«Spero che questo momento sia utile per farci riflettere sul senso della vita e su quanto valga e che le cose possano cambiare dopo». Intervista a Boreale

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Dallo scorso 26 marzo, in radio e in digitale si può ascoltare il quinto singolo dal titolo Meraviglia (Rumore di zona / The Orchard) di Alessandro Morini, in arte Boreale, cantante romano ed ex membro del complesso Mary In June.
Dopo i suoi precedenti singoli: Maggio ’96, Maremoto, Niente, Kilometri, arriva Meraviglia, che parla di una storia vissuta intensamente tra malinconia e stupore in cui le sonorità elettroniche prendono il sopravvento accostandosi a quelle morbide ed eleganti del pianoforte. É stato registrato e mixato da Studio Nero a Roma e prodotto da Marta Venturini.
Noi di The Cloves Magazine lo abbiamo intervistato pochi giorni fa.
Meraviglia è il titolo del tuo nuovo singolo. Una storia sofferta, ma pronto a fare una rivoluzione, a quale ti riferisci?
«Quando parlo di rivoluzione, mi riferisco a quella interiore, al mettersi in discussione e soprattutto al credere in se stessi. Credo si possa davvero cambiare qualcosa, è una questione di forza interiore, se si è in due tanto meglio».
Ci spieghi com’è nato quest’ultimo singolo?
«È nato in maniera molto spontanea, di pancia. Mi ricordo ancora che mi svegliai durante la notte per fermare l’idea, cosa che faccio spesso, ma a volte svegliandomi di colpo e in stato confusionale registro cose che la mattina seguente sono davvero incomprensibili, quella notte invece riuscii a registrarla decentemente». 


Dopo diversi singoli, quando uscirà un tuo primo album, sai già quali brani includere e se stai scrivendone degli altri… 
«Il disco sarebbe dovuto uscire a febbraio, ma purtroppo causa Coronavirus è slittato tutto, come anche alcuni concerti che avevo già in programma. Stiamo lavorando al disco, grazie soprattutto a Marta Venturini che si sta occupando della produzione e Andrea Zarrilli (tastiere e synth) che mi porto dietro dai tempi dei Mary in June che si occupa della pre produzione insieme a me sempre. Sto scrivendo cose nuove, soprattutto in questi giorni di quarantena, nel disco ci saranno credo 11/12 brani e spero possa uscire a settembre/ottobre, emergenza permettendo».
Nelle tue canzoni parli spesso dell’amore. Che cosa rappresenta per te questo sentimento?
«È sempre difficile rappresentare questo sentimento, io provo a esprimerlo attraverso le canzoni grazie a quello che vivo, anche perché credo che l’amore sia una molteplicità di emozioni, ci riempie spesso le giornate, ci fa ridere, ci fa piangere, ci fa disperare. Amare è un sentimento che nasce dalla volontà di correre verso un qualcosa che assomiglia alla felicità, verso qualcosa che possa cambiare o rivoluzionare la nostra esistenza».
All’anagrafe il tuo nome è Alessandro Morini. Quali ragioni ti hanno spinto a preferire il nome d’arte Boreale? E fra quanti hai scelto?
«È stata tutta colpa di Super Quark, uno dei miei programmi preferiti in realtà, che mandava in onda un servizio sulle terre del Nord e nello specifico proprio sull’aurora boreale, ed è proprio da lì che nasce tutto, mi piaceva che quei colori fossero associati al mio nuovo percorso».


Hai suonato per diverso tempo con i Mary In June. Per quali motivi hai abbandonato la band?
«Sì, ho suonato per diverso tempo con i Mary in June e sono stato uno dei fondatori con Aron Carlocchia. Sono tuttora molto affezionato al progetto e un po’ mi manca quella dimensione ma avevo bisogno di un cambiamento abbastanza radicale. Ho iniziato a scrivere cose nuove proprio durante il tour dei MIJ e mi sono accorto che le canzoni che uscivano erano un po’ diverse rispetto al passato così ho sentito la necessità di raccontare le mie storie, quelle più intime e personali. Ecco perché mi è sembrato giusto iniziare un nuovo percorso».
Come e quando ti sei avvicinato al mondo della musica?
«Ho iniziato intorno ai 9 anni, mia madre mi costrinse a prendere lezioni di pianoforte e la maestra mi diceva spesso che avevo una bella voce e che ero portato per il canto. Abbandonai, però il pianoforte e iniziai a suonare la chitarra completamente da solo, i primi amori furono Lucio Battisti, Lucio Dalla, Ligabue, Venditti, Celentano e Vasco Rossi, mi sanguinavano le mani mentre suonavo e cantavo le loro canzoni».
Quali generi di musica ascolti e quali sono i tuoi artisti preferiti?
«Vado molto a periodi, ascolto davvero parecchia musica e spazio molto, negli anni ci sono stati vari artisti che hanno caratterizzato il mio modo di scrivere, uno su tutti è sicuramente Lucio Dalla, ma anche tutto il resto di cantautori italiani quali Adriano Celentano, Luciano Ligabue, Gianni Morandi, Vasco Rossi, De Andrè, Rino Gaetano, Venditti, Gaber, Vinicio Capossela, e poi c’è tutto quel mondo in parte elettronico e non, come i Tame Impala, James Blake, Bon Iver, Coldplay, Lcd Soundsystem, Apparat, Drake, Kanye West, Salmo, Brunori e tanti altri».


Ami molto viaggiare. In Kilometri parli, infatti, dell’India. Quali altri Paesi vorresti visitare?
«Beh, l’India l’ho vista già tre volte, non considerando il viaggio in Sri Lanka, e ho scritto spesso canzoni di quei viaggi. L’Oriente mi affascina molto e credo ci tornerò, appena tornerà tutto alla normalità prenoterò un viaggio per il Vietnam, Laos e Cambogia».
Che cosa vorresti dire ai tuoi fan in questo momento così difficile per l’Italia?
«Potrei consigliare loro di stare a casa o dirgli che andrà tutto bene, ma penso che questo momento possa essere utile per farci riflettere davvero sul senso della vita e su quanto valga davvero, e spero tanto che molte cose possano cambiare dopo tutto questo».
Hobby? Ultimo libro letto? Fumetti? e/o altro…
«Leggere fumetti, coltivare l’orto e fare il pane. Sto leggendo Charlie non fa surf di Giuseppe Catanzaro e Cronache di Gerusalemme di Guy Delisle».

Al termine di questa bella intervista e nell’attesa del primo album noi di The Cloves Magazine formuliamo a Boreale tanti auguri di una carriera musicale lunga e ricca di soddisfazioni e con unanimi consensi di pubblico e critica.