Davide de Marinis ci racconta del suo tradimento nel singolo "Apro e chiudo" - Intervista

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Il cantautore Davide de Marinis ritorna con un nuovo singolo estivo che parla di tradimenti, realizzata e prodotta insieme al suo amico e socio Andrea Fresu, Apro e chiudo, che sta presentando in giro in spettacoli itineranti, oltre alle serate del suo spettacolo “Serata Troppo bella De Marinis canta Battisti e non solo”, in cui canta le sue canzoni e fa un omaggio a Battisti, una decina di canzoni rivisitate.
Troppo Bella il suo primo successo compierà vent’anni il prossimo anno e Davide de Marinis sta preparando un album per festeggiare questo meraviglioso successo.


"Apro e chiudo" rappresenta per te un ritorno?
«É una canzone che mi rappresenta molto ed è autobiografico, scrivo di un mio tradimento e mi sono “messo a nudo”. È una storia che ho vissuto sei anni fa e la canzone l'ho scritta sei anni fa, non è proprio recente, anche se lo è negli arrangiamenti, un lavoro che risale a sei mesi fa.»  
Parli di tradimento ma con una canzone ritmata, estiva, giocosa, pop. È una sorta di riscatto?
«Sì, perché il tradimento l'ho fatto in estate, di solito i tradimenti maggiori avvengono in estate. Avevo conosciuto una ragazza e c'è stato un flirt un po' più estivo. Non sono a favore, naturalmente, del tradimento, bisogna essere fedeli, però può succedere. Si apre e si chiude una porta e aprendole e chiudendole delle porte, io spero che l'auspicio, che è il messaggio che s’intravede nella canzone, uno cresca e migliori che capisca che certe cose è meglio non farle. Neanche subirle, io ho vissuto entrambi le posizioni, per essere corretto sono stato tradito e ho tradito.»
Con chi hai realizzato il video della canzone “Apro e chiudo”?
«Il regista è Andrea Fresu, siamo una sorta di cooperativa, facciamo tutto ormai e poi Andrea è bravissimo, veramente un artista completo. Abbiamo realizzato noi il video con degli attori molto bravi, giovani, belli, lei si chiama Silvia Bertocchi e lui Nicola Brando Parini.»
È nata una polemica su questo video, di esservi ispirati troppo a quelli di Rudy Mancuso?
«In alcune cose sono state ispirate ma si discosta molto, in alcune cose sono state ispirate, per me va bene tutto l'importante è che se ne parli.»


Dopo di questo singolo uscirà un album?
«Uscirà un album, perché “Troppo bella” compie vent'anni e sarà inserita in quest’album. Non mi sembra vero, se compie vent’anni “Troppo bella”, vuol dire che io sono invecchiato di vent’anni. Stiamo pensando di far uscire un album con tutte le canzoni che, in questi anni, ho inciso come singolo e altre canzoni che sono ancora nel cassetto e speriamo che tutto vada per il verso giusto e che l’album si possa fare nel migliore dei modi.»
Qual è il tuo background prima di arrivare al grande successo di “Troppo bella”?
«Ho sempre scritto tante canzoni e poi ho partecipato a molti concorsi canori, alcuni li ho anche vinti. Ho avuto delle esperienze in alcuni gruppi musicali, fino al giorno in cui ho scritto la canzone che s’intitola Troppo bella, dedicata a una ragazza che vedevo all'Accademia di Brera, dove studiavo scenografia e questa ragazza mi piaceva talmente tanto che mi ha ispirato questo brano. In molti mi hanno chiesto: Ma tu sei andato a cantarle la canzone? No, lei non lo sa. Ero talmente timido che non avevo il coraggio di avvicinarla e dirle che avevo scritto un brano per lei.» 
Hai frequentato l'Accademia di Brera?
«Sì. Un'altra mia passione è dipingere, lavoro anche a casa, realizzo quadri, faccio delle mostre. »
Che tipo di quadri realizzi?
«Ho due correnti, una molto informale cui puoi immaginare di vedere delle cose, dove io butto in pratica il caffè sulla tela. Io lavoro con il caffè, una cosa che ho sempre fatto, prendo il caffè della moka, lo metto via nelle bottiglie di plastica e lo faccio invecchiare, invece, di far invecchiare il vino… e poi lo verso sulle tele, dove ho già inciso magari delle cose, ho applicato dei giornali o cartoncini. Poi strappo, rimetto e tutte queste cose creano dei movimenti sulla tela e s’iniziano a vedere delle immagini, che a volte si materializzano sulla tela come delle costruzioni urbane, abbandonate, tipo fabbriche vecchie o grattacieli abbandonati e rovinati. Altre volte, invece, rimane più informale, emergono forme che non definisci. Non dipingo figure umane, non mi attrae questo tipo di pittura.»


Sei autore, scrivi ancora per qualcuno?
«Scrivo non dico quotidianamente, ma quasi, sono molto prolifico, mi viene dal cuore non lo faccio perché devo creare una canzone, mi appunto delle cose, delle melodie che mi registro sul cellulare e vengono così casualmente. Scrivo per diversi progetti, in questo periodo in radio c’è una canzone che ho scritto per un giovane artista Pier Caruso, s’intitola Ghiaccio e limone.»