La Tempesta di William Shakespeare al Mercadante di Napoli fino al 10 novembre 2019. Recensione

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La Tempesta di William Shakespeare al Mercadante di Napoli fino al 10 novembre 2019. Recensione

La stagione del Teatro Mercadante-Teatro Nazionale 2019-2020, si apre con l’ultimo capolavoro di William Shaekspeare, La tempesta nella traduzione di Gianni Garrera e la regia di Luca De Fusco.

Il dramma, ambientato su un’isola imprecisata del mare Mediterraneo racconta le vicende dell’esiliato Prospero, duca di Milano e di sua figlia Miranda. Con l’aiuto del selvaggio Calibano e dello spirito Ariel, usa i suoi poteri magici per scatenare una tempesta, far espiare al re di Napoli Alonso e al fratello Antonio le loro colpe e riacquistare il ducato perduto propiziando il matrimonio della figlia con Ferdinando, figlio del re di Napoli.

De Fusco spiega così il suo allestimento: «Ho preso spunto da una riflessione dell’antropologo francese Rène Girard. Egli sosteneva che tutta la tempesta avviene nella testa del protagonista. Non c’è nessun isola deserta: c’è una biblioteca in cui tutte le figure, tranne Prospero, sono frutto di fantasia. Egli viene presentato come un mago in un tempo in cui, come la nostra epoca, i libri, il pensiero e la cultura contano poco perché spadroneggia l’ignoranza più totale. I personaggi della tragedia hanno i più vari riferimenti con la nostra storia recente del ‘900: si intravede Sigmud Freud nell’onesto consigliere Gonzalo, i fidanzatini evocano i protagonisti de Il giardino dei Finzi Contini di Giorgio BassaniAriel e Calibano sono visti come parti antitetiche della personalità di Prospero, dionisiaco e apollineo».

E, infatti, da subito compaiono tutti i personaggi della vicenda su una scena magnifica e spettacolare di Marta Crisolini Malatesta: una grande biblioteca i cui libri invadono quasi la platea. I loro costumi rimandano a noti personaggi storici a iniziare da Alonso che è presentato come il Re Sole con tanto di scettro e parrucca grigia con boccoli e Antonio un Machiavelli austero, chiuso in una tonaca nera…

Tutti si agitano e camminano incessantemente su un tapis roulant e dietro di loro si profilano le immagini di una tempesta con vascelli inghiottiti da alte onde e sulle pareti compaiono riproduzioni di dipinti famosi e alla fine un cielo stellato, limpido e abbagliante grazie alle installazioni video di Alessandro Papa.

              

Prospero, un immenso Eros Pagni, evoca lo spirito di Ariel, il suo fedele servitore e compare subito Gaia Aprea con una maschera sul volto che riproduce le fattezze del suo padrone e poi il volgare e selvaggio Calibano anch’egli mascherato da Prospero, interpretato magistralmente dalla stessa attrice.

I napoletani Trinculo (Alfonso Postiglione) e Stefano (Gennaro Di Biase) rappresentano i guitti dello spettacolo con battute volgari, lazzi e schiamazzi e Giunone (Alessandra Pacifico Griffini) il momento atteso della soubrette con le sue curve armoniose fasciate in un vestito trasparente e luccicante che rimanda a Marylin Monroe.

La Tempesta porta pace e giustizia e Prospero con la sua voce pacata al termine dello spettacolo si rivolge al pubblico per chiedere benevolenza ed approvazione al suo operato sollecitando un applauso, vero elemento di sintesi del “fare teatro”. In effetti, il solo e unico potere di Prospero è quello della creazione teatrale ovvero la rappresentazione.

La scenografia lentamente scompare e viene risucchiata dalle onde di una tempesta che ha esaurito la sua forza vitale. L’occhio di bue si spegne e arriva il meritatissimo consenso del pubblico.

Lo spettacolo, presentato alla terza edizione della Rassegna Pompeii Theatrum Mundi tra novembre e febbraio 2020 toccherà le città di Salerno, Roma, Reggio Calabria, Como, Genova, Perugia, Udine, Arezzo e Prato e, ne siamo certi, incontrerà i favori del pubblico e della critica.

            

Noi di The Cloves Magazine ci chiediamo come Eduardo avrebbe potuto allestire la “sua” Tempesta tradotta in un napoletano seicentesco e scelta perché “la tolleranza e la benevolenza pervadono tutta la storia”. Ed Eduardo aggiunge:«Sebbene sia stato trattato in modo indegno da suo fratello e dal re di Napoli, Prospero non cerca la vendetta bensì il loro pentimento. Quale insegnamento più attuale avrebbe potuto dare un artista all’uomo d’oggi che in nome di una religione o di un ideale ammazza e commette crudeltà inaudite in una escalation che chissà dove lo porterà?». Parole profetiche. Ma tutto questo rappresenta un’altra chiave di lettura del capolavoro di Shakespeare.