FAR emozioni e sensualità in RnB di Kaput Blue - Intervista

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FAR (Angapp Music), un Ep con quattro brani straordinari di Kaput Blue che ha realizzato grazie anche al supporto musicale degli Uponcue, la loro simbiosi ha creato scintille, testi sofisticati cantati con la sua voce densa e di sensualità raffinata, con il meglio delle sessioni da colonna sonora di sesso prelibato e trascendentale.
Sulla copertina Kaput Blue, il barese Antonio Caputo, oscura il suo volto, come per diminuire la sua personalità e focalizzare l'attenzione sulla sua musica, anche se dai suoi testi e dalla sua musica viene fuori una grande personalità.  
Kaput Blue si spinge molto oltre la superficie, quasi clinicamente, di qualsiasi emozione facilmente conquistata, non evitando la propria vulnerabilità che gli è servita come ispirazione musicale, come la ballad straziante You say, in cui racconta una separazione da un legame e prega all’amata di non continuare a giocare con lui, mentre il pianoforte descrive in note il suo stato d’animo.
Dimmi un po' di te e di come hai iniziato…
«Ho iniziato semplicemente cantando e suonando negli ambienti a me familiari, che sia in chiesa, a scuola e poi mi son ritrovato in studio a scrivere FAR!» (ironico.)
Chi ti ha influenzato quando stavi crescendo e chi t’influenza ora?
«Penso nessuno! Semplicemente in casa girava tanta musica ed io mi son ritrovato attratto da essa, soprattutto, da quando i miei genitori mi regalavano giocattoli musicali fin da piccolo. Ascoltavo RnB americano: John Legend, Mariah Carey, Stevie Wonder, Whitney Houston… l’ascolto tuttora, ma aggiungerei una bella dose di The Weeknd, Drake, Rihanna, Justin Timberlake, Bruno Mars...»
Come pensi di canalizzare l'ispirazione da queste influenze?
«L'ispirazione che ho preso da queste influenze la canalizzo continuamente in mie produzioni, nei testi, nel flow della voce e in tante dinamiche vocali che ora penso mi caratterizzino.»


Quali storie cerchi di raccontare? 
«Cerco di raccontare principalmente soluzioni a situazioni della vita quotidiana. Parlo di differenze, di pregiudizi, d'amore e di relazioni e situazioni piacevoli e non.»
Parliamo del processo di mettere insieme l’ep FAR. Quanto tempo c’è voluto?
«FAR (scritto volutamente in maiuscolo) è nato dopo circa sei mesi di studio, di sperimentazione e di ricerca continua dei generi che potessero meglio rappresentare me e gli Uponcue. Due dei brani erano già scritti in passato, abbiamo lavorato molto e bene per farli suonare "in voga".»
Negli ambienti indie il R & B non sembra sia molto suonato… tu sei tra i pochi o forse l’unico…
«Ci sono un bel po' di artisti che possiedono nella loro voce e nel loro modo di scrivere l'RnB, ma magari preferiscono produrre canzoni o album che siano un po' più "aperti"  e "commercializzabili". Non nascondo che l'intento di creare qualcosa di ben "commercializzabile" è stato anche il nostro, mio e Uponcue, ma comunque c'è una componente ben recepibile nel tutto che lo categorizza un po'. L'RnB in realtà è molto suonato, ma in contesti più legati al rap e alla trap.»
Sei in tour, come ti avvicini alle esibizioni dal vivo? Hai preparato anche delle coreografie o ti fai trascinare semplicemente dalla tua musica sul palco?
«Certo, io e gli Uponcue siamo in tour, tutte le date sono in continuo aggiornamento sui nostri social. A questo giro abbiamo optato per qualcosa che possa far assaporare il vero cuore della nostra musica al pubblico. Usiamo e useremo pad elettronici, sintetizzatori e tastiere, effetti vocali live e molto altro. Io sono semplicemente lì che mi diverto con loro e che canto e ballo col pubblico!»