto saresti e perchè?

«Mmmhh, probabilmente una cotoletta, perchè mi piace un sacco, sembra facile da preparare, ma riconosceresti subito una cotoletta fatta con amore da una fatta tanto per, proprio per la sua semplicità. E poi perchè sono milanese dai».