“Quando ho scritto per Mina non mi rendevo conto dell'importanza”. Intervista ad Ania Cecilia

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“Quando ho scritto per Mina non mi rendevo conto dell'importanza”. Intervista ad Ania Cecilia

Ania Cecilia, a seguito di tre straordinari dischi Tutto e niente (2006), Nuda (2008) e ROmantiCK Cinema (2012) e svariati singoli e tutti si distinguono, chiedendo di essere ascoltati, ancora e ancora, capolavori di composizione musicale e arrangiamento, con testi straordinari contemporaneamente vulnerabili e sicuri, è tornata a scrivere per lo spettacolo teatrale di Maurizio CasagrandeMostri a parte”, la canzone si chiama Dolcissimo Errore, scritta a quattro mani con lo stesso Casagrande.
Autrice anche per altri artisti come Mina, Alibi (2006), Patty Pravo, La vita è qui (2011) e ancora per Mietta, Lee Ryan, Antonino etc. Ania Cecilia esprime nei suoi testi un lato più personale e stravagante, dando vita a un'esperienza intima per i suoi fan e no. Nel 2017 ha debuttato anche come scrittrice con uno splendido romanzo, Amaranto (PubGold ed.).
In questo periodo è impegnata nell’apertura di una scuola, l’Academy Artist, per formare nuovi e giovani talenti, ha aperto anche un’etichetta discografica a Londra, la Bye Bye Records Productions e sta anche scrivendo un nuovo album, dove sta cercando un territorio inesplorato, l'argomento delle canzoni la porterà in posti che non ha mai visto negli album precedenti o quantomeno accennati.
Parliamo della tua collaborazione con Maurizio Casagrande, in questo suo nuovo spettacolo, "Mostri a parte"…
«C'è una canzone inedita scritta da me e Maurizio che si chiama “Dolcissimo errore”, ed è una sorpresa, perché lui è in veste di cantautore. C'è una bella storia dietro, perché un po' di anni fa Maurizio mi fece sentire alcuni brani che lui aveva scritto nel corso della sua vita e mi chiese cosa ne pensassi e me ne fece scegliere uno e tra i vari brani che ho ascoltato, mi è piaciuto questo qui. L’ho preso, revisionato qualcosa, ho scritto delle parole nuove e l’ho fatto un po' mio. A lui è piaciuto tantissimo ed è nata “Dolcissimo errore”, che è anche un po’ il suo esordio come autore.»
Avevi già in precedenza collaborato con Maurizio Casagrande per il film “Una donna per la vita” (2011)...
«È stata la nostra prima collaborazione, lui mi scoprì su Facebook, la cosa bella di oggi. S’innamorò di una mia canzone, Nuda, e mi disse che voleva conoscermi. Io contentissima, anche perché avevo passato l'estate precedente a vedere “E fuori nevica”. Quando mi contattò fui molto felice, andai a vedere alcuni suoi spettacoli, ci conoscemmo e mi propose, di punto in bianco, di scrivere una canzone per il suo film che stava scrivendo in quel momento. È una persona straordinaria perché sostiene gli artisti, si è fidato di me ed ho scritto, insieme con Massimo Russomanno, “Guardami” per il film, ispirandomi alla bellissima storia di “Una donna per la vita”. Storia che mi raccontò in un bar e che mi prese talmente tanto che, il giorno stesso, mi misi a scrivere il brano. E, poi, mi chiese anche di fare una piccola parte nel suo film come attrice.»  
Hai partecipato anche al Festival di Sanremo. Come hai vissuto quel momento, hai sentito il peso della competizione… 
«Ero a casa due giorni prima e due giorni dopo ero sul palco, perché c'era questa formula attraverso il web creata da Bonolis, simile a come si fa oggi, invece, all'epoca, era la prima volta che si sperimentava, per cui si votavano gli artisti sul web. Vinco questa competizione con la canzone “Buongiorno gente” e suscito l'ira di moltissimi altri artisti che avevano speso “energie” per arrivare sul podio. Comunque sia, vinco, canto sul palco dell'Ariston con un’emozione tremenda. In quel momento, mi dicevo chi me l'ha fatto fare, perché hai paura, poi ti rendi conto che Sanremo è una centrifuga, non ti dà tempo per pensare a niente ed è molto stressante, ma anche meraviglioso.»

                

Buongiorno gente è una canzone molto particolare. Da che cosa hai tratto ispirazione?
«Avevo la musica e avevo bisogno di un testo che fosse diverso dai soliti, non volevo parlare d'amore e così in “Buongiorno gente” è il mondo che parla e dice: “Ragazzi, buongiorno, io sono il mondo e vi racconto come sono e come mi state costruendo e in che cosa mi state trasformando.”»
Oltre a cantautrice sei anche una scrittrice. È uscito l'anno scorso il tuo primo libro “Amaranto”, perché hai sentito l'esigenza di scriverlo?
«Sono molto contenta di averlo scritto, mi piace ancora adesso. A volte succede che con le canzoni ti stanchi, ma sono fiera e orgogliosa di aver scritto “Amaranto”. Mi sono innamorata della storia e l'ho vissuta come se fosse vera, ho pianto, ho riso mentre la scrivevo, i personaggi sono come fossero miei amici. Ascoltando un concerto di musica persiana mi è venuta tutta la storia, come se avessi avuto l'obbligo di raccontarla e, dopo un anno e mezzo di scrittura, è venuta fuori “Amaranto”, da cui poi ho scritto anche una canzone.»
Ci sarà un secondo libro. Stai scrivendo qualcosa?
«Sì. Non dormo la notte, perché mi vengono in mente le cose che devo scrivere, sono già in fase critica.»
Che cosa succederà per la musica?
«Io sto suonando e cantando molto in Spagna, con le mie canzoni tradotte in spagnolo. Sto aprendo un’accademia musicale, per cui il mio intento è dare una mano ai giovani artisti. Ho aperto un’etichetta discografica a Londra e sono in cerca di talenti e, nel frattempo, continuo con la mia musica. Sto scrivendo nuove canzoni che pubblicherò anche se con i miei tempi. È un momento della mia vita in cui sto gestendo più cose contemporaneamente e, quindi, vado un po' a rilento, però il mio più grande amore è, e sempre sarà, scrivere canzoni.»
Hai scritto anche per altri artisti, come Mina, Patty Pravo, Mietta, Giusy Ferreri…
«Quando ho scritto per Mina, avevo poco più di vent'anni, non mi rendevo neanche conto dell'importanza che aveva tutto ciò. Ho capito, poi, perché le persone mi chiedevano, come hai fatto a scrivere per Mina, com’è successo, l'importanza che ho avuto anche dai media, mi sono resa conto che era una cosa veramente importante. Patty Pravo quando ha cantato la canzone “La vita è qui” mi ha emozionato tantissimo, e anche Lee Ryan, Mietta una cara amica. Sono cose che capitano senza che le cerchi, io ho sempre voluto fare la cantautrice e ho fatto anche l'autrice ed è stato un grande onore scrivere per loro e sono contenta di averlo fatto.»
Alibi era una delle canzoni portanti del disco Bau di Mina. È uscito anche un cd singolo…
«Alibi è stata una sorpresa, perché ne ha fatto anche un video stupendo, un'opera d'arte. Ed è strano, perché io ero lì nella mia stanzetta a scrivere questa canzone e poi sentirla cantata da Mina, ero frastornata, non ci credevo. Faccio una comparazione fra Casagrande e Mina che li lega, sono due persone che sono così tranquille del loro lavoro, del loro operato che non badano al nome, loro vedono cosa piace. E Mina così fa, non solo con me, ma anche con altri artisti e autori non conosciuti. Se piace la canzone la canta e ne fa un'opera d'arte.»

               
Quando nascerà la scuola di musica?
«Artist Academy è una scuola che ha diverse sedi in Italia e dovrebbe partire tra un paio di mesi in Campania, in provincia di Benevento, dove ho tutte le mie origini da parte di mia mamma, e spero di fare una cosa bella, completa, tra canto, strumenti musicali, recitazione e tutto quello che fa bene alla salute e non solo alla formazione dell'artista.»
Fai anche teatro… Come ti vedi in questa veste, ti piace, lo fai per passione…
«Penso che sia un'unica cosa, la musica e la recitazione, non mi è mai sembrato di fare una cosa inappropriata, per me sono la stessa cosa. È chiaro che mi mancano le basi, cosa che ho nel canto, perché ho studiato e, quindi, provvederò e penso che studierò recitazione per non farmi trovare impreparata, perché sono stata catapultata nel mondo della recitazione senza chiederlo e mi è piaciuto, per cui lo farò con più cognizione di causa.»
Quando uscirà il prossimo disco? C'è un tema particolare che vorresti parlare?
«Ultimamente sto scrivendo molto del sociale e credo sia un dovere, per noi artisti, guardarsi intorno e non raccontare soltanto la propria vita e del proprio orticello e poi è un'esigenza quella di raccontare quello che sta succedendo in questo pazzo mondo, con una visione naturalmente mia. L'esigenza di scriverle è forte, senza dimenticare i temi classici come l'amore, la mia intimità, le emozioni e tutto quello che uno vive nella mia vita.»