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Vanessa Redgrave: una leonessa a Venezia!

Ieri sera la grande attrice londinese Vanessa Redgrave ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera durante la cerimonia di apertura della 75ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Classe 1937, figlia di celebri attori inglesi (Michael Redgrave e Rachel Kempson), è stata candidata all'Oscar per ben sei volte, vinto nel1978 per il film Julia diretto da Fred Zinnemann. Ha vinto la Volpi Cup di Venezia nel 1994 per Little Odessa e può anche contare un Tony Award, un Olivier Award, un Emmy, un BAFTA Award e un Golden Globe tra i molti riconoscimenti, interprete d’innumerevoli produzioni teatrali rimaste storiche, sposata dal 2009 con l’attore Franco Nero dal quale ha avuto un figlio Carlo, è stata ed è la paladina di mille battaglie.

É una donna tenace, volitiva, appassionata che non sa chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie. Ambasciatrice UNICEF, presidente dell’International Artist Against Racism, si è  sempre battuta per i diritti umani, protestando per la cessazione delle attività militari prima in Vietnam e poi nel Kosovo e in Cecenia. Ha sposato la causa dell’indipendenza palestinese. Non ha mai lesinato critiche ai potenti di turno. Ha sfruttato la sua enorme popolarità e il suo grande carisma per attirare l’attenzione su  problemi di scottante attualità.

   

Eppure la sua vita è stata costellata da grandi dolori: la perdita di sua figlia Natasha e dei fratelli Corin e Lynn. Proprio questi lutti hanno ancor più plasmato la sua indole battagliera e il suo spirito da “leonessa”. Il tributo che ha ricevuto ieri a Venezia non solo è suggello alle sue grandi interpretazioni ma premia un’artista fortemente attiva nel sociale.  
La sua ultima fatica, che la vede impegnata come regista al suo debutto, è il documentario Sea sorrow-il dolore del mare sulla condizione dei profughi.

In recenti interviste ha detto che il termine “migrante” non è adatto a indicare una  persona che lascia la propria terra e i propri affetti per recarsi in altri Paesi e migliorare la sua vita. Il termine più appropriato è “profugo” perché queste persone sono costrette dalla violenza della guerra ad abbandonare la loro patria e l’Europa non fa abbastanza per loro.
Chiunque aiuta una persona bisognosa, chiunque offre aiuto agli altri fa rivivere il mondo.
Questo è il messaggio di speranza che la Redgrave ha portato a Venezia e noi non possiamo che essere d’accordo con lei.