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È ritornato Jean-Claude in prima serata in Mai dire Talk! Intervista a Marcello Cesena

Da giovedì scorso su Italia Uno in Mai dire Talk, dopo circa sei anni è tornato il baronetto Jean-Claude in Sensualità a corte, ma anche altri personaggi Inusidada e Chiaro Ferragno interpretati dal geniale e straordinario Marcello Cesena, e il suo ritorno al personaggio di Jean-Claude ha fatto impazzire letteralmente il web, anche per gli altri personaggi, Madre, l’eccezionale e sempre più brava Simona Garbarino, la straordinaria Marcella Silvestri nei panni di Cassandra e Wonder Woman/Diana (Ettore) un grandioso Fabrizio Lo Presti che, in quest’ottava stagione, saranno catapultati in un crossover veramente inaspettato, con la serie di successo Gomorra e cos’altro dobbiamo aspettarci?
Parliamo del primo episodio che è stato visto a Mai dire Talk con lo spin-off di Gomorra…
«Esatto. La voglia era di cambiare, pur non cambiando i personaggi e la storia, però di cambiare ambientazione, clima e fare una cosa diversa dagli anni precedenti.»
Madre è diventata un’influencer, quindi, oggi Sensualità a corte rappresenta ancora di più un riflesso dei nostri tempi?
«Abbiamo tenuto conto che saremmo andati in un programma allegato all’attualità, come Mai dire Talk, mi piaceva fare qualcosa che fosse un po' un’ossessione di questi ultimi anni, soprattutto perché non c'era quando Jean-Claude fece le ultime puntate sei anni fa. È un argomento nuovo, presente ossessivamente nelle nostre vite, soprattutto dei ragazzi e mi pareva giusto che Madre, che si ritiene essere una ragazza, nonostante abbia 75 anni, ma crede di averne 16, quindi, credo fosse giusto che lei fosse vittima di questa nuova mania dai risvolti ancora sconosciuti e, secondo me, non intravedo grandi sviluppi positivi in questa forma di ossessione per i social.»
Jean-Claude è incredibilmente uno sgradevole sempliciotto ingenuo. Perché è così popolare? 
«Ci sono due cose che funzionano e fanno sì che un personaggio o, in questo caso, una serie entri nel cuore del pubblico, una è la longevità. Jean Claude, bene o male in questi ultimi anni, passando un po' da Mediaset e un po' dalla Rai e un po' sui social, infatti, ha avuto anche un grande sviluppo sui vari social come Facebook, è un personaggio che da tredici anni è presente nel panorama dell'intrattenimento italiano. Ci sono persone che mi scrivono e mi dicono lo vedevo da bambino e ora sono sposato e ciò fa sì che entri nel cuore. La seconda cosa, e ringrazio Dio che mi sia capitato, è un personaggio azzeccato, per una serie di circostanze anche casuali, dovuta anche alla scelta degli attori che hanno interpretato i personaggi, Madre è un'attrice formidabile,  Simona Garbarino, cresciuta tantissimo in questi anni, facendo crescere il rapporto con Jean Claude. Ho azzeccato una storia, una formula che le persone hanno dato anche una loro vita, io conosco tantissime persone che chiamano Madre, la propria madre. Conosco tantissime persone che vorrebbero presentare il loro Batman alla propria madre e sono titubanti o prendono forza da Jean Claude. È un personaggio che raccoglie tante cose tenere, reali, in cui molti si sono riconosciuti ed è per questo che l'hanno adottato e, in questi giorni, in cui siamo tornati in televisione, hanno creato una cassa di risonanza sui social che ci ha lasciato sbalorditi, non pensavamo che questa cosa potesse smuovere tanto il mondo del web, il mondo dei social.»


Ha parlato di serie,  siete arrivati all'ottava stagione…
«Sì, per calcoli fatti, che hanno fatto più i fan che io, siamo arrivati a sette stagioni più una serie di spin off e crossover, uno è andato in onda sulla Rai due anni fa all'interno di Rai Dire Nius sempre con la Gialappa's, in cui appariva Madre, Jean-François il gemello cattivo di Jean-Claude, e tra serie e spin-off siamo all'ottavo anno. Nel tempo sta diventando una serie, all'inizio onestamente ci chiamavamo miniserie, anche se in realtà eravamo una striscia comica, quasi cartoon, dove ogni volta la storia ricominciava da capo, la costante erano i personaggi ma non c'era un capo e una coda di stagione. Adesso, invece, abbiamo iniziato a progettare, a scrivere questa serie tenendo conto del fatto che ci sarà un inizio e una fine e un centro, come si fa come le “serie” serie, scusa questo giro di parole, e anche dal punto di vista dell’immagine è tutto cambiato, è tutto molto più realistico, molto più vicino a un sapore cinematografico. Dopo sei anni, la seconda ossessione che tutti noi abbiamo, oltre i social, sono le serie televisive che hanno dato i loro frutti e, inevitabilmente, abbiamo anche noi remato nella direzione di fare una roba Look Netflix.»
Che cosa rappresenta per te Jean-Claude? 
«Ogni attore comico sogna di fare un personaggio che è pubblico a tutti e quando ti capita, non è da poco, in fondo, tutti noi lavoriamo per far dei personaggi che entrano a far parte delle persone, che sono riconosciuti e amati, quindi, per me Jean Claude rappresenta l'essere  riuscito a fare  tutto questo, e ciò mi rende felice.»
Che cosa rappresenta per te, invece, interpretarlo? 
«Interpretarlo per me è come se lo facesse un altro, se non fosse per la parrucca, i denti e il vestito mi scordo completamente chi sono. È una specie di transfer strano, non saprei fare un'analisi precisa, quando poi guardo i filmati e mi vedo recitare è come se guardassi un altro attore, oramai Jean Claude appare nel mondo reale, mentre lo scrivo sembra quasi che io chieda a Madre che cosa vuol dire nella prossima puntata o lo chiedo a Jean-Claude. È strano, chiunque abbia iniziato ad affezionarsi ai personaggi sa di cosa parlo.»
Ci sono anche altri personaggi che tu hai reso immortali e sono unici come Michele l'intenditore oppure Carla Fendi. Ti faccio una domanda banale: come nascono? Da quale idiozia e follia nascono questi personaggi?
«Non lo so, ognuno negli anni a forza di farli, matura delle tecniche sue reattive che non ha assolutamente coscienza come funzioni, mi metto lì, mi spremo le meningi letteralmente e mi vengono questi personaggi, in generale, però, tutto parte da qualcosa di reale. Jean-Claude parte da un rapporto problematico madre e figlio. Michele l'intenditore parte dal personaggio di quello che è messo in mezzo dalle persone, che tutti abbiamo o subito o comunque osservato nelle nostre compagnie, nella nostra vita e di questi aspetti, ovviamente, da comico, tendo a rendere evidente gli aspetti divertenti, perché uno che viene messo in mezzo potrebbe anche diventare un film drammatico, una tragedia per niente comica ed io di queste cose che vedo, che stanno davanti nella mia vita di tutti i giorni, ne tiro fuori l'aspetto comico.» 


In Mai direTalk c'è un nuovo personaggio, Inusidada… 
«In realtà non è nuovo personaggio, Inusidada era lo sponsor a Rai dire Nius che abbiamo fatto pochissimo e mi piaceva riprenderlo e continuare a costruirlo. È questo strano miscuglio tra una fotomodella e l'uomo baffuto che offre questo profumo dagli effetti micidiali e nel corso delle puntate il pubblico capirà che effetti micidiali ha questo profumo.»
Che cosa sognava di diventare Marcello Cesena da bambino e cosa sognava Jean-Claude?
«Credo di aver avuto degli anni diversi da quelli di Jean-Claude, cioè non mi ricordo di aver voluto fare nient'altro di diverso da quello che faccio, proprio da quando ero piccolissimo. Mi ritengo una persona fortunata, so e capisco che, fare quello che ho sempre desiderato, è un privilegio di cui non posso che essere immensamente grato. Ho sempre pensato di fare una cosa strana, nel senso che non ho mai pensato di fare o il regista o l'attore o lo scenografo, volevo fare tutte queste cose insieme. Per esempio, Sensualità a corte è un contesto dove posso fare e realizzo tutto questo ed è molto divertente, anche se è difficile farlo capire alle persone, ai produttori in primis, quando propongo di fare queste serie, ma, di fatto, è un qualcosa di cui io do sfogo a tutte le mie “voglie creative” e, quindi, di grande gratificazione per me. Quello che voglia fare Jean-Claude, secondo me, è più semplice ed è fidanzarsi con Batman e superare questo rapporto edipico con sua madre che in questa serie, tenta di superare nel modo più dolente, eliminandola, quindi, non è tanto ingenuo, alla fine sobillato dalla fidanzata/fidanzato e un po' perché cresciuto, alla fine sta cercando di cooptare dalla Camorra un killer per farla fuori, quindi, non è sto figlio che tutte le mamme vorrebbero avere.»
Abbiamo visto dal primo episodio che Madre è ipoteticamente morta, un po' come nella serie "Le regole del delitto perfetto (How to Get Away with Murder)" che all'inizio c'è un omicidio, ma non sappiamo come sia avvenuto e chi sia stato?
«Il meccanismo è esattamente questo, ho mutuato tantissime cose, tantissimi meccanismi narrativi dalle serie vere o dai film e, quindi, mi piaceva l’idea di fare qualcosa dando prima il finale  e che suscitassero domande: Cosa cavolo è successo per arrivare a questo? Quello che sto vedendo è realmente successo oppure c'è qualcosa per cui vedo una cosa, ma in realtà ne è successa un'altra? Ciò lo scopriremo nel corso delle puntate.»
Quanto, invece, delle battute di Jean-Claude o dei tuoi personaggi sono quelle che di solito usi nella tua vita?
«Io parlo esattamente come parla Jean-Claude, noi parliamo tutti i “nation”, sbagliamo i congiuntivi e, comunque, neanche m’ispiro, ho preso paro paro le cagate che ci diciamo fra amici eccetera, quindi, mi sono auto plagiato.»

                          
Quanto ti muovi sul mondo digitale, sui vari social o ti astieni?
«Devo dire che è una cosa che io non ho capito tanto, non ho snobbato, ma non l’ho capita per tantissimi anni. All'inizio dell'uscita di Mai dire lunedì nel 2005, l'anno in cui è nato YouTube, veniva la gente a dirmi che su YouTube c’erano dei video di Jean-Claude e Dr House che avevano superato un milione e mezzo di visualizzazioni ognuna. Ero contento, ma non capivo che cosa significasse, ora il mondo dello spettacolo e non solo vive di questa cosa, ormai è una follia paradossale dall’altra parte, per cui c'è una considerazione di quest’affetto delle persone, che sono spesso misurate in followers eccetera, che trovo delirante completamente. Come per tutte le cose nuove, non bisogna rifiutarle, ma capirle tentando di fare una vita social, ho una mia pagina Instagram e una pagina Facebook abbastanza frequentate, dove posto le mie cose, dove ci sono molte visualizzazioni e le uso esattamente come si può usare una televisione, è un posto dove metto le cose mie e in cui le persone vanno e le vedono.»
Ci sarà qualche nuovo personaggio particolare che stai preparando?
«No, in questo momento, una volta stabiliti i personaggi nella trasmissione che sono Jean-Claude, Inusidada e Chiaro Ferragno che è molto divertente e nelle prossime puntate si chiarirà. Adesso stiamo lavorando come dei pazzi, montando, doppiando, scrivendo, non c’è neanche il tempo,  non dico di prendere un gelato, ma neanche de magnà. In questo momento di creatività ci siamo focalizzati sulle cose che stiamo facendo e poi vediamo.»
In quale casa stai registrando adesso? So che vai di casa in casa a montare set e a girare episodi.
«No, adesso, siamo sempre a Genova, la città dove ho sempre lavorato e anche abitato nei primi anni, adesso abito a Roma, però ho messo le mie radici lavorative, quindi, siamo a Genova, abbiamo un posto adattato a studio televisivo in cui giriamo, perché avevo esaurito casa di amici miei e parentado e, quindi, sono stato costretto ad affittare un posto.»
E, quindi, non c'è più l'incubo dei tuoi amici che ti vedono presentare con telecamere  e vestiti?
«No, no, no, adesso siamo in un ambito vagamente professionale.»