«Do un contenitore ironico agli youtubers per trasmettere qualcosa di diverso e riuscire a lanciare il loro messaggio». Intervista a Dj Matrix

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Continua il successo della nuova compilation di DJ MatrixMusica da Giostra vol. 6” (DanceonLine / Sony Music Strategic), dopo la pubblicazione del primo singolo “Anche se non trappo” di Amedeo Preziosi, Gabry Ponte & Dj Matrix e “Veronica”di Matt Joe, Dj Matrix e Mad Fiftyone, è in rotazione il terzo nuovo singolo “Nonmibbasta” (feat. Nashley) di Dj Matrix, Rudeejay & Da Brozz.

Musica Da Giostra” è un format musicale creato dal musicista, produttore e cantante Dj Matrix, all’anagrafe Matteo Schiavo, nel 2015 che coniuga la musica dance con vari generi musicali particolarmente apprezzati tra i giovani, soprattutto per quelli che non hanno avuto l'occasione di vivere il momento d'oro degli anni '90 e ora si stanno lasciando travolgere da questo sound, mentre i nostalgici possono finalmente smettere di vivere di soli ricordi.
 
Musica da Giostra vol. 6, significa che è preceduto da altri 5 volumi, ma esattamente che cos’è questa Musica da Giostra?
«È un format musicale che ho inventato, poiché nelle discoteche sta funzionando il format come evento, tipo Mamacita, ho portato questa cosa a livello musicale. Un format che contiene più stili musicali, sempre con un occhio di riguardo alla musica dance. Con questo format do la possibilità all’ascoltatore di avere una compilation, tipo quello che era Hit Mania dance, di inediti, quindi, una cosa che non ha mai sentito».
Canzoni che scrivi tu e duetti con altri artisti o altri ti propongono delle canzoni da inserire nella compilation…
«Nasco come scrittore e come musicista scrivo tutti i pezzi, poi ci sono molte persone che mi aiutano a finirli, man mano con le compilation sto aumentando l’importanza delle collaborazioni. Adesso c’è richiesta da parte degli artisti a far parte del progetto, perché ci sono dei numeri buoni. Siccome ci sono degli youtubers in Italia che hanno molto da dire e non lo possono fare, anche se molti dicono gli youtubers devono fare gli youtuber e i musicisti i musicisti,  invece, ho fatto questa fusione, gli do un contenitore ironico dove loro riescono a lanciare il loro messaggio e ad usare il loro pubblico per trasmettere qualcosa di diverso, che va al di fuori del solito contenuto youtuber».
Perché lo chiami un contenitore ironico, sei tu che li rivesti di ironia?
«Gli lascio quello che è loro, senza mai far passare il banale, perché se gli do una cosa impegnativa non sono più credibili, li lascio nel loro mondo, come per gli Autogol, li ho lasciati nel calcio e ho chiesto di fare i cantanti,  ovviamente con l’aiuto di El Papu siamo riusciti a dare il senso e ognuno ha la sua veste».
Con Gabry Ponte anche…. 
«Il rapporto con Gabry Ponte ormai è un rapporto di fratellanza, sono anche uno dei suoi songwriter».

                      
Segui un criterio particolare nella scelta degli artisti con cui collaborare?
«Ho il pubblico 14 – 30 anni, avendo fatto “La tipica ragazza italiana” il primo disco che si passavano nel cellulare i ragazzini, oramai questi ragazzi non hanno più vent’anni, ma trenta e, quindi, sono arrivato a una fetta di pubblico che va dai quattordici ai trenta, sempre di nicchia, però è un pubblico che segue i live, compra il cd, siamo sempre alle 15mila copie vendute, che sono numeri abbastanza buoni, senza fare instore o promozione alcuna». 
Oggi molti ragazzi seguono la musica dance, alcuni comprano la console per dilettarsi a fare i dj, lo fanno più per hobby…
«Per me, questo periodo, è diviso in tre parti, televisivo, trap e discoteca. La discoteca è la parte meno forte in questo momento storico, che ha perso tantissimo, però il bello della discoteca dà la possibilità a chi non ne fa parte a creare. Questa perdita della discoteca dà la possibilità a me di uscire, perché non è inflazionata e, quindi, è stata la mia fortuna, sono convinto che sia un momento di down, ma che non sia una cosa finita».

                                   
La discoteca è in calo, ma a favore di cosa, è la tv che sale?
«C’è stato la salita dei brand, della musica trap, conta di più l’apparire che la traccia in se, e di sicuro quelli che hanno fatto dance, non vengono ricordati per il brand».
Forse la discoteca è scemata proprio per colpa della musica dance, per un periodo non c’erano molte uscite di canzoni, dischi…
«L’italiano si è sempre fatto conoscere nel mondo per la sua melodia italiana, c’è stato questo arrivo, mi ricordo nel 2003 -2004, di Bob Sinclar, David Guetta,  allora, c’è stata questa smania da parte di noi italiani di fare i testi in inglese, che non siamo credibili e da lì abbiamo perso tutto quello che era la nostra originalità e sono uscite delle tendenze house e, quindi, ci sono stati dei cambiamenti dal 2000 al 2020, un periodo cui manca l’evoluzione della dance. Per me gli anni ’70 era la discomusic di Raffaella Carrà, che, comunque, era riconoscibile di quello che era dance, dico la Carrà per fare un nome, poi ci sono stati gli anni ’80, i ’90, i primi duemila e adesso non c’è più stata un’evoluzione della discomusic».
Leggo titoli come“Musica igniorante (feat. I Tamarri)”, testi ironici dicevi, ma da cosa trai ispirazione?
«Noi siamo catalogati come musica ignorante, adesso vanno tanto anche i party ignoranti, ma è più per vendere il format, perché penso che tanti prodotti all’interno dell’album, anche se sono fatti in maniera ironica, c’è gente che sa lavorare, ad esempio, mi sono fatto suonare le chitarre da un ragazzo dei Sonhora, con cui ho lavorato e ha seguito tutta la produzione, rispetto a un disco trap c’è molto più lavoro».
Dai titoli delle canzoni sembrano più rivolte ai giovani, ma vanno bene anche per i più grandi…
«È più una scusa per coinvolgere i giovani che si sono molto avvicinati in questa edizione».
Tu hai parlato dell’estero in Italia, ma con la tua musica potresti andare all’estero? 
«Ci sono dei prodotti che sono vendibili all’estero, infatti, adesso, ho fatto una collaborazione con Kris Kiss, che è stato il cantante di Hardwell,  è una voce internazionale importante e ho usato lui come timone per promuovere questo album anche all’estero».
A te che musica piace?
«Io sono nostalgico, Gabry Ponte, poi ho un po’ anima Offspring, Korn, Blink 182 sono molto amante dell’happy punk, infatti, in alcuni brani c’è un po’ di Blink, come anche in “Anche se non trappo” che è molto elettrico».

                          
Due cover in questo album, Baila Morena e La notte vola…
«Nel contesto cerco di seguire un filo logico sulla musica dance».
Sono tanti brani che possono esser anche ascoltati singolarmente…
«Sì, esce una compilation di inediti e poi guardo i primi due mesi come funziona e da lì scelgo il singolo. Di solito un dj esce con una canzone in un anno, invece, io registro 25 canzoni, ci lavoro dietro un anno e poi si scelgono i singoli, vedo i risultati e poi ci faccio un video. L’anno scorso il video di “Ma anche no” con iPantellas & Giuli  ha fatto 20milioni di visualizzazioni, “Baila como el papu” 40 milioni, ci sono delle visualizzazioni molto alte».
Nasci come dj o cosa facevi prima?
«Nasco come pianista,  ho scritto dei pezzi per altri, anche per Fedez, ora sto scrivendo un pezzo per J-Ax».
Da pianista a dj… un ribelle!
«Con l’inserimento dei talent show, adesso chi parte da indipendente non ha molta possibilità, un dj può sbagliare dieci singoli e prenderne uno e verrà ricordato per il singolo vincente, invece, il cantante se ne fa dieci e ne sbaglia uno, viene ricordato  per quello che ha sbagliato, passiamo più in sordina, ma fa anche bene per quando sbagliamo i prodotti, per la discoteca puoi sbagliare un prodotto».