Music & Theater

'O Diavolo nuove storie emozionali nel nuovo album di Francesco Di Bella. Intervista

 “‘O Diavolo”, terzo disco da solista per il cantautore Francesco Di Bella, uscito a fine ottobre scorso per La Canzonetta Records/Self Distribuzioni s.r.l..
L'approccio di Di Bella, che ha una storia nella musica dagli anni '90 con i 24Grana,  lo porta ad essere uno dei migliori cantautori napoletani con i suoi interessanti testi narrativi dettagliati e con emozioni contrastanti e suggestive, e con questo nuovo album ancora una volta Francesco Di Bella fa trepidare con la sua musica l’ascoltatore, ma soprattutto lo porta a conoscere nuovi personaggi e nuove storie che fanno riflettere.
 ‘O diavolo, terzo album da solista, c’è qualcosa di particolare che lo distingue dai precedenti lavori?
«È un disco in cui dal punto di vista del suono metto bene a fuoco tutto il mio passato proiettandolo nel presente. Mi piace tantissimo anche per la tematica, trovo affronti un dibattito importante sulla nostra società e sull’egoismo. Sono molto felice della maturità che risuona in tutto il lavoro. È un disco senza tentennamenti e che va dritto per la sua strada.»
‘O diavolo è anche il singolo accompagnato da un videoclip  che ha preceduto l'album. Un brano audace per la tematica trattata soprattutto in un periodo in cui la maggior parte degli artisti italiani non rischiano e tu lo hai fatto. Che cosa ti ha spinto ad osare?
«Le canzoni vengono fuori da un dibattito interno, dalla voglia di porsi delle domande,questo è il motivo per cui tengo tanto a queste canzoni. Da questo punto di vista ho sempre tenuto fede al mio modo di scrivere e di vedere le cose.»

                      
Un tuo pregio è quello di non volere rinunciare al tuo linguaggio dialettale, mantenendo un equilibrio negli arrangiamenti tra musica elettronica e pop, come nasce questa scelta?
«Il napoletano è un suono, una lingua che ha un portato storico ed emotivo a irrinunciabile. Mi piace l’idea di aggiornare questa grande tradizione e spingerla verso sonorità più moderne e verso una scrittura più contemporanea.»
Canzone ‘e carcerate richiama un tema molto legato a te già presente nel passato disco, come mai hai deciso di riproporre questa tematica? 
«Ho sempre cercato di raccontare le cose nell’ombra, quelle situazioni che possono mettono in discussione i giudizi scontati. Molto spesso mi sono sentito in dovere di stare dalla parte di Caino e mai come questa volta di fare anche la parte dell’avvocato del Diavolo. Come diceva Dostoevskji, “è bello scoprire l’oro sotto la ruvida scorza”.»
Il brano Scinne ambresso è un invito a prendere subito le scelte di vita giuste anche nella confusione della quotidianità, sei una persona che rischia nella vita?
«Direi di si ma quando poi hai dei figli ai rischi si aggiungono le responsabilità. È giusto ponderare le scelte ma poi ad un certo punto bisogna muoversi.»
Un altro brano con un messaggio forte è il Giardino nascosto, qual è il tuo giardino nascosto?
«La mia famiglia è la mia comfort zone.»