La Dea Fortuna è il nuovo film di Ferzan Ozpetek con Stefano Accorsi ed Edoardo Leo. Recensione

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“Come fai a tenere per sempre con te qualcuno a cui vuoi molto bene? Devi guardarlo fisso, prendi la sua immagine, chiudi di scatto gli occhi e tienili ben chiusi. E lui ti scende fino al cuore e da quel momento quella persona sarà sempre con te”.

Il nuovo film del regista turco Ferzan Ozpetek, intitolato La Dea Fortuna, è nelle sale cinematografiche italiane dal 19 dicembre e sta riscuotendo un meritato successo di pubblico e critica.

Il cast è composto da: Stefano Accorsi, Edoardo Leo, Jasmine Trinca, Serra Yilmaz, Barbara Alberti, Pia Lanciotti, Filippo Nigro e i piccoli Sara Ciocca (sì, proprio lei, la bambina del film di Alessandro Siani Il giorno più bello del mondo) ed Edoardo Brandi.

Accorsi ha già lavorato con Ozpetek ne Le fate ignoranti e in Saturno contro. Per Edoardo Leo si tratta della prima volta.

Ozpetek così descrive la genesi del film:«Esso è dedicato a mio fratello Asaf che è mancato lo scorso anno. Due anni fa mia cognata, che non stava bene neppure lei,mi chiamò da Istanbul per chiedermi se io e il mio compagno Simone ce la saremmo sentita di crescere i suoi figli, due gemelli di 12 anni, nel caso fossero rimasti soli. Glielo promisi subito. Poi lei si è fortunatamente ripresa ma non ho dimenticato quel momento e quella promessa. Ad Annamaria nel film accade la stessa cosa: affida i suoi figli ad Arturo e ad Alessandro”. I due, rispettivamente uno scrittore ed un idraulico, sono una coppia da oltre 15 anni e vivono alla periferia di Roma con tanti amici. Il loro rapporto è in crisi da molto tempo: passione e complicità si sono quasi spente. Arturo (Stefano Accorsi) sopporta rassegnato le numerose infedeltà di Alessandro (Edoardo Leo) che si è fatto sempre più silenzioso e sfuggente. Un giorno, un’amica di Alessandro, Annamaria (Jasmine Trinca) affida ai due uomini i suoi figli Martina e Sandro perché badino a loro mentre lei va in ospedale per alcuni controlli clinici. La sua degenza si prolunga e la presenza dei bambini dà una svolta alla loro vita di coppia. Arturo e Alessandro compiranno una scelta dettata dall’amore con un gesto folle a conferma che l’amore stesso è una piacevole follia.

Il film è intenso, emotivo e ben ragionato, girato da un Ozpetek maturo, lucido, appassionato.

Lontano da specifiche questioni di genere (i protagonisti potevano essere anche due donne o un uomo e una donna), è una storia che parla d’amore e di come esso può trasformarsi nella ricerca della felicità.

É amore il sentimento che lega Arturo ed Alessandro, è amore quello di Annamaria per i figli, è amore quello manifestato dagli amici della coppia, è amore quello che traspare in tutta la sua tenerezza tra una moglie ed un marito colpito dal morbo di Alzheimer…

Il film esplora con maestria i misteriosi sentieri del cuore e dell’animo umano e ci regala uno spaccato sulla famiglia e sulle sue dinamiche relazionali ritornando alle atmosfere un po’ sospese de Le fate ignoranti.

La cinepresa indugia sui volti dei protagonisti, sui loro sguardi pieni di segreti e aspettative e sui luoghi che fanno da sfondo alle vicende, sapientemente ricercati: il Santuario della Dea Fortuna Primigenia nella città di Palestrina, Villa Valguarnera a Bagheria,Villa Pamphili a Roma…

Stefano Accorsi ed Edoardo Leo riescono a dare ai loro personaggi credibilità e potenza. Jasmine Trinca è perfetta come madre affettuosa e figlia tormentata. E che dire di Barbara Alberti,straordinaria nel ruolo della strega malefica? Pare che Mina,l’abbia proposta per questo ruolo ad Ozpetek...

Canzoni e colonna sonora sono elementi importanti per accattivarsi la benevolenza del pubblico ed il regista turco, naturalizzato italiano, lo sa bene. In questo film si affida a Mina e alla sua Luna Diamante, scritta da Ivano Fossati, contenuta nel recentissimo album della Tigre di Cremona e del cantautore genovese. Il brano racconta i valori dell’attesa e del perdono e la voce di Mina è calda, appassionata, a tratti graffiante, sorretta solo dal pianoforte e dall’orchestra d’archi.

A Diodato con Che vita meravigliosa, il compito di suggellare il film mentre scorrono i titoli di coda.

La Dea Fortuna è un gran bel film ma Ozpetek avverte:«La Fortuna non è solo la dea bendata che dispensa i suoi favori ma come ognuno di noi reagisce al Caso e alla Sorte» e noi spettatori ne siamo consapevoli.