Sarah Jane Morris & Solis String Quartet una miscela esplosiva a Pompei. Recensione

- di

Sarah Jane Morris & Solis String Quartet una miscela esplosiva a Pompei. Recensione

Sarah Jane Morris & Solis String Quartet hanno chiuso l’XI edizione del Pompei Inn... Jazz promosso dall’associazione Musicology e patrocinata dal Comune di Pompei. 
Ad aprire il concerto la Michele Di Martino 5Tet feat. Jerry Popolo, con Michele Di Martino al piano, Jerry Popolo al sax tenore, Giuseppe Dilengite alla tromba, Gianpiero De Honestis al basso e Luigi Del Prete alla batteria poi Sarah Jane Morris è salita sul palco determinata a intrattenere con padronanza e maestria il pubblico e ci è riuscita, assistita dai suoi fidati amici, l’eclettico quartetto d’archi, i Solis String Quartet, costituito da Vincenzo Di Donna (violino), Luigi De Maio (violino), Gerardo Morrone (viola) e Antonio Di Francia (violoncello, chitarra e arrangiamenti).
Meravigliosa, unica e straordinaria sono aggettivi molto usati nella musica e nell’arte in generale, ma ascoltare Sarah Jane fin dalle prime note di Lucy in the Sky With Diamonds, viene facile descriverla con questi termini, unica nella sua voce ricca di talento, una donna dal grande cuore e dall’anima sensibile e attenta. Nonostante il padre sia nato a Liverpool non ha mai seguito e amato i Beatles, fino all’incontro, oramai decennale, con i Solis String Quartet da cui è nato, ad ottobre scorso, All You Need is Love, il nuovo disco pubblicato dall’etichetta discografica Irma Records.
Ad ogni canzone Sarah racconta qualche aneddoto: «Il prossimo brano è Norwegian Wood (This Bird Has Flown) dal disco di svolta folk-rock, Rubber Soul, l’album dei Beatles più influenzato da Bob Dylan e quando lui ascoltò la canzone si chiese: ‘Cos'è questo? Sono io, Bob?’». In effetti, mentre la band era esperta nello scrivere successi sempre in cima alle classifiche, l'idea di mettere la propria anima in una canzone era qualcosa che potevano solo accertare dai valori tradizionali del lavoro di Dylan. La combinazione è stata un successo strepitoso e alcuni dei brani del disco sembravano scritti nello stampo che il pionieristico cantautore americano aveva reso popolare.

                                      
«Durante quest'anno ho avuto un nuovo ginocchio e visto il progetto sui Beatles ho rinominato il ginocchio Paul McCart-knee. Questa canzone è una delle mie preferite: The fool on the hill».
Una performance entusiasmante, un'artista emozionante accompagnata da veri purosangue della musica, i Solis String Quartet che hanno dato nuova linfa e ottimi arrangiamenti alle canzoni dei Beatles. 
«La prossima è autobiografica, scritta da John e riguarda un orfanotrofio circondato da alberi con un giardino, questo posto è Strawberry fields. Quando John era un ragazzo, era solito nascondersi in questo giardino per scappare dalla tristezza della sua vita. Le parole della canzone sono piene di incertezze, ma il coraggio fa luce con questa promessa:"Vieni con me/lasciati guidare/vieni giù con me/perché vado a Strawberry Fields"». 
Sono interessanti questi aneddoti che Sarah racconta, non tutti conoscono le storie che girano intorno a questi successi intramontabili e così presenta, invece, Yesterday: «Probabilmente centinaia di persone hanno fatto una cover di questa canzone. Un brano triste, molto triste, ma è una bella canzone d'amore».
Il concerto prosegue con The Long And Winding Road, poi la mia preferita Eleanor Rigby e When I'm Sixty-Four, tratta dall'ottavo album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band: «Paul McCartney l'ha scritta quando aveva 16 anni, la ragione per la quale ne suoneremo una versione è che, quest'anno, il 21 marzo, il primo giorno di primavera, ho compiuto 64 anni», dice Sarah Jane Morris la quale cede il palco ai Solis per un Lennon Medley.
«La prossima canzone è del doppio lato A con Strawberry Fields Forever nel 1967, riguarda una strada di Liverpool e menziona posti e personaggi della loro infanzia, infatti, sia Paul sia John cambiavano pullman (avevano la coincidenza) a Penny Lane, quando andavano l'uno a casa dell'altro da adolescenti».
Il progetto Solis String Quartet & Sarah Jane Morris è appassionante, la loro commistione è esplosiva, sensazionale la modernità degli arrangiamenti sempre con rispetto per l’originale.

                                                 
Segue poi Get back e Sarah invita il pubblico a cantare con lei: “voi siete conosciuti per essere appassionati e buoni cantanti, ora avete il permesso di unirvi a noi. Credo che conoscerete questa canzone, potete unirvi a me, vi do il mio permesso!”.
«Helter-skelter è una giostra tipica delle fiere, racconta Sarah, ma può anche simboleggiare la caduta nel caos. Charles Manson, il leader della setta Hollywood Killer, era ossessionato dai testi dei Beatles. Questa canzone, Helter-skelter ha acquisito una reputazione abbastanza da brividi, in quanto Manson credeva che il testo fosse un inno alla guerra mondiale sulle razze (non nel senso storico, mondiale che coinvolge il mondo) e alla distruzione della società. È stata citata tra le prove di uno dei processi per omicidio più scioccanti del 20esimo secolo». Dopo Helter-skelter, segue Come together, Hey Jude e, infine, il concerto si chiude con All You Need is Love. Naturalmente il pubblico esaltante reclama il bis che viene concesso con una delle canzoni più belle scritte in assoluto da John Lennon, Imagine.
«Questa canzone richiede che guardiate a quanto è grande il vostro cuore, dice Sarah, perché abbiamo bisogno di cuori grandi. Abbiamo bisogno di prenderci cura, non solo di noi, ma della nostra comunità. È una delle canzoni di punta della musica popolare, è idealistica, umanitaria, è contro la guerra, è diventata una canzone universale. Ho cantato questa canzone molte, molte volte e in molte versioni, ma ho scritto le mie parole e le ho aggiunte a quelle di John. Sono parole universali, riguardo l'agonia dei correnti conflitti e sofferenze che vediamo intorno a noi, intorno a questo mondo pieno di problemi. Tutto ciò che dovete fare è immaginare! Potete immaginare…?». 
Ed ecco le parole che Sarah ha scritto e aggiunto e cantato ad un pubblico emozionato che, alla fine, qualcuno aveva le lacrime agli occhi:
Vengono dalla Siria, dall'Afghanistan, dall'Iraq, dall'Iran, alcuni di voi li chiamano immigrati, ma sono rifugiati. Arrivato dalla terra, dal mare e scappano dalla fame, dalla guerra, dalla povertà - i pirati li trafficano - ma non a mio nome! Non a mio nome! Niente bombe in mio nome! Niente armi in mio nome! Niente guerre in mio nome! Solo pace in mio nome! Solo amore in mio nome! Potete immaginare...? Tutto ciò che dovete fare è immaginare!”
Sarah Jane Morris ha scavato in profondità della sua e della nostra anima per scatenare un'esibizione assolutamente maestosa, anche con il suo più grande dono: la sua voce inconfondibile e distintiva.

                                             

Setlist:
Lucy in the Sky With Diamonds
Norwegian Wood (This Bird Has Flown)
The fool on the hill
Strawberry Fields Forever
Yesterday
The Long And Winding Road
Eleanor Rigby
When I'm Sixty-Four
Lennon Medley
Penny Lane
Get Back
Helter-skelter
Come together
Hey Jude
All You Need is Love
Imagine 

                                                
               
La copertina del disco è stata realizzata dal noto artista scozzese Mark Pulsford che ha voluto rielaborare, per i Solis String Quartet e Sarah Jane Morris, l’opera di Peter Blake “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei Beatles, probabilmente la copertina più conosciuta e iconica di tutti i tempi, con l’obiettivo di dare un “sapore italiano” rispettando l’idea originale.
Un’antica incisione su acciaio dell’”Ultima Cena” di Leonardo faceva da sfondo. Gli stessi Beatles, nella loro raffinatezza di “Sgt. Pepper”, tengono d’occhio il procedimento dall’ultima fila. Bob Dylan è l’unico altro sopravvissuto dell’originale di Blake. Pino Daniele e Maradona si divertono a scherzare insieme da una parte, Janis Joplin e Bessie Smith si divertono allo stesso modo dall’altra.
«Pensiamo che una guida numerata (un “chi è chi”) dovrebbe essere inclusa come parte del pacchetto».