Geppy Gleijeses accetta la sfida e porta a teatro “Così parlò Bellavista” con debutto al San Carlo - Intervista

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Geppy Gleijeses accetta la sfida e porta a teatro “Così parlò Bellavista” con debutto al San Carlo - Intervista

Geppy Gleijeses ha accettato la sfida lanciatagli da Alessandro Siani e Luciano De Crescenzo per il riadattamento teatrale del romanzo e poi del film di successo “Così parlò bellavista” di Luciano De Crescenzo, spettacolo che debutterà il 26 settembre ore 20,30 al Teatro San Carlo di Napoli. Sarà un grande evento anche per festeggiare i 90 anni del grande Luciano De Crescenzo e ricordare il coautore del film, Riccardo Pazzaglia.  
Lo spettacolo Così parlò Bellavista avrà una lunga tournèe in tutta Italia e toccherà anche diversi paesi campani. 
Così parlò Bellavista” a teatro, una grande sfida accettata e lei ha avuto anche un enorme coraggio…
«…che ho raccolto, perché è una sfida che mi è stata lanciata da Alessandro Siani e Luciano De Crescenzo che volevano a tutti i costi che io facessi Bellavista, non solo il personaggio ma anche l'adattamento e la regia, che “mefistofelicamente” Alessandro mi ha convinto a fare amorevolmente, perché nasce come un'operazione d'amore. La sfida è bella, avendo oltretutto fatto il protagonista giovane nel film, passo di ruolo e interpreto il professore Bellavista. Mi trovo anche molto bene in questi panni, lo faccio perché siamo tutti legati affettivamente a Luciano, lo stimiamo tantissimo, l'importante è stabilire che lui non è soltanto un divulgatore, ma è un creatore, un poeta, un artefice, una persona di straordinarie qualità e, in molti casi, assolutamente geniale e quest’aspetto gli va restituito perché non sempre gli è stato riconosciuto.»

       
L'adattamento sarà stato complicato, anche per le molteplici location che il film aveva…
«Avviene tutto nel cortile del Palazzo dello Spagnolo, non abbiamo scelto lo stesso palazzo di via Foria dov'è stato girato il film perché non è la sbobbinatura del film, è un adattamento teatrale assolutamente autonomo che ha parti del film più divertenti e più significative e anche parti del romanzo di De Crescenzo e ricorderemo a teatro anche il coautore del film, Riccardo Pazzaglia. Il palazzo, comunque, è un luogo metafisico, dove arrivano tutti e succedono tutte le scene, entrano escono gli oggetti, insomma, molto movimentato, vivo.»
Come ha scelto il cast?
«Il cast è splendido e questo spettacolo comporta un notevole sforzo produttivo, una macchina gigantesca con 10 tecnici, 14 attori, tra i migliori artisti napoletani Marisa Laurito, Benedetto Casillo, Nunzia Schiano, Salvatore Misticone e tanti altri. L’ho scelto perché secondo me sono tutti adatti a fare quel tipo di personaggio, tranne 5 personaggi fissi, gli altri interpretano vari ruoli, perché sono più di 36/37 personaggi.»
Come ha appreso la notizia di questo rifacimento in teatro Luciano De Crescenzo?
«Racconto un aneddoto. Quando sono andato da lui, e gli dissi: «Luciano facciamo Così parlò Bellavista in teatro.» E lui rispose:«Fosse ’o dio!». «No, è la verità.» «Ma è un sogno o sono sveglio?». «No, no, sei sveglio. È assolutamente vero e debuttiamo al San Carlo.»
Luciano si alza e fa per inchinarsi. Paola la figlia gli domanda:«Papà che c’è?». «Mi voglio inginocchiare. Lo potete fare a parte però che paghi tutto io.» 
Speriamo e ci auguriamo tutti che la sera del 26 settembre sarà sul palco reale, per salutarlo e festeggiarlo.» 

              
C’è qualche particolare scena del film  o del libro che ricorda con affetto?
«É tratta dal romanzo e non dal film, quando Luciano ha un o dei suoi cenacoli con i suoi discepoli e a un certo punto spiega il fenomeno delle corde tese a Napoli con i panni stesi da un palazzo all’altro, e dice: «…ma voi ci pensate? Immaginate per un momento che il Padre Eterno volesse portarsi in cielo una casa di Napoli. Con sua grande meraviglia si accorgerebbe che piano piano, tutte le altre case di Napoli, come se fossero un enorme granpavese, se ne vengono dietro alla prima, una dietro l’altra, case corde e panni, canzone ‘e femmene e ‘allucche (grida) e guaglione