Con “Uapp” i Red Family denunciano i comportamenti malavitosi imitati dai giovani. Video

- di

Uapp è il nuovo singolo/video del duo rap “Red Family“, due ragazzi napoletani che con la loro musica divertente, ma dal contenuto di denuncia sociale, stanno conquistando il panorama italiano, perché il brano ironizza e ridicolizza i comportamenti malavitosi troppo spesso imitati dai giovani.

Red Family ovvero: Gianni Red  e Loris Bastr,  due vulcani che sfornano rap in napoletano e sound black, dicono basta all’arroganza di certi comportamenti e si rivolgono ai giovani per farli ragionare in musica con leggerezza con “Uapp” il loro ultimo video on line dall’11 luglio.
Destinato a diventare un successo, il ritornello del nuovo brano e video, giovane, moderno e ironico come i Red Family, resto impresso per contenuto e perfetta  sintesi “non fa o Uapp, statte calmo, statte zitto, non fa o Uapp… pigliate na camomilla non fa o Uapp”.


«É uno nostro momento molto attivo socialmente - affermano Gianni Red e Loris Bastr - ci stiamo mettendo in prima linea per far aprire gli occhi ai nostri coetanei. Non parliamo di cambiare le mentalità questo è un'illusione nella musica,  ma vogliamo, a modo nostro, smuovere le acque e fare entrare la gente nel nostro mood. Il video ufficiale è stato girato a Napoli  e ha visto la  partecipazione di Myriam Ayaba (finalista di The Voice di quest'anno), Gaia Melania  (valletta di“Ciao Darwin 8”) e modella personale del pittore romano Alessandro Scannella, anche lui nel video in un atto creativo.Abbiamo deciso per la prima volta di combinare arte e musica. Volevamo qualcosa che rappresentasse purezza d'animo  così da contrastare con l'immagine da noi descritta del guappo. Per questo nel video abbiamo inserito un dipinto ad olio  di Alessandro Scannella che ritrae una donna dai capelli rossi, dal cui grembo fuoriesce una rosa. Sia il colore rosso dei capelli che la rosa sono un forte collegamento al colore della Family». 

        

«Siamo molto legati alla strada - continuano i Red Family in fondo ha cresciuti anche noi e  se oggigiorno la nostra posizione è un’altra parliamo pur sempre di una realtà esistente. Non si può  far a meno di parlarne, perché  la gente si riconosce in quelle cose. Il punto è  non esaltare quelle cose, ma ridicolizzarle. Alla gente va ricordato che la malavita è  solo un'illusione e che le mani con le quali i camorristi hanno giurato tra di loro alleanza, sono le stesse con le quali poi si sono sparati. Non c'è nulla di ammirabile a quanto pare. I ragazzi di oggi devono finirla di inseguire falsi miti prima che sia troppo tardi per loro».