"Senza versare una lacrima" è l'ultimo inedito di Rita Manelli. Intervista

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È in rotazione radiofonica e disponibile in digital download “Senza versare una lacrima” (Rosso al Tramonto), il nuovo brano della cantautrice pugliese Rita Manelli. È online su YouTube anche il videoclip.

''Senza versare una lacrima'', con il quale Rita ha partecipato alla finale di Area Sanremo 2018, è stato scritto dalla stessa cantautrice pugliese in collaborazione, nella composizione della musica, con Luca Sala.

Rita Manelli ci ha presentato il suo ultimo inedito e si è raccontata alle nostre pagine.

Partiamo dal tuo ultimo inedito “Senza versare una lacrima”, qual è la storia che ci racconti e il messaggio che vuoi comunicarci?

«É sia un messaggio personale sia universale, perchè nella canzone parlo di cosa, da qualche anno, la musica sia diventa nella mia vita, parlo delle emozioni che mi trasmette e di quello che riesce a darmi. Il messaggio che voglio mandare al pubblico è quello di non arrendersi mai e di avere sempre speranza in tutte le cose che si fanno nella vita ma, soprattutto, di crederci sempre».

C'è una frase che tu canti nell'inciso che, secondo me, sintetizza il senso della canzone e cioè “Venderei l'anima senza versare una lacrima”. Quando l'ho ascoltata mi è venuta in mente una frase di Sant'Agostino e cioè “le lacrime sono il sangue dell'anima”. La tua è una frase molto forte, ma rende sicuramente l'idea della tua determinazione...

«Certamente, per scrivere "vendere l'anima" significa che il livello di determinazione è davvero alto. Senza versare una lacrima, nel senso che, attraverso le lacrime stesse, si può conquistare tutto quello che si vuole perché secondo me nel lavoro, anche se per me è passione, bisogna anche attraversare dei momenti bui, momenti di rabbia e momenti di difficoltà per capire veramente il senso di quello che stai facendo».

Determinazione però  che passa attraverso lo studio...

«Sì, lo studio è alla base di tutto. Ora sto studiando al conservatorio ed ho appena finito il secondo anno di corso pop al Giuseppe Verdi di Milano, ma prima ancora parte dal conservatorio che ho frequentato in Puglia dove ho studiato prima canto jazz per poi passare al pop».

La canzone è accompagnata da un videoclip dove tu, in alcuni momenti, sei seduta su delle scale. Recentemente hai postato su Facebook una foto nella quale sei seduta su alcuni gradini e fai riferimento alla gioia, ai sorrisi e agli attimi di debolezza della vita. Possiamo dire, quindi, che le scale possono essere una metafora della tua vita?

«Si, perché no? Le metafore, in questo periodo della mia vita, possono essere tante. Quel post si riferisce a un concerto che ho tenuto poco tempo fa e proprio dietro quelle scale sappiamo solo noi cosa c'è. Ogni scalino che saliamo nella nostra vita serve sempre a qualcosa e a procurarci emozioni. Lo storyboard del video è stato creato insieme al videomaker e, principalmente, abbiamo messo su due piani paralleli la musica e il ballo intesi come forme d'arte ed è stato girato a Milano che il luogo dove tutto ha avuto inizio».

Quanto credi siano importanti i social networks per la musica?

«Penso che, al giorno d'oggi, siano molto importanti soprattutto sia per farti conoscere, perché ci sono molti ragazzi che vogliono raggiungere questo sogno e sia per cercare la propria personalità caricandoci il proprio vissuto. Credo comunque sia importante essere sempre se stessi anche sui social».

E, quindi, secondo te, è possibile giudicare un artista soltanto dai followers e dal numero delle visualizzazioni?

«No, questo proprio no, perché spesso sui social mettiamo soltanto alcune parti di noi stessi. Secondo me molti esagerano. Io, sui social, cerco di essere sempre me stessa, quindi, tutto quello che mi va di scrivere lo scrivo con tranquillità e serenità al di là dei followers, che spero comunque un giorno ne arrivino un po' di più (ride). Però mi fa piacere che la gente mi segua e che commenti sia nel bene che nel male».

Senza versare una lacrima è stata scritta da te, come le altre canzoni che hai pubblicato. Puoi spiegarci il tuo processo di scrittura delle canzoni?

«Per Senza versare una lacrima, ad esempio, ero in un momento della vita in cui tutto era cambiato, si stava evolvendo. L'anno scorso mi sono trasferita a Milano e ho voluto scrivere di cosa sia la musica per me, anche dei sacrifici che ho fatto, anche se per me non sono sacrifici ma un piacere e volevo racchiudere tutte queste esperienze in una canzone. È partito tutto dal testo e da semplici accordi, piano e voce».

Quali sono i tuoi progetti futuri e a cosa stai lavorando adesso?

«Sto scrivendo delle nuove canzoni e sto cercando di capire qual è davvero la mia strada basandomi, comunque, su tutto il lavoro che ho fatto fino ad ora ma cercando anche di cambiarlo, ci vuole un pizzico di follia per cambiare. Il cambiamento fa capire meglio la tua personalità perché quello che è uscito finora di me, è soltanto una parte. Io mi sento pop ma attraverso il mio timbro e la mia personalità vorrei portare un pizzico di originalità».

A me piace abbinare la musica alla cucina e quindi ti chiedo, se tu fossi un piatto che piatto saresti e perché?

«Io sono un po' strana perché mi sento molto pizza e patatine fritte (ride)».