Per il tuo bene al Piccolo Bellini fino al 22 dicembre. Recensione

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Per il tuo bene al Piccolo Bellini fino al 22 dicembre. Recensione

“La famiglia? Un’associazione a delinquere basata sul ricatto d’amore” Pier Lorenzo Pisano

Il Teatro Piccolo Bellini di Napoli ospita Per il tuo bene, testo e regia di Pier Lorenzo Pisano con Alessandro Bay Rossi, Marco Cacciola, Laura Mazzi, Marina Occhionero, Edoardo Sorgente.

Il testo ha ricevuto il Premio Riccione intitolato a Pier Vittorio Tondelli ed è stato rappresentato con successo di pubblico e critica in Francia al Forum des Nouvelles ècritures Dramatiques Europèennes, a Bucarest e al Royal Court Theatre di Londra.

La motivazione del Premio, racchiude tutta la potenza dello spettacolo:”Poteva essere l’ennesima, banale pièce sulla famiglia ma invece è un testo maturo con un progetto e una forma ben definiti. L’autore mostra attenzione per le psicologie e per il confronto-scontro tra le generazioni e soprattutto rivela un’ottima capacità di toccare temi ed interrogativi attraverso una scrittura semplice e diretta… Il processo di narrazione messo in campo dai diversi protagonisti si dimostra molto efficace nel combinare humor e profondità…”.

Per il tuo bene è la storia di una famiglia composta da una madre (Laura Mazzi), il figlio maggiore (Edoardo Sorgente), il figlio minore (Alessandro Rossi Bay) e la sua fidanzata (Marina Occhionero), lo zio (Marco Cacciola) e due nonne, una reale interpretata sempre dalla Mazzi ed una virtuale che è in effetti uno sportello automatico chiamato Nonnamat.

Nelle note di regia, Pisano afferma:”Un figlio ritorna a casa perché suo padre è gravemente malato e il suo arrivo rimette in moto tragicomici meccanismi familiari ,inceppati da sempre. Ritornare dove si è cresciuti è un’immersione nella nostra prima identità: un vecchio paio di scarpe a cui siamo affezionati, che vorremmo continuare ad indossare ma non ci vanno più…Le figure che ci accolgono sono sempre le stesse, forse un po’ invecchiate:madri, padri, fratelli, zii, nonni . Tocca a noi adattarci in quel piccolo universo di coccole e sensi di colpa, così stretto ed inaccessibile che è la famiglia”.

Il testo ci porta a considerare da una prospettiva nuova le dinamiche familiari che possono essere differenti per ogni “prima cellula della società” ma che forse presentano tanti punti in comune quali: la latitanza di uno dei due genitori nell’educazione della prole, il risentimento del figlio minore nei confronti del maggiore, un tipo di educazione che riflette i modelli ormai superati figlio maschio-figlia femmina, il riversare sui figli fallimenti e aspettative nel desiderio di renderli quanto più somiglianti a noi stessi.

E poi c’è tutta una serie di ricordi che fa da “collante familiare”: il pranzo della domenica, le visite ai nonni, le passeggiate al parco, le partite di pallone, l’iscrizione al catechismo, l’andare a scuola e fare i compiti, il partire per le vacanze, i sapori di un’infanzia perduta che come afferma lo stesso Pisano costituiscono il cosiddetto “l’odore di casa” al pari di una madeleine proustiana.

Alzi la mano chi non ha sentito almeno una volta pronunciare dai propri genitori la locuzione che fa da titolo allo spettacolo per il tuo bene che spesso non coincide con il progetto di vita della persona a cui è rivolta. E i rapporti si inceppano come fili elettrici in corto circuito. Eppure, nonostante i tentativi maldestri, gli errori di comunicazione, la sofferenza provata, la contestazione ai genitori, nasce prepotente la nostalgia di casa e delle persone fragili che la abitano.

Tra bugie (è la madre e non il padre ad essere malata), risentimenti, rancori, ostilità dichiarate e non, malumori, rabbia inespressa, dialoghi falsamente umoristici, i personaggi riempiono la scena e si pongono domande alle quali non ci sono risposte.

Lo spettacolo seduce proprio perché ha un finale aperto e ciascuno di noi si riconosce nei personaggi proposti.

Gli attori sono tutti bravissimi nel rendere il testo molto significativo.

Una menzione speciale va a Laura Mazzi nel doppio ruolo madre e nonna rifugio dal forte accento emiliano.

La regia è senza sbavature e compiacimenti di sorta, efficace nell’ uso delle scene di Giulia Carnevali nel focalizzare l’attenzione dello spettatore mediante un sipario rigido mai del tutto aperto e il ricorso a un tavolo basculante che sottolinea l’equilibrio precario e sbilenco dei personaggi.

I costumi sono di Raffaella Toni, le luci di Vincenzo Bonaffini e il sound design di Mattia Persico.

Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Arca Azzurra produzioni, Riccione Teatro.

Alla prima calorosi e meritati applausi.