«Sono un uomo determinato e senza scrupoli a capo di una potente organizzazione criminale». Intervista a Marco Consoli nella nuova serie tv “Infiltration” 

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«Sono un uomo determinato e senza scrupoli a capo di una potente organizzazione criminale». Intervista a Marco Consoli nella nuova serie tv “Infiltration” 

Marco Consoli ha una storia veramente incredibile, a 53 anni si è trovato improvvisamente senza lavoro, dopo trent’anni dedicati alla carriera di imprenditore e promotore culturale. Decide di fare un servizio fotografico, dopo aver capito che c’era una domanda “disperata” di modelli over 50 e grazie al consiglio di un’amica  si ritrova in Serbia e da lì la sua vita è stata letteralmente stravolta, ritrovandosi come uno dei modelli più richiesti, tra servizi fotografici e spot televisivi.
Dal 5 maggio sarà protagonista della serie tv “Infiltration”, sulla nuova tv pubblica saudita SBC Channel, unico attore italiano che interpreterà un ruolo da protagonista.

Infiltration è la tua prima prova d’attore? Avevi fatto già qualcosa prima?
«Infiltration è la mia prova da attore professionista. Ho recitato per sette anni in compagnie amatoriali trentine. Ho fatto un percorso pittorico e sono sempre stato appassionato di arte a 360 gradi».

Come sei stato contattato, hai risposto a un casting e quanti provini hai fatto prima di essere scelto? 
«Si potrebbe scrivere un film su come sono stato contatto. Per sintesi, il primo contatto è avvenuto con un messaggio su messenger. Casting tramite video call e subito confermato».

                             

Qual è stata la tua prima impressione sulla serie prima di entrare nel cast?
«Anche riguardo a questa domanda di potrebbe scrivere un film. Ho ricevuto il copione qualche giorno prima di partire per il Libano».

Parlaci del tuo personaggio e di come s’inserisce nel mondo di Infiltration?
«Non posso svelare molto sul personaggio. Posso dire che sono un uomo determinato e senza scrupoli a capo di una potente organizzazione criminale».

Cosa ti ha influenzato, mentre ti preparavi per il ruolo?
«Interpretare Don Ares non è stato semplice, in quanto le caratteristiche del personaggio sono completamente opposte alle mie. Io sono un "buono" nella vita e molto attento al bene del prossimo. Per entrare e mantenere il personaggio per tutta la durata delle riprese ripetevo come un mantra le battute di un personaggio "cattivo" interpretato 15 anni prima ed ha funzionato».

Avete già girato tutti e trenta episodi, si parla già di un seguito? 
«La serie televisiva è pronta e andrà in onda a partire dal 5 di maggio p.v. in Arabia Saudita. Riguardo al seguito posso dire che ci sono tutti i presupposti perché ci sia un seguito».

Qual è stato l'aspetto più impegnativo nel lavoro della serie?  
«Ho recitato in inglese in una produzione internazionale in cui sono l'unico italiano del cast. L'aspetto più impegnativo è stato il ritmo delle riprese molto intenso».

                         

Il più grande consiglio che vorresti aver seguito per preparati meglio al personaggio?
«Il produttore mi ha dato solo un'indicazione: "Marco, guardati l'interpretazione di Anthony Hopkins ne Il silenzio degli innocenti"».

Lavori come modello. Qual è l'aspetto più fastidioso e più allettante di questo lavoro? 
«Il più allettante è lavorare sempre con produzioni, attori e location differenti, il più fastidioso l'invidia».

Qual è il tuo prossimo progetto? 
«Progetti ne ho tantissimi e vanno in quattro direzioni: modello commerciale, modello fashion, attore, organizzatore di eventi».