L’illusione nevrotica dell’amore di Jennifer rivive in Daniele Russo al Bellini. Recensione

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L’illusione nevrotica dell’amore di Jennifer rivive in Daniele Russo al Bellini. Recensione

Un bellissimo e terribilmente vero Daniele Russo in uno dei testi che ha dato il successo al drammaturgo Annibale Ruccello, pietra miliare della nostra cultura teatrale e, di certo, questa interpretazione di Daniele Russo sarà il vanto nel suo curriculum, una gemma unica.

Daniele incarna il calco perfetto della nevrotica e romantica travestita Jennifer, straziante, lugubre, anche quei tic impercettibili di nevrosi che lui aggiunge danno la giusta caratterizzazione al personaggio, un sottile confine di disturbo mentale ed esistenzialità gaia con l’amore per la musica e le sue icone Mina, Ornella Vanoni, Patty Pravo e le battute sarcastiche, parole vive del dialetto napoletano ricercate come lo stesso Ruccello faceva, che ahimè in questo testo, per quanto mi ricordi, non ce ne sono ma aggiunte dai fratelli Russo, come “Azzelliare” per intenderci.

Jennifer si è rinchiusa in casa, tranne quelle poche volte che esce per fare la spesa, ad aspettare la telefonata del suo ipotetico quanto utopistico amore, Franco. Una telefonata che non arriverà mai, l’illusione di una sera, di aver ricevuto “amore” da uno sconosciuto, chissà se poi si chiamasse veramente Franco e che continuamente bacia la sua foto in una cornice da tavola. Il regista Gabriele Russo aggiunge una nuova chiave di lettura, Jennifer che rientra a casa dalla spesa con panni maschili, per nascondere il suo essere e sentirsi femminile, abiti anonimi che all’improvviso provocano prurito e Jennifer/Daniele grattandosi e contorcendosi li strappa via di dosso e va alla toilette a truccarsi, forte cerone bianco e rossetto rosso fuoco tutto sbavato formando un ghigno da pagliaccio ironico e malinconico e Jennifer diventa una maschera deformata di follia in questi meravigliosi costumi creati da Chiara Aversano.

                           

Jennifer vive in piena lancinante solitudine tra telefonate continue per un “interferenzia” (anche questa parola è stata riscritta) di linee in questo nuovo quartiere borghese nato da poco in qualche parte di Napoli e la radio quasi sempre accesa che, tra una canzone e l’altra, dà la notizia di un serial killer che si aggira nel quartiere e uccide solo travestite e come modus operandi lascia cinque rose rosse. Le stesse che all’inizio dello spettacolo Jennifer porta dalla spesa e le sostituisce alle rinsecchite, quasi a farci intendere che sia lei la serial killer. E in questo turbinio di telefonate e canzoni con dediche alla radio c’è l’affermazione disperata di vita, di questo ricongiungimento con Franco con il ribaltamento della speranza di portarla all’altare. Culmine della fase reattiva di cui si colgono le illusioni della poesia, della romanticità di un uomo o quel che si dice, travestito con forte instabilità dell'umore e psicosi e che, forse, tutto quello che sta succedendo nella vita di Jennifer sia solo frutto della sua mente, Ruccello si sa che scriveva solo della pazzia delle donne, da Donna Clotilde di Ferdinando ad Adriana di Notturno di donna con ospiti.

Un’altra chiave di lettura che Gabriele Russo ha inserito è sulla figura di Anna, interpretata da un bravissimo Sergio Del Prete, non sarà la sola perosna che andrà a bussare alla porta di jennifre, ma sarà sempre in scena, fin dall’inizio, un SuperIo di Jennifer? Una proiezione dell’animo buono della cattiva Jennifer? Indissociabilità di un’ombra?

Sarà la stessa Anna poi a mostrare al pubblico, per smascherare e dichiarare la follia di Jennifer, che nella cornice tanto baciata da Jennifer non c’è nessuna fotografia di Franco, è vuota!

In questo spettacolo dei fratelli Russo Jennifer è rinata, è viva, è vita, è scatenamento di emozioni, è poesia, è immaginazione, è pazzia, è la giusta identità e Daniele Russo ha fatto un grande lavoro, una grande prova d’attore non facile, non sconfinando nel sottile gioco ridicolo e scimmiottesco di un omosessuale.

              

Dal 25 ottobre al 10 novembre

Le Cinque Rose di Jennifer

di Annibale Ruccello

con

Daniele Russo Jennifer

Sergio Del Prete Anna

scene Lucia Imperato

costumi Chiara Aversano

disegno luci Salvatore Palladino

progetto sonoro Alessio Foglia

 

regia Gabriele Russo

 

produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

 

Orari: feriali ore 21:00 - domenica ore 18:00 - sabato 26 ottobre e mercoledì 30 ottobre ore 17:30 - sabato 9 novembre ore 19:00

Prezzi: da 14€ a 32€ - 15€ under29