"Scorpio" l'ultimo Ep di Afra Kane. Intervista

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"Oggigiorno essere coraggiosi ed onesti con sè stessi, in una società in cui devi per forza di cose rientrare in una categoria, è considerato fuori dalla norma." 

Lei è Afra kane che ci ha presentato il suo Ep Scorpio e si è raccontata alle nostre pagine.

Il tuo Ep Scorpio è composto da 6 brani. Quali messaggi vuoi comunicarci con le tue canzoni, possiamo trovare un elemento in comune alle sei canzoni o con ogni singolo brano vuoi comunicare messaggi diversi?

«In realtà con "Scorpio" l’idea era quella di mostrarmi interamente nelle mie diverse sfaccettature. Non c’è veramente un elemento in comune, ma sono sicuramente tutte legate dalla voglia di raccontarsi e scoprirsi. Con ogni canzone è racchiusa una storia diversa e un messaggio diverso, dettato da un’esperienza reale ed emozioni che ho cercato di rendere in musica».

Me, Myself & Music, Afra Kane, Them or Me sono tre delle canzoni che compongono Scorpio, che, già dal titolo, fanno un chiaro riferimento a te stessa. Ma tutte le canzoni ci parlano di te, del tuo vissuto, quali storie ci racconti?

«Queste tre canzoni descrivono un amore profondo verso la musica e il desiderio di voler creare qualcosa di diverso e restare fedele a me stessa, affrontando la sfida di non soccombere a determinate pressioni, giudizi, o critiche che spesso ho riscontrato nell’universo degli studi accademici musicali. É difficile per un artista creare un’identità propria, ed è facile farsi influenzare da persone che cercano di indirizzarti verso una direzione più determinata, piuttosto che una più autentica. Queste tre canzoni hanno uno stile molto diverso tra loro e credo che per ora la mia identità risieda nel fatto di abbracciare questa diversità stilistica, che mescola la musica classica, con il soul, il jazz e anche un con po’ di funk. Queste canzoni rinviano indirettamente anche all’autoriflessione “I’ve got in mind a new melody, it’s called being brave and having integrity”, il primo verso di “Them or me” indica che oggigiorno essere coraggiosi ed onesti con sè stessi, in una società in cui devi per forza di cose rientrare in una categoria, è considerato fuori dalla norma».

Hai dichiarato che Fucked up mind, beautiful soul è nata da una pura sperimentazione artistica, dall'unione di generi diversi di musica quali quella classica, soul, R'n'B e blues. La storia della musica internazionale è ricca di esempi di sperimentazione musicale, dell'unione di diversi generi ad esempio musica classica e rock, da Bach a Le Orme e ai Procol Harum, da Mozart alla PFM. Questa tua canzone ti ha dato la possibilità di unire tutte le tue passioni, di farti sentire te stessa?

«Diciamo che è così. In questa canzone sono completamente spoglia. É un brano in cui parlo anche di depressione, e del fatto di non capire i miei stati d’animo. Questo brano è 100% Afra Kane, perché Afra Kane è pianista classica e cantante soul: mi rappresenta pienamente.»

In Afra Kane canti "I'll sing if I want to" e "cause I've been given the opportunity to create and I'll take it", vuol dire che sei consapevole di quello che sei e di quello che vuoi fare?

«Sì. Per anni mi sono immaginata d’intraprendere una carriera come pianista e ho sempre avuto timore di mettere da parte il pianoforte per il canto e il songwriting. Ho sempre pensato che cantare non fosse rispettabile quanto suonare il pianoforte, lo strumento per eccellenza. Più gli anni passavano però, più mi rendevo conto che, senza il canto, ero incompleta; non l’ho mai studiato, però ho avuto la fortuna di scoprire la mia voce ascoltando i migliori. Se prima mi vergognavo di voler scrivere canzoni, adesso sono consapevole che è un dono che non tutti hanno, ed è sicuramente qualcosa che non voglio abbandonare nel comodino».

Quando crei la tua musica, dove ne nasce l'idea, dalla tua mente o dalla tua anima?

«É una cosa che nasce dall’anima ed è lavorata dalla mente. Molto spesso è un innato desiderio di semplice espressione, soprattutto qualora si è consapevoli che non c’è nessuno con cui parlare o che può capirvi».

Afra Kane e Twenty II sono accompagnati da video musicali che hanno in comune l'acqua, in generale, la natura. In Afra Kane sei in riva al mare, in Twenty II sei prima in una vasca da bagno piena di acqua e poi ti avvicini ad un lago. Anche il video no Pain no gain di tre anni fa ti ritrae in un parco. Hai dato tu qualche suggerimento per la realizzazione di questi video?

«Per quanto riguarda Twenty-II tutte le location dei piani di shooting sono state scelte da me, l’idea era quella di sfruttare i paesaggi magnifici di Neuchatel (la città svizzera in cui abito). Per quanto riguarda Afra Kane e No pain, no gain, i video sono stati filmati rispettivamente a Zandvoort, in Olanda e a Ferrara in italia e in entrambi il realizzatore ha avuto carta bianca».

Aprirai i concerti in Italia di Jack Savoretti, hai dichiarato che casualmente ti ha trovata su Instagram. Ci puoi raccontare com'è andata e conoscevi già la musica di Jack Savoretti?

«Penso che probabilmente-non sono sicura- Jack Savoretti mi abbia scoperta su instagram, quando il Montreaux Jazz Festival annunciò il programma di uno dei loro eventi all’istituto svizzero di Roma, pubblicando la mia foto sul loro profilo. Da lì, molte persone avevano cominciato a seguirmi tra cui Jack Savoretti, il quale mi mandò un messaggio, dicendomi che era fan di quello che facevo. Essendo che mi capita spesso di ricevere scam o messaggi da profili falsi, non ci ho fatto subito molto caso. Qualche giorno dopo, mi ha scritto anche il suo manager, chiedendomi il mio numero e spiegandomi che Jack non smetteva di parlargli di me. Sono andata ad ascoltare la sua musica e sono rimasta allibita: in primis, per la sua voce straordinaria; e poi perché non riuscivo a credere all’idea che un artista, con milioni di ascolti e visualizzazioni, potesse amare il contenuto spontaneo e non sempre ben curato del mio profilo instagram, a tal punto da volermi per i suoi concerti in Italia. Diciamo che non ci ho creduto finché il suo manager non mi ha mandato la conferma definitiva dei concerti di apertura. Molti dei miei amici sono dei fan e trovano anche loro la cosa alquanto incredibile».

Possiamo aspettarci qualche tua prossima canzone in italiano o credi che per il tuo genere di musica sia più adatta la lingua inglese?

«Ci ho sempre pensato, e dato che parlo quattro lingue, questa domanda mi viene fatta anche da amici latino americani e francesi: “Perchè non canti in spagnolo?” “Hai mai provato a cantare in francese?”. Non nego che in futuro possa accadere. Ma ho sempre avuto la sensazione che all’italia non piacesse il mio stile, forse un po’ troppo da nicchia. A livello dell’espressività vocale, mi è difficile riprodurre quello che faccio cantando in inglese e odio non riconoscere la mia voce».

Oltre ad aprire i concerti di Jack Savoretti, quali sono i tuoi programmi futuri?

«Ho ricevuto varie richieste di collaborazioni con artisti appartenenti a mondi musicali molto diversi dai miei. Il che mi spingerà a riscoprirmi di nuovo in termini musicali, cercando comunque di restare chi sono sempre stata. Inoltre, in primavera e estate sarò in tournée europea con un’altra artista di nome Muthoni Drummer Queen. Oltre alle collaborazioni, i miei programmi futuri includono lavorare sul mio prossimo singolo (e possibilmente su un nuovo disco) e organizzare una nuova tournée internazionale. Ritornerò in studio subito dopo i concerti con Jack Savoretti».

Mi piace abbinare la musica alla cucina e quindi ti chiedo se tu fossi un piatto che piatto saresti?

«Lo so che non è esattamente un piatto, ma credo che sarei piuttosto un dolce: il tiramisù. Credo che la mia musica sia un miscuglio tra il dolce e l’amaro e sia caratterizzata da diverse tessiture amalgamate tra di loro».