Nicole Stella evoca immagini travolgenti nel suo album d'esordio - Intervista

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Le canzoni di Nicole Stella evocano immagini di onde che s’infrangono, fuoco e vento travolgono il pubblico nell'alchimia della performance, una vera forza della natura con una voce straordinaria  e che sprigiona nel suo album d’esordio “Dov’è oro quel che luccica”, uscito a maggio scorso, album che nasce in collaborazione con Musicantiere Toscana.
L’album si apre con un brano scritto da te, Lei costruiva nel vento, vorresti parlarci a chi è dedicato o chi ti ha ispirato?
«Ho scritto questo brano traendo ispirazione da un fatto piuttosto triste che mi accadde qualche anno fa, ovvero la morte di una carissima amica. Non ho voluto raccontare l’avvenimento tragico ma il vederla gradualmente staccarsi da terra durante il decorso della sua malattia, vederla costruire tutto il suo futuro su un terreno sempre più labile e diventare qualcosa di sempre più inafferrabile come il vento.» 


L’album ha delle atmosfere jazz da night fumosi, dove la tua voce incanta e immobilizza l’ascoltatore, cosa ti ha spinto a  scegliere questa voce jazz e queste sonorità?
«È vero, tra i tanti generi che mi hanno influenzata in questo disco, c’è sicuramente anche il jazz. Non la chiamerei però scelta, ogni pezzo è nato spontaneamente ed è stato cantato come lo sentivo cantare nella mia mente.» 
Testi poetici dove esprimi te stessa e ciò che ti circonda, qual è l'equilibrio nella musica tra intelletto e anima? 
«L’equilibrio tra questi due elementi è sicuramente qualcosa che ancora perseguo. Vi sono molti pezzi che raccontano avvenimenti, esperienze e riflessioni della mia vita, altri che invece prendono spunto da testi o libri letti, musiche ascoltate, racconti sentiti. In entrambi i casi però, i testi dicono qualcosa di me.»
La tua massima espressione vocale è nel brano “The blue eyed bride”, che canti anche con determinazione, come mai? Che cosa significa per te?
«The blue eyed bride è il mio sbilanciamento a favore del lato “intellettuale” della mia scrittura, è sempre difficile scrivere di sé e forse proprio per questo il mio primo pezzo, questo appunto, è una favola popolare tradotta in musica. Per me ha una forza particolare, in primis perché è la mia primissima composizione e in secondo luogo per la potenza di ciò che racconta.»
Un brano che sta riscuotendo successo durante i tuoi live è "Vediamoci là". Perché secondo te piace?
«Dopo molti brani riflessivi, talvolta malinconici presenti in tutto l’album, “Vediamoci là” porta una ventata di freschezza, un respiro positivo. Noi durante i live ci divertiamo molto a suonarla e credo che questo si percepisca.»


Quali collaborazioni, nel corso degli anni, sono state le esperienze più importanti per te?
«Beh sicuramente quella con Musicantiere Toscana che mi ha davvero avviata alla carriera di cantautrice e mi ha aiutata a capire dove indirizzare la mia musica tra le tante possibilità.  La collaborazione più importante però è quella con i miei attuali musicisti, è grazie al legame di amicizia che ho con loro che nascono le cose migliori.»
Dove sei cresciuta e cosa ti ha interessato alla musica?
«Sono cresciuta in campagna, in provincia di Vicenza. In casa mia nessuno era legato al mondo della musica, sono stata io ad avvicinarmici, prima con la danza e poi con il canto. La musica fin da piccola è stata una compagna di banco, con la quale ho litigato a volte, ma che mi dà sempre buoni consigli nei momenti difficili.» 
Hobby? Cosa leggi, ascolti…
«Lo studio per me è una parte molto importante della mia vita, studio lingue e letterature straniere, quindi, va da sé che uno dei miei hobby sia la lettura. Mi appassiona soprattutto la letteratura ispano-americana. Altro hobby è sicuramente la camminata sportiva, tant’è che ho in programma per quest’anno di intraprendere il cammino di Santiago in solitaria.»