«Comunicare, sotto forma di canzoni, i miei sentimenti, a tratti anche molto controversi». Intervista a Massimo Di Cataldo

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«Comunicare, sotto forma di canzoni, i miei sentimenti, a tratti anche molto controversi». Intervista a Massimo Di Cataldo

É uscito il 24 maggio scorso Dal profondo, il nuovo album di inediti del cantautore Massimo Di Cataldo. Si tratta dell’ottavo lavoro in studio dell’artista che arriva a quasi dieci anni di distanza dal precedente Macchisenefrega. L’album è stato preceduto dal singolo Non ti accorgi che ha ricevuto ampi consensi di pubblico e di critica. Questa la tracklist: Non ti accorgi- C’è qualcuno-Ci credi ancora all’amore-Ci penserò domani-Allora scusami- Con il nastro rosa(cover)-Perché l’amore-Prendimi l’anima-Domani chissà-Continuerà. Il disco è stato prodotto e realizzato dallo stesso cantautore insieme a Alessio Pizzotti e Ingo Peter Schwartz.

Noi di The Cloves Magazine abbiamo incontrato Massimo Di Cataldo alla Feltrinelli Express di Piazza Garibaldi a Napoli, durante il firmacopie del suo album.

A distanza di quasi dieci anni da Macchisenefrega, esce questo nuovo album in studio Dal profondo, nove brani inediti, più una cover Con il nastro rosa di Mogol –Battisti, frutto di un’analisi introspettiva alla ricerca delle emozioni. Qual è la genesi dell’album e come mai il trascorre di tutto questo tempo tra un lavoro e l’altro?

«Sono due lavori completamente diversi. Dieci anni fa è stato un disco di rottura perché uscivo da un lungo periodo di lavoro con una major della discografia e ho deciso di rendermi indipendente per poter approfondire di più i temi che mi erano cari. Stessa cosa per questo album che, a distanza di tempo, arriva in maniera più matura, non direi più ragionata ma ricercata nel mio intimo e, quindi, un aspetto più personale e interiore. Ho cercato proprio le mie emozioni. La genesi di questo album è stata quella di comunicare, sotto forma di canzoni, quelli che erano i miei sentimenti, a tratti anche molto controversi».

Se fosse il venditore diretto del suo album quale slogan proporrebbe?

«Già il titolo di questo album è uno slogan: “Dal profondo” e rende l’idea di cosa ci sia all’interno di questo lavoro, cioè da dove derivano le canzoni e i sentimenti che voglio veicolare».

              

Che tipo di musica ascolta italiana o estera?

«Mi piace molto ascoltare la musica straniera, soprattutto quella inglese, da sempre un mio punto di riferimento per i suoni, gli arrangiamenti. Per quanto riguarda la musica italiana ascolto i cantautori “storici”. Non a caso, in quest’album, c’è una cover Con il nastro rosa di Mogol-Battisti. É stato un onore per me poter entrare al Centro per girare il video di questa canzone ed ho ricevuto una sorta di tacito benestare da parte di Mogol, che ha apprezzato il lavoro che ho fatto, i nuovi arrangiamenti, la produzione e questo per me è motivo di orgoglio».

Lei è anche un valente attore. La ricordiamo ne I ragazzi del muretto, Incantesimo, Belli e dannati, Sabato italiano e anche come attore di teatro. Ha mai pensato di dedicarsi di più alla recitazione?

«Onestamente ci ho pensato ma non è un lavoro facile e richiede molta abnegazione. Comunque la musica mi ha preso molto tempo, anche in questo periodo nel quale sono stato”assente”. Dietro le quinte ho continuato a lavorare come produttore musicale e questo per me è stato un grande investimento per tempo ed energie».

Se le proponessero di portare un testo a teatro quale personaggio sceglierebbe?

«Io ho fatto teatro ed è stata un’esperienza bellissima. Ho dei ricordi meravigliosi quando vengo a Napoli perché ho lavorato al teatro Bellini con Tato Russo portando in scena Sogno di una notte di mezza estate e La tempesta di Shakespeare negli anni ’90. Sono molto legato anche alla tradizione del teatro napoletano. Oggi farei qualcosa di più attuale, di più moderno, portando la vita a teatro».

Sappiamo che è stato testimonial di numerosi eventi sociali per Unicef, Greenpeace, City Angels e questo le fa onore. Pensa che il mondo dello spettacolo debba fare di più per le cause umanitarie?

«Ho avuto modo nel tempo di collaborare con numerose organizzazioni umanitarie e non mi sono mai tirato indietro. Onestamente penso che gli artisti debbano rendersi disponibili e partecipare non in modo politico, ma umanitario. Devono far sapere che è possibile portare aiuto».

Lasciamo Di Cataldo ai numerosi fan intervenuti con la certezza che questo nuovo album segni un suo gradito ritorno sulla scena musicale italiana e gli auguriamo tanto successo perché oltre ad essere un grande cantautore è “una gran bella persona”.