Diego Conti pubblica il suo primo EP “Evoluzione". Intervista

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I social networks, Instagram in particolare, ci hanno insegnato che fare o avere una storia significhi soltanto postare un video o una fotografia, magari arricchita con delle GIF, ma Diego Conti ha riportato all'origine il significato di storia, raccontandoci il suo incontro fugace con una ragazza stupenda, e seppur ci fossero solo “3 Gradi”, non hanno resistito al loro amore.

3 Gradi” è l'inedito presentato a Sanremo Giovani da Diego Conti, che si è raccontato alle nostre pagine, e che è contenuto nel suo EP di esordio “Evoluzione” pubblicato dall'etichetta discografica Rusty Records, Thaurus Publishing e Richveel.

Hai da poco pubblicato il tuo primo EP “Evoluzione” e hai definito il tuo genere un Cross Pop. Cosa intendi per Cross Pop?

«Cross Pop è un nuovo genere, abbiamo dato nome a questo genere musicale io e Mark Twayne che è il mio producer e socio. Abbiamo scritto insieme tutte le canzoni di “Evoluzione” praticamente le abbiamo scritte a quattro mani, le abbiamo composte e arrangiate. Il Cross Pop è un genere pieno di contaminazioni non è Rock, non è Pop, non è Trap, non è classica ma è tutti questi generi messi insieme secondo il nostro gusto.Credo molto che la musica sia condivisione e credo che la contaminazione sia una grande fortuna, non parlo soltanto sotto il punto di vista musicale, ma, come dico nel brano “Clandestino” che si trova in “Evoluzione”, credo che questa società mista sia una bella rivoluzione sia una bella opportunità di crescita visto che il mondo è tutto clandestino e quindi è tutto Cross Pop.»
Qual è il filo conduttore di tutti i brani del tuo EP, c'è un elemento in comune o con tutti i brani vuoi comunicarci un messaggio diverso?

«Di sicuro il filo conduttore che lega questi brani, anche se hanno tematiche differenti l'uno dall'altro, ma non così tanto distanti è sicuramente la verità. Con questo lavoro abbiamo deciso di dire la verità e di raccontare delle cose che mi succedono, che vedo e che vivo senza filtri, quindi, non mi spaventa mettere in un EP a fianco a “3 Gradi” che è un brano che parla di un bellissimo rapporto sessuale, un brano come per esempio “Clandestino” o Evoluzione 3.0 che hanno dei testi con delle tematiche ben differenti e con un peso sociale maggiore.»
Hai presentato “3 Gradi” a Sanremo Giovani e nel 2016 hai partecipato ad X Factor. Che differenza c'è tra il palco di X Factor e il palco di Sanremo?

«Indubbiamente il palco di Sanremo, per una persona che scrive musica come me, è sicuramente un grande sogno e, soprattutto, tutti gli artisti italiani che seguo sono passati bene o male tutti dal palco di Sanremo da Vasco Rossi a Jovanotti a Zucchero. É chiaro che salire sul palco di X Factor è stata una grande esperienza perché mi ha dato la possibilità di suonare davanti a milioni di telespettatori, è stata la mia prima esperienza televisiva e ho suonato su palchi enormi. Però c'è da dire che essendo un cantautore e scrivendo musica il palco di Sanremo è più il mio mondo.»

Qual è stata la tua crescita, cos'è cambiato in questi due anni?

«In questi due anni ho suonato molto in giro e ho scritto tante canzoni. Ho iniziato questa collaborazione con Mark Twayne, insieme, in questi mesi, abbiamo registrato, abbiamo scritto e suonato l'EP “Evoluzione” e tanti altri brani che spero usciranno presto e ho iniziato questo nuovo progetto con Edizioni Rusty Records, Thaurus Publishing e Richvee che sono le etichette che credono in questa musica, in questo Cross Pop. Sono stati due anni impegnativi e di evoluzione, che poi di evoluzione si tratta. Finalmente ho trovato una cifra stilistica che cercavo da tanto tempo, ma non capivo che prima di arrivarci musicalmente dovevo arrivarci proprio a livello umano, dopo la musica è venuta da se, ma la visione è molto importante e faccio musica per quello che ho detto prima, la contaminazione è la cosa più bella che ci sia.»

A cosa stai lavorando adesso?

«Uscirà qualche altro brano nel futuro che sta arrivando e di sicuro l'obiettivo principale è quello di portare dal vivo questa musica, perché il live è la parte che preferisco di questo mestiere. Io faccio canzoni, il momento della creazione è magico, lo si vive o da soli o in due come accade a me che sono fortunato perchè riesco a scrivere con Mark, che è parte integrante di “Evoluzione” mentre il live condividi il momento con più persone possibili quale momento clou.»

I brani contenuti nell'Ep raccontano la tua vita, esperienze personali, a partire da 3 Gradi che nasce proprio a Sanremo?

«I brani sono assolutamente autobiografici. “3 Gradi” è stata una fatalità pazzesca perché è stata la prima canzone che abbiamo registrato in studi, la primissima. Quando abbiamo registrato “3 Gradi” ci siamo guardati negli occhi e abbiamo detto che questa è Cross Pop, abbiamo unito un po' di generi, abbiamo seguito l'istinto e dopo pochi giorni di lavoro è nata questa canzone,  proprio un anno fa a Sanremo durante la settimana del Festival perché ho incontrato e conosciuto una ragazza stupenda, ci siamo innamorati. Eravamo per strada faceva molto freddo, ma non abbiamo resistito. In realtà, i gradi sembravano 3000, ho usato 100 perché ci stava bene metricamente, ma in realtà sembravano 3000. Non riuscirei a scrivere di cose che non vivo sulla mia pelle.»

A quale artista ti ispiri?

«Io vengo dalla scuola Bob Dylan, sono cresciuto con quella musica, con Lou Reed, Joe Cocker. C'è tutta quella fascia della musica americana, anglosassone piuttosto che Vasco, Jovanotti, De Gregori, Lucio Dalla piuttosto che la nuova musica che viene anche dall'America, la nuova Trap mi piace tanto per Trap intendo Post Malone. C'è molta musica buona in giro che spacca davvero tanto, alla fine, guarda caso, sono quasi sempre artisti che parlano delle proprie esperienze. La cosa più importante è vivere perché altrimenti non potresti cantare anche se te le scrivono e le canti meccanicamente.»

Il talento di un artista può essere misurato soltanto dalle visualizzazioni su youtube o sui social networks?

«Credo di no. Chiaramente il responso del pubblico, le visualizzazioni e i followers sono un metro di valutazione perché se un artista è seguito da tante persone vuol dire che sta comunicando qualcosa e che quindi sta arrivando, però bisogna anche vedere che tipo di esposizione ha avuto questo artista, perché, chiaramente, ci sono artisti che non hanno tanto seguito, ma che ancora non hanno avuto l'opportunità di arrivare a tante persone e di trasmettere quella cosa che volevano trasmettere oppure non c'è stata l'occasione, magari verrà, quindi, non è detto che un artista che ha 3 milioni di followers faccia bella musica, ma poi alla fine bella musica cattiva musica è tutto molto soggettivo, però sicuramente è un grande metro di valutazione non può non essere presa in considerazione.
Quello che fa davvero la differenza sono le canzoni cioè le canzoni se arrivano, arrivano nel senso che le visualizzazioni poi possono essere una una conseguenza o comunque possono arrivare, neanche te lo aspetti Però, secondo me, è la canzone che fa la differenza.»

Se tu fossi un piatto, che piatto saresti e perchè?

«Un po' di patriottismo ci vuole, io penso che la pizza sia una delle più grandi invenzioni del pianeta la puoi contaminare, la puoi fare all'italiana, puoi metterci sopra tanti gusti di anche di altri paesi, puoi portartela in giro ovunque e sopra puoi metterci qualsiasi cosa ma la matrice rimane sempre la pizza e, quindi, io ti direi la pizza.»