«Le mie storie sono delle piccole pozzanghere d'acqua nelle quali ognuno si può riflettere». Intervista a Serena Brancale

- di

«Le mie storie sono delle piccole pozzanghere d'acqua nelle quali ognuno si può riflettere». Intervista a Serena Brancale

Serena Brancale ha iniziato da piccolissima ad approcciarsi alla musica, alla recitazione e alla danza, lavorando sodo, studiando e perfezionandosi fino ad arrivare a raggiungere grandi traguardi. Nel 2015, infatti, è salita sul prestigioso palco dell'Ariston con il brano Galleggiare, attirando l'attenzione di artisti come Fiorello, Tosca, Mario Biondi, Arisa.
"Vita da artista” è il suo nuovo album dai toni ironici e romantici, demodè ma con un groovy travolgente, che rappresenta appieno la forte personalità di Serena Brancale, un disco “libero” cantautorale nel contenuto e jazz nella forma e dalla registrazione alla grafica, e segue il concept di un disco anni ’80.
"Vita da artista" è il tuo nuovo album di undici tracce c'è un filrouge particolare che le unisce o sono storie distinte?
«Vita D'artista è un racconto unico, come le novelle di Boccaccio, dove tutte le storie appaiono diverse, ma sono tutte collegate da elementi in comune, guizzi di pazzia e genialità».
Il disco è caratterizzato da un groove stile anni '80, cosa ti affascina di quegli anni?
«Mi affascina la libertà con cui gli artisti si rapportavano alla musica e alle canzoni. La facilità con cui sperimentavano senza la paura di essere démodé. Oggi questo in Italia manca».
Tra questi brani c'è qualcuno scritto da te e come sei arrivata a scegliere questi brani?
«Questi brani sono tutti scritti da me. Sono le mie storie, delle piccole pozzanghere d'acqua dentro le quali ognuno ci si può riflettere».

                                
 

Nel 2015 hai partecipato a Sanremo Giovani riscuotendo un grande successo. Com'è stata l'esperienza sul palco dell'Ariston?
«Un'esperienza che ti apre gli occhi, ti fa diventare più grande. Ti dà la possibilità di conoscere artisti diversi da te e di apprezzare la loro musica. Ti responsabilizza, ti insegna ad ascoltare».
Sei un'artista a 360 gradi, suoni diversi strumenti, balli, reciti e hai girato anche due film, uno dei quali da protagonista, confrontandoti con artisti del calibro di Sergio Rubini e Luigi Lo Cascio. Che aria si respirava sul set e quali insegnamenti porti nel cuore di quest'esperienza?
«Avevo 15 anni e presi una cotta per Luigi Lo Cascio. Ero molto affascinata dal mondo del cinema, volevo fare l'attrice. È stata settimana pregna di arte e crescita per me recitare con dei colossi del cinema, non la dimenticherò mai».
Hai collaborato con grandi nomi sia italiani sia internazionali, c'è un artista con cui vorresti collaborare e perché?
«Mi piacerebbe collaborare con Fabio Concato e Daniele Silvestri. Le mie voci preferite, gli interpreti che più mi emozionano nel corso della mia vita».

                        
Musica e recitazione due mondi opposti diametralmente cosa ti affascinano di entrambi e, ti faccio la domanda solita, cosa sceglieresti tra la musica e la recitazione?
«Facendo musica posso recitare, sul palco posso ricreare una pièce teatrale. Scrivendo musica posso raccontare storie come fossi una regista, un'attrice. Posso scenografare il mio show, la musica è teatro».
Quali sono i tuoi hobby? E cosa odi fare?
«Odio stirare, amo lavare i piatti. Odio andare in palestra, ma dopo esserne uscita sono contenta. Adoro scrivere e chiudere le canzoni quando riesco a catturare l'ispirazione e mi innamoro di ciò che sto cantando. Adoro trascorrere belle serate in musica, quelle serate in cui torni a casa e pensi che ne è valsa la pena essere uscita».