Massimo Di Cataldo presenta "Con il nastro rosa" un omaggio a Lucio Battisti e anche un po’ a se stesso. Intervista

- di

L'amore per la musica italiana e soprattutto la grande passione per le canzoni di Mogol e Battisti hanno da sempre influenzato il lavoro di Massimo Di Cataldo, cantante e musicista nato a Roma, classe 1968. Finalmente il sogno per Di Cataldo si avvera con questa elegante ed energica versione di "Con il nastro rosa" messa a punto durante i concerti degli ultimi tour e realizzata in studio con la stessa band che lo accompagna dal vivo. A completare il quadro un evocativo video girato per l'occasione proprio presso il CET, la tenuta nel centro Italia dell'autore Mogol.

Lui è Massimo Di Cataldo che ci ha presentato il suo ultimo singolo e si è raccontato alle nostre pagine.

Cosa ha significato cantare questa canzone e quali ricordi ti ha evocato?

«Soprattutto mi ha evocato un periodo ben preciso della mia vita, il passaggio dall'infanzia all'adolescenza perché, proprio in quegli anni, ascoltavo questo brano con grande curiosità. É stato forse il brano, la canzone della musica italiana, che mi ha colpito a tal punto che è stata una folgorazione e ho sentito quasi una una vocazione per la musica.»

Questa canzone ti ha dato la spinta necessaria per iniziare quella che è tutt'ora la tua carriera….

«Assolutamente sì, è un brano che ho sempre amato e che ho portato spesso dal vivo nei miei concerti e a un certo punto è arrivato il momento in cui mi sono detto che forse era anche bello condividere questa canzone col pubblico.»

Hai dato un tuo arrangiamento alla canzone, che rispetta la versione di Battisti e Mogol. Io ho ascoltato diverse cover, in rete ce n'è una versione metal e un mash up con Beat it di Michael Jackson. Per questo sento la tua più come un omaggio che una cover. É stato difficile o, invece, è venuto naturale arraggiare questo brano?

«Mi sono approcciato alla canzone con grande rispetto ed è stato abbastanza naturale, perché l'arrangiamento è nato suonandolo insieme alla band, dal vivo, con la partecipazione del pubblico. Quando si è delineato, ci siamo ritrovati in studio a registrare, però avevamo già quell'immagine chiara davanti. Quando vedi che viene animata da qualcosa e compita ti dà proprio il senso del brano, la ritmicità, la cadenza e, in tutto questo, l'anima è al centro di questa canzone e Battisti e Mogol sono esattamente il sodalizio, la sublimazione tra la musica, la melodia di questo brano e il testo.Quando questo avviene è un'alchimia e ho cercato di rispettare assolutamente questi elementi alchemici, di non intervenire da questo punto di vista. Questo brano è anche un po' un omaggio a me stesso, è qualcosa che desideravo tanto.»

Hai dichiarato che è stato fantastico ritrovarsi con Mogol a conversare sulla canzone. Cosa vi siete detti?

«Ha apprezzato l'arrangiamento e ciò mi hai reso estremamente felice, perchè è l'unico intervento che ho fatto in questa canzone, ho rispettato la melodia e il testo anche nelle cadenze di Battisti. Il mio lavoro è stato quello di arrangiare il brano, di dargli un sound, un lavoro di produzione e per me è stata una grande soddisfazione, è stato per me come un premio. Poi abbiamo parlato di musica e anche delle sorti della muscia nel nostro paese, abbiamo parlato del senso di alcuni suoi testi, per me è stato molto importante, quasi rivelatore di tanti significati che cercavo, a volte anche ermetici nelle sue canzoni, così poi rivelati in modo semplice. A volte andiamo a cercare dei significati che, in realtà, li facciamo noi, ma la semplicità è un punto d'arrivo sempre.»

Hai pubblicato tre inediti, "Credi ancora all'amore", "Prendimi l'anima" e "Domani Chissà". Ci credi all'amore è una domanda che canti ripetutamente nella tua canzone. É una domanda che hai fatto prima a te stesso e poi a chi è con te o tu ne eri già consapevole?

«Sai, io penso che la risposta sia nella domanda, nel senso che se fai la domanda giusta hai già trovato la risposta e, quindi, nel momento in cui chiedo "Ci credi ancora all'amore?" diventa già una affermazione: ci credi ancora all'amore.»

Il tuo progetto futuro è l'album che conterrà questi inediti e "Con il nastro rosa". Gli altri brani saranno legati tra loro o con ogni brano vuoi raccontarci una storia diversa e comunicarci un messaggio diverso?

«Sono dei frammenti di vita. Un filo conduttore può esserci sotto un punto di vista musicale e, sicuramente, c'è una sorta di intimismo nel raccontare certi sentimenti, c'è sempre una introspezione. Poi per il resto aspetto anch'io che sei finito (ride)»

Tu hai partecipato a Ora o mai più e a Tale e quale show. In quest'ultimo dovevi cantare brani di altri artisti imitandoli dimostrando di essere un artista a 360° della musica. La particolarità di questo programma è che, oltre a cantare come quell'artista, venivi anche truccato per assomigliare a quell'artista. Bene ma nella vita reale, quindi senza trucco alcuno, ti hanno mai scambiato per Alessandro Del Piero?

(ride)

La domanda opposta mi piacerebbe farla anche a Del Piero...

«Onestamente qualche volta mi hanno detto che c'è una somiglianza e so che anche a lui è successa la stessa cosa. (ride)»

Mi piace abbinare la musica alla cucina e, quindi, ti chiedo: se tu fossi un piatto che piatto saresti e perchè?

«In questo periodo sto cercando di mantenermi in cucina (ride) e, quindi, andiamo sul sushi, vegetariano»