Esce oggi 8 marzo Le Favorite Vol.1 di Giulia Mutti. Intervista

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"Quando si fa musica la cosa più importante è comunicare e non credo che si possa fare solamente con la voce, il fattore espressività visiva è una cosa a cui tengo particolarmente"

Lei è Giulia Mutti che ci ha presentato il suo progetto e si è raccontata alle nostre pagine. 

Hai dichiarato che il titolo Le Favorite trae ispirazione dal film La Favorita che ha visto Olivia Colman vincere l'Oscar come miglior attrice protagonista. In quale dei tre personaggi del film ti riconosci maggiormente?

«Riconoscermi è dura perché sono tre caratteri femminili, c'è qualcosa di me in ognuna delle tre attrici e in quello che interpretano, loro sono bravissime. Il film tratta di questa storia di potere al femminile, avevo già in mente il progetto di fare questo omaggio alle cantautrici, però, poi, per il titolo, l'ispirazione mi è venuta dopo aver visto il film.»

Con quale criterio hai scelto le artiste che hai omaggiato e con quali canzoni?

«Senza dubbio abbiamo cercato, insieme alla mia casa discografica, di scegliere artiste che sono state veramente lungimiranti, che hanno saputo lasciare un segno che si è protratto nel tempo. Sono tutte artiste che sono venute fuori con un grande impatto, con la propria personalità e, a tutt'oggi, sono ancora coerenti con loro stesse, quindi, sicuramente, il fattore coerenza e il fattore personalità ha inciso molto. Sulla scelta delle canzoni, invece, abbiamo cercato di scegliere, per ogni cantante decisa, non la canzone più famosa, ma quella che, nel loro repertorio, rispecchiava anche di più il mio modo di fare musica, perché quando vai a riproporle, devi anche scegliere delle cover che credi di poterti mettere addosso bene.»

Mi viene in mente il tuo omaggio a Nada. Tu hai già cantato Nada negli anni precedenti...

«Sì e l'avevo cantata nei miei concerti. Proponevo un'altra sua canzone, Luna in piena, con la quale aveva partecipato a Sanremo e devo dire che Nada è una delle mie cantanti preferite, sono andata subito sul sicuro, mi piace molto.»

La canzone di Nada “Senza un perché” non è poi così semplice da riproporre perché tutta la struttura della canzone si basa sull'interpretazione di Nada. Quando ho ascoltato il tuo omaggio a Nada, ho avuto la sensazione che quella canzone fosse tua, nel senso che è bello non soltanto ascoltarti, ma anche guardarti, perché hai un'espressione, quando canti, che riesci a comunicare. Comunichi sia con la voce, sia con lo sguardo e il sorriso, hai questo modo di comunicare che da un tocco in più all'interpretazione della canzone...

«É veramente una delle cose a cui tengo di più. Quando si fa musica la cosa più importante è comunicare e non credo che si possa fare solamente con la voce, il fattore espressività visiva è una cosa a cui tengo particolarmente, poi mi viene anche naturale.»

Esiste un filo conduttore tra tutte le canzoni che hai scelto, un punto in comune?

«Un punto in comune no, ma diverse sfaccettature del lato femminile, sì. Sono tutte canzoni che parlano di sensazioni che, noi donne in primis, proviamo o ci piace provare. Senza dubbio, una di queste, è l'amore che non può essere unilateralmente attribuito soltanto all'universo femminile, ma molto spesso ne siamo portabandiere. Quella di Nada parla di una ragazza, invece, un po' più tenebrosa, che fa fatica ad esprimersi e anche tutte le altre parlano di momenti prettamente femminili dei pensieri, delle paranoie che spesso ci facciamo e tutto ruota un po' intorno all'universo femminile, non un punto unico ma tante sfaccettature.»

In “Mi sento bene”, ad esempio, il messaggio è affrontare la vita con maggiore leggerezza, invece, in “Senza un perché” canti “tutta la vita gira infinita senza un perché”, invece,  Contessa Miseria.....

«Affronta l'età avanzata che può essere per la donna un momento particolare, la bellezza estetica sfiorisce e si deve far riferimento ad altre doti, a quello che abbiamo costruito probabilmente.»

Dicevamo della bellezza, Lady Gaga ad esempio, all'inizio della sua carriera, i produttori le dicevano che avrebbero preferito che le sue canzoni fossero cantate da colleghe più carine di lei. Consiglio che, per fortuna, non ha seguito tanto che oggi la sua canzone ha vinto l'Oscar come migliore canzone originale, il Golden Globe per la migliore canzone originale, il Grammy Award alla miglior canzone scritta per un film, televisione o altri media audio-visivi, un Grammy Award alla miglior performance pop di un duo o un gruppo e il Critics Choise Movie Award per la miglior canzone. Quindi, è così importante l'aspetto fisico nella società moderna o la carta vincente è essere se stessi e credere in se stessi?

«Credo si debba cercare di portare i propri difetti, le proprie imperfezioni a proprio vantaggio. Ecco, questa è una cosa su cui ci dovremmo impegnare tutti molto, questa è una cosa che ho notato andando a vedere il film di Lady Gaga con Bradley Cooper e devo dire che nel film ho notato una cosa di lei che mi ha fatto molto piacere e cioè, questo suo naso molto pronunciato, che nel film viene messo molto in evidenza, ci sono tante battute, addirittura scambi di battute tra lei e Bradley Cooper, che nel film interpreta il compagno, sul naso di lei che è un suo difetto, che non è esteticamente bello, questa cosa mi ha fatto un gran piacere, perché lei è la dimostrazione pratica che, anche un viso non perfetto, con una particolarità in più, può essere quel quid che ti cambia la vita, che ti fa ricordare anche per quel particolare.»

Nel 2012 pubblichi "Giulia Contromano" e termini il tuo singolo dicendo “Sono più forte”. In "Almeno tre" dici che è arrivato il momento di raccogliere i frutti di ciò che hai seminato in questi anni. Hai, quindi, raggiunto maggiore consapevolezza in te stessa e qual è stato l'avvenimento che ti ha convinta a scrivere questa canzone?

«Quando scrivo le canzoni, io ci tengo a lanciare un messaggio. Con Almeno tre volevo lanciare questo messaggio di rivalsa, questo messaggio positivo nel dire ho faticato ma ora è il momento di raccogliere i frutti di quello che ho seminato, del mio raccolto. Come tutte le altre canzoni, traggo ispirazione dalla mia vita personale o, comunque, dalle persone che mi stanno intorno, a cui cerco di carpire un po' di esperienza di vita vissuta e devo dire che l'input per scrivere Almeno tre mi è venuto in seguito a un "No" che avevo ricevuto. Almeno tre l'ho scritta un paio di anni fa, ormai, è avevo ricevuto un no su un progetto a cui tenevo particolarmente, poi subito dopo è subentrata un'altra cosa molto positiva e ho detto “Va a che ora metto in musica questa cosa che mi è successa” del saper aspettare, per poi riprendersi quello che ci spetta con gli interessi, così per almeno tre volte.»

"Le Favorite volume 1" perché ci attende un volume 2 e che cosa farai per promuovere il volume 1?

«Volume 1, perché spero ci sarà un prosieguo, un altro tipo di omaggio, e non posso svelarti di più, ma abbiamo voluto far intuire che in futuro ci saranno altri omaggi. Sicuramente sarò in giro a fare tutte le interviste del caso, so che andrò a Firenze, Milano, Roma e Napoli, faremo delle interviste, delle giornate di promozione su questo progetto, in attesa che esca il mio secondo singolo ufficiale.»

Mi piace abbinare la musica alla cucina e, quindi, ti chiedo: Se tu fossi un piatto che piatto saresti?

«(Ride), Questa è una domanda difficile (ride), perchè mi piace mangiare, mi piace cucinare, sono una ottima forchetta, quindi, ho l'imbarazzo della scelta. Facciamo che, per campanilismo, ti dico un piatto tipico della mia zona che sono i tordelli. I tordelli sono un tipo di pasta molto ricca, molto gustosa, un tipo di pasta ripiena e con il sugo, quindi, una roba  che ti dà veramente molta grinta e molto apporto calorico, un piatto di sostanza.»