LXXX e Amo sono gli ultimi inediti di Federico Secondomè. Intervista

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Federico Sambugaro Baldini aka Federico Secondomè, è un produttore, cantante e cantautore italiano. Dopo 10 anni di studi accademici in violino e performance live tra Italia e Austria, lasciò la sua carriera classica per perseguire la produzione musicale. Nel 2014 ha aperto il suo studio, dove ha trascorso i seguenti tre anni sviluppando il proprio suono unico e raro. Federico Secondomè ci ha presentato i suoi inediti AmoLXXX, quest'ultimo un brano pop romantico e contemporaneo che descrive al meglio l’universo musicale del giovane cantautore veronese e si è raccontato alle nostre pagine.

Cosa ci raccontano le tue canzoni, esiste un fil rouge tra questi brani o con ogni canzone vuoi comunicarci un messaggio diverso?

«Raccontano dei concetti ben precisi e separati tra loro, ma allo stesso tempo si completano e si richiamano. Ad esempio, LXXX parla dellʼincapacità di tante relazioni di essere sane, poiché le persone a causa della confidenza tendono ad ingigantire eventi apparentemente innocui creando dei pretesti per litigare e sfogarsi. Quando le relazioni sono malsane, si è come gatti randagi in autostrada. È un manifesto per combattere la rabbia ingiustificata guardando di più dentro se stessi. AMO, invece, è più una mia presentazione spensierata, racconta uno degli stati più felici in cui riesco a stare, che dipende naturalmente anche dalle persone che ho accanto. Spero che col tempo capiate di più quello che intendo raccontarvi, è come unʼauto- terapia che traduco in musica e parole».

Le tue canzoni nascono da esperienze personali vissute direttamente?

«Beh, alla luce di quanto detto sopra, direi proprio che ogni parola di ogni mia canzone rappresenta qualcosa che ho personalmente toccato con mano o vissuto indirettamente, ma sempre molto vicina a me. Non mi permetterei mai di parlare di qualcosa che non sento essere parte di me».

In Amo canti "la mia vita è un eterno soundcheck". Che cos'è che devi ancora provare e regolare nella tua vita?

«Mi fa piacere che abbiate colto questa frase della canzone, che tra l'altro è anche il primo verso! Mi piace pensare che tutto il mio mondo sia illusorio e preparativo per lʼunico reale impegno che ho nella mia vita e che abbiamo tutti. Sono sincero, credo che tutto questo sia “solo” una stupenda distrazione e voglio trattarmi con amore e tranquillità fino alla fine, la tranquillità di un soundcheck».

Il tuo è un progressive Pop, il progressive è sperimentazione. Su quali generi musicali si basa la tua sperimentazione musicale?

«Si basa su tutto ciò che nella mia personale esperienza ha avuto un impatto, positivo o negativo che sia. Da piccolo il mio sogno era di scrivere un disco nel quale ogni canzone avrebbe dovuto avere un genere diverso, mai uguale ad unʼaltra. Ero già allora molto stufo delle categorizzazioni e degli standard. Voglio cambiare tonalità su un ritornello? Creare unʼaspettativa e interrompere la canzone sul più bello? Direi che nulla può impedirmi di dire la mia su un punto di vista personale, non ci sono regole né spesso riferimenti».

Quali artisti della musica italiana e internazionale hanno ispirato e influenzato la tua crescita musicale?

«Ho sempre ascoltato più musica internazionale e, nel corso del tempo, mi sono reso conto di avere grosse lacune di conoscenza del repertorio italiano, cosa che forse mi ha aiutato a sentirmi fuori dallo standard, quasi un estraneo. Ho molto amore per canzoni interpretate da Mia Martini (ricordo, in particolare, la sua versione de “La donna cannone” scritta da De Gregori o ancora “Almeno tu nellʼUniverso”). Amo le canzoni di Gino Paoli, come “La gatta” o “Il cielo in una stanza”. Insomma, amo le belle canzoni. Amo la celebre “Altrove” di Morgan e mi piacciono tanti autori, ma non mi ci sono mai affezionato troppo. LʼItalia ha troppe belle canzoni nel suo passato. Anche Cremonini mi piace molto. La mia attitudine, però, la eredito dallʼestero e lascio immaginare voi chi siano i miei miti, non mi sento nemmeno di nominarli».

Quali sono i tuoi progetti futuri e a quali stai lavorando adesso?

«Obiettivo numero 1: stare bene psico-fisicamente. Se scrivere e cantare canzoni mi fa stare bene da quando ne ho ricordo, probabilmente questo è anche il mio progetto per il futuro. Vorrei conoscermi di più e scrivere mi aiuta a farlo».

Mi piace abbinare la musica alla cucina e, quindi, ti chiedo, se tu fossi in piatto, quale saresti e perchè?

«Curiosa domanda, fatalità, proprio lʼaltro giorno stavo parlando di quanto io mi affezioni al cibo a tal punto da dire molto spesso “è il piatto più buono che io abbia mai mangiato”, senza considerare che, magari, lʼho detto il giorno prima per delle polpette di carne o lo dirò la volta dopo per un piatto diverso. In linea di massima, vorrei essere un tonno rosso in crosta di sesamo con qualche figata in mezzo e vorrei che mi assaggiaste con lo stesso amore che avreste per un piatto del genere. Ma ricordatevi che tanto la cosa più gustosa sarà sempre il Crispy Mc Bacon. N.B. Il tonno oggi è pieno di mercurio, non mangiatene troppo».