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Al Festival Internazionale del Cinema di Pompei: trionfa In the Nguyen Kitchen di Stéphane Ly-Cuong

Foto di Nicola Garofano

Si è conclusa con una serata memorabile la prima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Pompei, diretta da Enrico Vanzina e presieduta da Annarita Borelli. Il Teatro Grande del Parco Archeologico si è trasformato in uno dei palcoscenici culturali più suggestivi d’Italia, ospitando oltre 500 spettatori in un evento che ha saputo coniugare arte, musica e grande cinema.
A dominare la competizione per i lungometraggi è stato il film In the Nguyen Kitchen del regista franco-vietnamita Stéphane Ly-Cuong, distribuito in Italia da KitchenFilm. Un’opera intima e vibrante, capace di conquistare giuria e pubblico con una narrazione che intreccia identità culturale, sogni artistici e legami familiari, il tutto raccontato attraverso il linguaggio coinvolgente del musical.
Il direttore artistico Enrico Vanzina non ha nascosto la propria emozione: «Un film è un capolavoro. Un musical ambientato a Parigi, che parla della difficoltà in una famiglia vietnamita vecchio stile, con una ragazza più giovane, che invece è una parigina, tutti cresciuti a Parigi, che vuole fare il musical. Quando l’ho visto ho pianto, e non è tanto facile piangere al cinema, ed è la cosa più bella. Ridere e piangere al cinema è la cosa più bella».
Emozionatissimo il regista premiato, Stéphane Ly-Cuong, che ha voluto sottolineare il valore culturale del riconoscimento ricevuto:
«Non parlo molto bene l’italiano, ma voglio dire grazie mille per il premio. Grazie a Enrico, ad Annarita e anche a Massimo. Ora passerò all’inglese, perché ho finito le parole in italiano. Voglio ringraziare anche il mio distributore italiano, Kitchen Film. Il film uscirà in Italia dopo l’estate, quindi sono molto felice che possa essere visto qui. E sono anche davvero felice di essere presente in un festival che celebra l’identità culturale. Credo che la mia identità franco-vietnamita abbia diversi punti in comune con quella italiana: l’amore per il buon cibo, per la famiglia, per le tradizioni… e anche per le madri con una forte personalità. Con questo film volevo raccontare come trovare un equilibrio quando nasci, ad esempio, in Francia, ma hai genitori stranieri. Come si può trovare il proprio spazio tra due culture? Credo sia una situazione comune a tante persone in molti Paesi, perché le nostre radici spesso non coincidono con il luogo in cui siamo nati. Quello che abbiamo voluto fare con questo film è trasmettere e condividere la gioia. Perché penso sia importante ricordare che il cinema serve anche a questo: a condividere emozioni profonde, e la gioia è una delle più belle da condividere».


Nella sezione cortometraggi, il premio è andato a 154, toccante corto italiano firmato da Andrea Sbarbaro e Riccardo Copreni, con la partecipazione di Giovanni Storti, volto amato del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo. Tra gli applausi anche i rappresentanti del film giapponese Let’s Meet at Angie’s Bar di Yurugu Matsumoto e il regista italiano Gino Rivieccio, entrambi in concorso.
Ad aprire la cerimonia, la suggestiva performance del maestro Domenico Sepe, che ha scolpito dal vivo una figura ispirata al Fauno pompeiano su un corpo umano, rendendo tangibile lo spirito del Festival. Le emozioni sono continuate con le musiche dell’Orchestra della Banda dell’Esercito Italiano e la voce intensa del mezzosoprano Lucia Rubedo. Ospiti anche i Soul Food Vocalist che hanno cantato The show must go on, sulle note del gospel e del soul.
La serata, condotta da un elegante Sergio Assisi, ha visto anche l’assegnazione dei Premi alla carriera a due grandi protagonisti del nostro cinema: il regista Neri Parenti, omaggiato calorosamente sul palco pompeiano, e l’attore Luca Ward.