"Dicono che sono pazzo" è l'ultimo inedito di Melga. Intervista

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"Quando scrivo mi sento come un equilibrista che cammina su di un filo: se ci penso troppo, cado, ma se mi lascio andare posso percorrere anche kilometri"

Lei è Gaia Costantini, aka Melga, che ci ha presentato il suo ultimo brano "Dicono che sono pazzo" e si è raccontata alle nostre pagine.

Dicono che sono pazzo è il tuo nuovo singolo, cosa ci racconti con questa canzone, qual è il messaggio?

«"Dicono che sono pazzo" è il prolungamento di una storia che parte da me e unisce tante persone. Gli uomini che più mi hanno insegnato qualcosa nella vita sono stati gli incompresi, gli emarginati, i pazzi. Questa canzone vuole essere uno schiaffo morale ad una società malata».

Charles Bukowski disse che "l'individuo equilibrato è un pazzo". Nella tua canzone viene chiamato pazzo chi cerca di passare del tempo per guardare dentro di sé, magari per cercare di capirsi e per trovarsi. Oggi è diventato davvero così strano cercare di capirsi per essere stessi, davvero oggi il "pazzo" è la persona equilibrata?

«Oggi è diventato strano anche non appartenere al mondo dei social o fare una passeggiata in solitudine tra la natura, il mio passatempo preferito. Credo che si reputi "pazzo" o "sfigato" soltanto chi riesce ancora ad essere se stesso. Spesso odiamo quello che in realtà vorremmo essere». 

Cosa intendi quando dici che non sai se tu hai scritto questa canzone o forse è stata lei a scrivere te?

«Questa canzone mi ha salvato la vita, letteralmente. È stata una sfida, su tutti i punti di vista. Innanzitutto scriverla è stato così spontaneo da destabilizzarmi in un primo momento, sino a decidere di produrla. Ho conosciuto Alberto Dati e ho scelto lui come produttore di questo singolo. Mi sono fidata e ne è valsa la pena, completamente. Ho voluto sperimentare, sentire il sapore vivo della musica che va oltre le solite dinamiche di marketing e business. Chi voleva la hit estiva credo sia stato deluso, ed è meglio così, io sono molto felice».

Dicono che sono pazzo è accompagnata da un video, puoi raccontarcelo?

«Il singolo è accompagnato da un videoclip realizzato e montato da Giuseppe Rosato e con la partecipazione del ballerino Angelo Venneri, due professionisti che stimo molto. Avevo delle idee e con Giuseppe e Angelo le abbiamo sviluppate, tanto da fare tutte le riprese in poche ore. In più, ho avuto il sostegno di Vincenzo Madaro, proprietario della location (Casina Trovanza), che ha supportato l'intero progetto con entusiasmo. Sono davvero soddisfatta del risultato ottenuto».

Melga, Scusa come stai? Cosa ci racconti in questa canzone?

«"Scusa come stai?" l'ho scritta per due motivi. Il primo è che ci dimentichiamo di rispondere sinceramente alla domanda "Scusa come stai?".  Il secondo motivo è un riferimento a Taranto, città che soffre sotto i nostri occhi e che ho scelto di personificare in questa canzone».

Ci puoi spiegare come si sviluppa il processo di scrittura di una tua canzone, da cosa inizi e come arrivi a chiudere un testo?

«Quando scrivo mi sento come un equilibrista che cammina su di un filo: se ci penso troppo cado, ma se mi lascio andare posso percorrere anche kilometri. Scrivere una canzone per me è come raccontare una storia a un bambino, con leggerezza e verità».

                                             

Quali sono i tuoi progetti futuri e a cosa stai lavorando adesso?

«In questo momento ho un estate ricca di eventi, seguita dalla collaborazione con Giuseppe Internó di MELT Eventi, persona straordinaria. Ovviamente è in programma un album».

Mi piace abbinare la musica alla cucina, quindi, ti chiedo se tu fossi un piatto che piatto saresti e perché?

«Non potevi farmi domanda più bella, io amo il cibo e la cucina. Credo che la mia musica si avvicini molto ad una carbonara, il mio piatto preferito».