
Dal 15 al 19 ottobre il Teatro Bellini di Napoli si prepara ad accogliere, in prima nazionale, un evento teatrale che promette di lasciare senza fiato, e senza parole, letteralmente. Tornano in Italia i Familie Flöz, la compagnia berlinese che da trent'anni incanta il mondo con un linguaggio scenico unico, fatto di maschere, corpo e silenzi che parlano più di mille frasi. In scena, Finale, ultima creazione del collettivo fondato da Hajo Schüler, che firma anche la regia, con un ensemble formato da Fabian Baumgartner, Lei-Lei Bavoil, Vasko Damjanov, Almut Lustig e Mats Süthoff.
Il titolo Finale può trarre in inganno: non è un addio, ma un omaggio. Un chi? Al pubblico, cuore pulsante di ogni loro spettacolo.
Gli studi dimostrano che, durante una rappresentazione, il battito cardiaco degli spettatori tende a sincronizzarsi. È da questa suggestione che nasce l'idea poetica dello spettacolo: e se fosse proprio il pubblico il narratore invisibile, il vero motore delle storie che si animano sul palco?
Finale diventa così una celebrazione collettiva, un esperimento di empatia teatrale, un atto d'amore verso quella comunità temporanea che ogni sera si forma in platea.
Nel 2025 i Familie Flöz spengono trent'anni di carriera, ma non smettono di stupire. Quello che era nato come un piccolo esperimento tra studenti di teatro è oggi una compagnia internazionale, icona dell'arte della maschera contemporanea.
Nei loro spettacoli il volto degli attori resta nascosto dietro maschere rigide e mute, eppure vive, respira, vibra. Da quella fissità, dal non detto, nasce un universo di gesti, emozioni e sguardi che parola diventano scenica. Ogni spettacolo è una coreografia di comicità e malinconia, di ironia e compassione per il fragile umano che tutti condividiamo.
Con Finale, i Familie Flöz tornano alle origini e al tempo stesso si reinventano: tre storie intrecciate, un “narratore amorevole” e un doppio fondo di significato che parla al presente. In un'epoca di isolamento, scontro e frammentazione, il gruppo berlinese sceglie di ricordarci che il teatro è, e deve restare, un luogo di incontro, di ascolto, di respiro comune. Il risultato è un inno alla meraviglia del collettivo: quella magia antica che si accende quando, in una sala buia, tanti sconosciuti battono insieme lo stesso cuore.
Benvenuti nel canale del parto!
Dal materiale inerte nascono figure viventi.
Come avviene questo processo?
Come inizia una storia?
Cosa racconta di chi la racconta?
Cosa accade tra il palcoscenico e il pubblico?
E chi siamo, quando indossiamo una maschera?
Nel nuovo spettacolo di FAMILIE FLÖZ, nascono dal nulla tre piccoli universi, nei quali i personaggi “alla Flöz” si dedicano alle preoccupazioni quotidiane. Tre storie, unite da una narratrice tanto silenziosa quanto imperscrutabile.
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