“Settembre (Love September)” l’esotismo dance melodico nel secondo singolo di Adèl Tirant - Intervista

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Settembre (Love September)” è il secondo singolo di Adèl Tirant, prodotto artisticamente e arrangiato da Giovanni Paolo Liotta, in attesa del disco d’esordio “Adele e i suoi eroi” su etichetta Soter.
Il ritmo di Settembre (Love September) è allo stesso tempo fresco e frenetico e dal tono dolce e aspro il cui ritmo può virare dall'edonismo dancefloor all'introspezione lunatica in un attimo.
Settembre (Love September) insieme al primo singolo “Un homme qui me plait comme toi”, sono due brani iper-reali che provocano da subito un’intensa esplosione di eccitazione in chi li ascolta, e se queste sono le prime pallottole  di “Adele e i suoi eroi” sarà un album intelligente, energico, tragicomico e assolutamente geniale. 

Secondo singolo, Settembre (Love September), in attesa del tuo album, che colpisce da subito per gli ottimi arrangiamenti e poi dall’ironica scrittura di un’ipotetica fine di un amore estivo paragonato all’abbronzatura:«Non mi dire che sei come la mia abbronzatura. Eppure come lei, sei il frutto di un fortissimo calore…». Ce ne parli?
«Settembre parla della scia che lascia l’estate sul corpo e sulla mente. L’ispirazione viene da una lettera che ho letto tempo fa su di un giornale: la confessione anonima e struggente di una donna che rivela la sua difficoltà a riprendere la routine autunnale e quindi la sua vita, dopo il travolgente e libero scorrere dell’estate. Si chiede se davvero la vita estiva che ha lasciato, sia quella che vuole riprendere a Settembre, se lei, che si è lasciata andare, voglia aderire alla sua vita di sempre, con il lavoro da riprendere, i bambini da accompagnare a scuola, il marito da accontentare. Questa lettera mi ha commosso e coincide col mio stato d’animo di quel momento: mi trovo su un bus di Roma, ho lasciato la Sicilia per riprendere la mia vita romana, ho lasciato alle spalle un amore estivo e mi sento scollata come la donna della lettera. Un violino suona sull’autobus e, quando vedo i musicisti per strada, do sempre i soldi perché, mi dico che, se lo faccio, la musica continua a esistere: “La musica deve continuare” (come dico nel testo). Consacro i miei spicci a Pan e comincio a scrivere sul mio taccuino, riuscendo a ingoiare il magone scrivendo, mettendo nel testo un atteggiamento svampito e civettuolo, a me molto caro, che stempera i toni del sentirsi un pesce fuor dall’acqua dell’estate e la sua semplicità.»
Ironia che abbiamo apprezzato anche nel tuo primo singolo “Un homme qui me plait comme toi”. Quanto l’ironia serve per sconfiggere i propri “malanni e acciacchi” in amore e nella vita e nella musica? 
«Direi che è fondamentale, i più grandi comici e umoristi sono quelli che hanno reagito a una vita dura, basti pensare a Chaplin o Achille Campanile...»
Com’è nata “Un homme qui me plait comme toi”’ e la musicalità da cosa o chi trae ispirazione?
«É nato nel 2016, durante uno stage a cura di Tony Bungaro e uno dei compiti è stato quello di sviluppare il testo di una canzone intorno a un tema da lui suggerito. Il tema era “un uomo che mi piace tanto”. Il brano ha una costruzione molto particolare, a partire dall’uso del francese, quasi un’esigenza naturale che nasce dai miei ascolti, da Gainsbourg a Piaf, da Trenet a Zaz… e da un profondo amore per il suono di questa lingua e per la mia abitudine  a essa, essendo diventata negli anni un’interprete del repertorio Piaf. Il testo ha un arrangiamento sixties, suggerito dalla passione per i film e la musica del periodo. A contribuire alla qualità dell’arrangiamento c’è l’esperta mano del cantautore e compositore Giovanni Block, che ha saputo leggere la giusta atmosfera evocata.»

        
        Foto di Alberto Guerri

C'è un messaggio che vuoi trasmettere o un significato nascosto in questi due singoli?
«C'è la vita, la resistenza, la forza e l'amore per la leggerezza.»
Quanto ti ha rafforzato caratterialmente mettere su carta, tutti i tuoi pensieri e gioie e delusioni, creando i brani per il tuo nuovo album?
«Non direi che mi ha rafforzato, la scrittura ha sempre fatto parte della mia vita, in sé è terapeutica. I brani sono nati durante impetuosi momenti d’ispirazione, momenti liberi, in cui il pensiero di un album non c'era affatto.»
Qualche anticipazione sul tuo nuovo album? 

«Il mio album è un disco pieno di vita, di sincerità e di voglia di creare bellezza.»
L'intero album rientra in un particolare genere musicale o prende in prestito da più generi?
«Rientra nel genere pop d'autore, sconfinando nella ballad blues, in un brano che si chiama "L'incantesimo delle briciole", fino alla disco come in "Settembre (Love September)": questa trasversalità fa parte del mio carattere ed è inevitabilmente confluita nel disco.»