Valentina Varone, la fucina “Laborart” sforna un nuovo talento per "Martin Eden”

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Valentina Varone, la fucina  “Laborart” sforna un nuovo talento per "Martin Eden”

Valentina Varone, di anni 14, fa il suo esordio sul grande schermo in “Martin Eden”, film diretto da Pietro Marcello, con Luca Marinelli nei panni del protagonista, in questi giorni nelle sale italiane. Trasposizione del romanzo di Jack London, la pellicola in concorso alla 76ª Mostra del Cinema di Venezia, che ha visto il protagonista vincere la Coppa Volpi maschile.

Dopo una serie di comparse in serie come “Furore”, “Questo nostro amore70” e in film come “Il camionista” e “In punta di piedi”, la giovane e talentuosa Valentina porta avanti con tenacia il suo sogno, continuando a studiare e partecipando a diversi casting. Finalmente anche per lei arriva la possibilità di prendere parte ad un film in cui viene dato più spazio alle sue doti attoriali. 

               

La crescita artistica della Varone va attribuita alla Laborart di Gragnano, scuola della provincia di Napoli che negli ultimi anni, grazie alla professionalità degli insegnanti e dell’intero staff, è riuscita a scovare diversi bambini e ragazzi prodigio. Anche in questa occasione possiamo dire che il nuovo traguardo di Valentina Varone dimostra ancora una volta, quanto la Laborart (nata nel 1987 da un’idea di Imma Cuomo in collaborazione con l’insegnante Rosaria Cannavale) sia vicina ai propri allievi accompagnandoli nel mondo del cinema, del teatro e della televisione, attraverso un percorso formativo fatto di teoria, ma anche di pratica.

«È stata un’esperienza bella e interessante –commenta Valentina Varone - che mi ha fatto capire ancora di più quanto sia importante il mondo della recitazione. Sono già stata su diversi set cinematografici, ma l’esperienza di Martin Eden la vivo come se fosse la mia prima volta in assoluto, perché le altre volte ho ricoperto dei ruoli marginali, una semplice comparsa, fatta eccezione per “In punta di piedi” in cui ho detto una battuta. Martin Eden è il primo film in cui mi è stato dato più spazio, come figurazione speciale, quindi molto significativo».