L'Eneide di Ciro Villano è un'opera di alto artigianato comico ed energia esilarante al Teatro San Pietro di Scafati. Intervista

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L'Eneide di Ciro Villano è un'opera di alto artigianato comico ed energia esilarante al Teatro San Pietro di Scafati. Intervista

Fino a domani sera, domenica 17 marzo, al Teatro San Pietro di Scafati (SA) è in scena l’Eneide, una commedia in due atti di Ciro Villano, con Anna Panella, Carmine Fortunato, Catello Donnarumma, Domenico Quattroventi, Francesco Fabbrocini, Francesco Fasolino, Gaetano Cimmino, Lucia Lamberti, Luisa Matrone, Mariolina Pesce, Michele Abenante, Monica Pepe, Nicola Carotenuto, Sara De Vivo, Serena Pepe e Valentina Cesarano. Scenografie di Giovanna Attruia e Sandro D'Onofrio. Luci e audio Giovanni Marra.

Per tutte le sue trasposizioni, l '"Eneide" erige ostacoli considerevoli ma Ciro Villano è una garanzia autorale comica di alto artigianato ed energia esilarante, supportato da bravissimi attori della compagnia “Ma chi c’o ffa fa” seppur amatoriale ma brulicante di ottimi talenti attoriale.

Una delle prime grandi opere letterarie della civiltà occidentale, l'Eneide di Virgilio (composta tra il 29 a.C. e il 19 a.C.) è l'epopea fondatrice di Roma. Ambientato all'indomani della guerra di Troia dell'Iliade di Omero, racconta la caduta di Troia e il successivo viaggio di una banda di sopravvissuti troiani guidati da Enea, dalle rovine fumanti della loro città fino al loro insediamento in Italia. Nella Roma di Virgilio, Enea, figlio di Venere del mortale Anchise, era già considerato il fondatore della razza romana. Virgilio scrisse la sua saga di costruzione della nazione per volere di Augusto e servì ad approvare e abbellire l'impero romano.

Aspetto interessante del testo di Villano, oltre alla comicità senza limiti, è di essere intriso di attualità sociale e umanistica, soprattutto il problema dei migranti in similitudine con il gruppo di troiani con a capo Enea che arriva in Italia.

Com'è nata questa commedia e in quanto tempo l’hai partorita?

«La commedia autoralmente è nata dieci anni fa, mi fu commissionata da “Tappeto volante” da Domenico Maria Corrado che ha sempre queste intuizioni di portare in scena cose particolari che nessuno fa, lo stesso è stato con “Io speriamo che me la cavo”, che me la commissionò lui. È un gioco, perché dovevamo fare lo spettacolo al teatro MAV a Ercolano e nacque come parodia e, poi, durante la parodia ci siamo accorti che attraverso l’Eneide si poteva raccontare una cosa attualissima, cioè il viaggio di un popolo che non riesce a trovare la propria terra, la propria casa. Ahimè, questa parodia è diventata ancora più attuale e al di là di tutti i giochi comici, cerchiamo di raccontare la parte ludica, divertente attraverso un messaggio e spero sia arrivato allo spettatore.»

Non c'è solo questo tragico problema sociale dei migranti, ma anche altri…

«In quest'opera parliamo della memoria, della guerra, di tutto quello che sta accadendo ultimamente in Italia, parliamo dell'amore e, soprattutto, facciamo ridere. Come diceva Dario Fo: “Se dobbiamo dire qualcosa di serio, se lo facciamo dire attraverso una risata, diventa tutto più divertente”, arriva prima.»

C’è anche un occhio alla politica…

«Sempre. Effettivamente uno dei figli di Enea si chiamava Silvio e abbiamo giocato molto su questo. Quando lo scrissi allora, mi sembra c'era Prodi, pensa quanto è vecchio questo testo e su questo lo attualizziamo sempre.»
“Ma chi c’o ffa fa” è una compagnia nata diversi anni fa e tu da poco se il loro coach…

«Sono quattro anni che li seguo, hanno fatto una scelta di migliorare quelle che erano le proprie potenzialità e capacità. Sono tutti attori bravissimi, ragazzi bravissimi e come faccio le regie a Napoli le faccio anche qui. Hanno un vivaio meraviglioso e sono anche una comitiva eccezionale, si mangia sempre che è la cosa più bella del mondo, quando vedo loro mi viene il riflesso condizionato come i cani con i croccantini.»

Da questi attori di questa compagnia potresti anche prendere qualcuno per i tuoi spettacoli? È già successo in precedenza?

«Negli anni scorsi è successo, speriamo possa ricapitare, soprattutto, con i più giovani che hanno una volontà e una voglia matta di fare questo lavoro di attore.»

Invece, ora a cosa stai lavorando?

«Abbiamo finito da poco lo spettacolo con Sal Da Vinci “Sinfonie in Sal Maggiore” scritto da me e da Sal, siamo stati al Brancaccio da poco e adesso stiamo scrivendo il nuovo spettacolo, ti dico il titolo in anteprima “La Fabbrica dei sogni”. A ottobre prossimo uscirà in tutte le sale italiane il mio terzo film, Amen, il primo come regista da solo, ora è al montaggio, con le musiche di Sal.»