"I Sensi" è l'ultimo brano inedito di Angela Nobile. Intervista

- di

“I Sensi” (Tantamuri Records) è il nuovo singolo della cantautrice siciliana Angela Nobile. 

Il brano anticipa l’album “Acqua” (in uscita in autunno) quasi interamente scritto da Lorenzo Vizzini, con la partecipazione di Mario Incudine, sia come autore che come interprete.La produzione musicale è di Iacopo Pinna e Lorenzo Vizzini mentre la direzione artistica del progetto è a cura di Barbara Catera.

Angela Nobile ci ha presentato il suo inedito e si è raccontata alle nostre pagine.

Partiamo dal tuo ultimo inedito, "I Sensi", cosa ci racconta questa tua canzone?

«Questo brano racconta una storia divertente, ed è molto lontano dalle cose che ho fatto precedentemente. Il testo è molto ironico, come chiave di lettura direi di prenderlo poco sul serio, perché io sono tutto, tranne quello che canto in questa canzone. Questa donna che è una sciupa uomini, li usa e poi li getta. È un brano divertente, mi sono molto divertita ad interpretarlo. È molto più moderno di tanti altri miei, è leggero, ma io non sono così frivola, la mia natura è molto complessa. La protagonista della canzone è una donna che vuole fare la “monella”, vuole affermare che una donna può essere tale anche senza necessariamente essere la donna di qualcuno. Noi siamo abituati, un po' per cultura, un po' perché ce l'hanno inculcato sin da bambina, alla storia del principe azzurro, che ben venga se c'è. Io sono a favore dell'amore nella sua totalità, sono per condividere la vita, perché siamo fatti per condividere e solo se ami te stessa, riuscirai ad amare l'altra metà che scegli e con la quale decidi di condividere la vita».

Canti nella canzone "Mi butto e non rifletto", "ma il problema principale è che mi lascio trascinare dei miei sensi". E se questo più che un problema fosse un modo per uscire dalla nostra comfort zone, lasciandomi trascinare dai sensi, supero quelli che possono essere i miei limiti?

«Esatto bella anche questa interpretazione, mi piace molto. È come se lei ci provasse, ma in realtà non ci riesce, lei non vorrebbe fare così, ma i suoi sensi sono così forti che si lascia e si abbandona ai suoi piaceri. È, appunto, una sfida per tutte quelle persone, sia donne sia uomini, che vogliono uscire dagli schemi perché non per forza dobbiamo fare quello che la società ci impone di fare. Inizialmente, la mia preoccupazione, in riferimento a questo testo, era proprio quella di non essere capita, vista l'immagine diversa, più sobria, che mi ero costruita fino ad ora, tra l'altro in maniera del tutto involontaria o in ragione del tipo di canzoni uscite in precedenza, ma ognuno può avere un lato cheto e uno in tempesta, proprio come l'acqua. Nella vita, in generale, bisogna prendere tutto quello che desideriamo, sempre, ovviamente, nel rispetto dello spazio vitale degli altri e credo sia la chiave di lettura più interessante».

I Sensi è accompagnato da un video dove tu giochi ad essere una Famme Fatale che si prende gioco degli uomini. Hai dato tu qualche suggerimento?

«Il video è frutto di un lavoro del team composto da me, Barbara Catera e Francesco Longo, che è il regista del video. Abbiamo avuto un confronto continuo. Eravamo così in sintonia che senza troppe parole abbiamo girato il video, era come se sapessimo già cosa fare senza parlare. È stato molto divertente perché io amo molto il diving e quindi, nonostante ancora non ci fosse un grande caldo, tutte le scene che vedete le ho girate io, anche quando sono sott'acqua. Per me, il video, è una componente molto importante del brano, perché è un forte mezzo di espressione e le immagini in generale arrivano forse un po' più velocemente a chi ascolta la canzone».

Oscar Wilde ha detto che “Noi non siamo mai più fedeli a noi stessi di quando siamo incoerenti”. Tu hai dichiarato che dalla tua incoerenza è nato il tuo album “Acqua”. Puoi darci qualche anticipazione sull'album?

«L'album si basa proprio nel sentirmi incoerente, per molti può essere un segno di debolezza e di instabilità, invece, per me non lo è, perché cerco sempre di mettermi in discussione, come quando mi chiedono “Che tipo di genere di musica fai?”. Io non voglio etichettarmi in un genere, non mi permetterebbe di sentirmi libera se domani, ad esempio, decidessi di fare Hard Rock. Quindi, così come l'acqua voglio sentirmi libera di prendermi tutto lo spazio che, in quel momento, ho a disposizione. L'album si compone di brani che, presi singolarmente, potrebbero sembrare incoerenti ma, visti nell'insieme, rappresentano un viaggio attraverso la mia personalità. Canzoni che parlano di un amore travolgente e canzoni che parlano di un amore che finisce. A questo album hanno collaborato professionisti che credono fortemente in me, forse anche più di me (ride), che sono Barbara Catera, Lorenzo Vizzini e Mario Incudine, un cantautore siciliano che ha collaborato con grandi artisti della musica italiana. Mario Incudine è presente nell'album anche come interprete in una canzone cantata in siciliano. Magari, l'essere in siciliano può farla sembrare territoriale, ma secondo me potrebbe piacere a tutti, per il suo romanticismo e perché è un brano molto complesso e molto interessante. Questo album è autoprodotto, dovuto non solo alle mie forze, ma anche a contributi ricevuti da diversi sponsor della mia città, commercianti e società che hanno creduto in me. Sapere che c'è tanta gente che crede in me, che ha fiducia in me, è molto importante».

Il dialetto può rendere speciale una canzone anche se, chi l'ascolta, non ne comprende tutte le parole. Come accade con le canzoni in lingua straniera. A volte anche un vocalizzo può rendere una canzone meravigliosa, anche senza che ci sia un testo...

«La musica ha questa grande prerogativa e questa grande fortuna di comunicare anche attraverso un'espressione vocale, anche solo con il suono della voce. Con un vocalizzo, senza dire niente, a volte una canzone può essere stupenda anche se non ha un testo ma soltanto, appunto, dei vocalizzi».

Possiamo dire, quindi, che l'incoerenza è uno degli elementi in comune fra le varie canzoni dell'album?

«Sì esatto, l'incoerenza è la parola chiave dell'album. Ma intesa in senso positivo, anche se per molti potrebbe sembrare in realtà negativa. Io sono molto attenta a quello che mi accade intorno, vivo di sensazioni, quindi, non posso restare ferma su un'idea e su un solo atteggiamento perché altrimenti mi sentirei una lastra di ghiaccio. Sì, l'incoerenza è il filo conduttore dei brani che troverete nell'album. Tre brani sono già editi e poi gli altri 6 sono del tutto nuovi tra cui, appunto, I Sensi che è quello più estivo, gli altri sono un po' più introspettivi.»

A me piace abbinare alla musica la cucina e, quindi, ti chiedo: Se tu fossi un piatto che piatto saresti e perché?

«Sarei un piatto di spaghetti al pomodoro con delle foglie di basilico, per me rappresentano l'essenziale. Potrei mangiare la pasta al pomodoro anche tutti i giorni, perché è il mio piatto preferito. È un piatto che sa delle proprie radici, di quando si andava a mangiare dalla nonna o dalla mamma, è qualcosa di molto terreno, semplice e che possono mangiare tutti. Per me la tavola è un momento importantissimo di condivisione con le persone siano amici o familiari. E poi, non per essere banale, però i colori del piatto sono il verde, il bianco e il rosso. Io credo tantissimo nella nostra terra, noi abbiamo un patrimonio e delle risorse non soltanto territoriali, ma anche umane. I più grandi poeti al mondo, i più grandi cantautori sono italiani. Io credo tantissimo in questa terra, dove si respira storia ad ogni passo, poi io sono di Siracusa, la Magna Grecia, quindi, sono circondata da storia. Se oggi siamo così è perché noi proveniamo da tutto ciò».