"Antropofagico I" è l'ultimo EP di Celeste. Intervista

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“Antropofagico I (etichetta discografica Offline Artistic Production, distribuzione digitale TuneCore), è nuovo progetto discografico di Celeste, che prevede altri due Ep in uscita tra l’autunno 2019 e gli inizi del 2020. Un percorso di tre Ep, con la collaborazione dei direttori artistici Tony Brundo e Tony Canto, con tre sonorità differenti: il primo ha un’impronta brasiliana, la cui musica è molto importante nella vita artistica di Celeste ed è esaltata nel disco dalle tante collaborazioni con artisti brasiliani di calibro internazionale. Il secondo,  che uscirà a ottobre, ha sonorità jazz, funk, soul e il terzo conterrà un suono contaminato da tutto il suo background musicale, ma più personale, caratteristico e distintivo.

Celeste ci ha presentato il suo progetto e si è raccontata alle nostre pagine.

Il tuo progetto discografico si apre con Antropofagico I e si dividerà in tre EP dalle sonorità diverse, puoi spiegarci questa scelta?

«È stata la mia scelta sin dal primo album perché a me non piace legarmi ad un genere in particolare, a me piace la musica in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue sonorità e ritmi, non sono legata a ritmi specifici. Ho sempre voluto mantenere questa mia libertà e così ho deciso di compiere questo percorso di 3 EP dalle sonorità diverse, proprio per prendere tutto il mio background musicale. Ho iniziato questo percorso con Antropofagico I mettendoci un'impronta brasiliana, musica che adoro e che è stata importantissima nella mia vita e lo sarà sempre. Il secondo sarà più internazionale, ci sarà il jazz, il funk e il soul e poi l'ultimo avrà un suono più caratteristico, un po' più personale. Anche il nome di questo EP, che è Antropofagico, descrive un po' l'attitudine che voglio avere nella musica, quello di deglutire tutti i generi, tutte le sonorità e tutte le influenze che mi interessano, che mi appartengono e poi rigurgitarle a modo mio. Questo è anche il motivo per il quale ho voluto chiamare così questo mio percorso».

Possiamo dire che un elemento in comune ai tuoi Ep è il tuo amore nei confronti della musica?

«Esatto, amo tanti aspetti della musica, tante sonorità. Amo tutte le culture delle quali vengo a conoscenza, amo i loro ritmi. La musica è infinita, la musica non ha confini. Io non sono una cantante di una cosa sola, sono un'interprete e, quindi, canto tutto quello che mi piace».

La Marinera, un brano estratto dal tuo Ep, è una danza tipica del Perù che rievoca l'atto del corteggiamento. Qual è quindi la storia che ci racconti?

«La Marinera parla di una donna che è andata via dal suo paese ed ha affrontato le onde del mare più scure, ha attraversato tante difficoltà nella vita ed è dovuta andare via dal suo paese e cercare una “terra promessa”, una terra in cui iniziare tutto di nuovo, dove costruirsi una nuova vita, non perdendo mai la speranza nel futuro. Questo è il messaggio principale di questa canzone, una canzone che ha in se un contrasto molto vivo, c'è malinconia e sofferenza in questa donna che è sola, che viaggia, che va via dal suo paese e che lotta, però c'è sempre la sua speranza di continuare a vivere e amare, quindi, per questo “passerà una marinera e l'amore porterà».

Parliamo delle collaborazioni in questo tuo progetto...

«Ricordo benissimo quando a Tony Canto, l'autore di questa canzone e che ha riarrangiato il pezzo insieme a Tony Brundo, gli spiegai le sonorità che volevo, avendogli detto del mio progetto, e che volevo una canzone in italiano con un'impronta brasiliana, che potesse rientrare in questo EP e lui mi fece ascoltare questa canzone, io impazzii letteralmente. Inoltre, c'è la collaborazione di un bravissimo musicista, Mauro Refosco, è il percussionista dei Red Hot Chili Peppers, di David Byrne dei Talking Heads, quindi, lavora con artisti incredibili. Lui si sta occupando di tutto il progetto dei tre EP. In questo Ep ci sta presentando sonorità brasiliane e poi lo sentiremo anche in sonorità diverse negli altri due EP».

Ne La Marinera tu canti: “non esiste giudizio nella mia verità ma soltanto l'inizio della mia libertà”. Aristotele disse che “solo chi ha superato le sue paure sarà veramente libero”. Tu hai superato le tue paure, hai raggiunto la tua libertà?

«La Marinera sicuramente le ha superate. Credo che, per me, le paure ci saranno sempre e credo che noi dobbiamo sempre guardare avanti ed essere sempre pronti. Ovviamente la vita è fatta di step e penso che non si finisca mai di imparare e non si finisca mai di avere paura. Più si va avanti, più affronti diverse situazioni e più sarai pronto per il passo successivo e per questo credo non si finisca mai».

Hai appena finito un tour...

«Si, sono stata a Londra al Barbican Hall e poi ad Amsterdam e il 6 Luglio a Parigi al Casinò de Paris dove ho aperto i concerti di Milton Nascimento e di nuovo a Londra il 29 Giugno dove ho presentato l'EP con un mio live. Pensa che non posso ancora crederci, non ne ho ancora preso coscienza. Sono una fan di Milton, lo adoro. Ho cercato di godermela il più possibile, non riesco a descrivere l'ammirazione che provo per lui».

A me piace abbinare la musica alla cucina e, quindi, ti chiedo se tu fossi un piatto, quale saresti e perché?

«Sono una buonissima forchetta, però non so cucinare, mi adatto ma sono pericolosa ai fornelli (ride). A me piacciono tanto le lasagne, la pasta alla norma, ma anche la cucina giapponese e la cucina Thai. Però se fossi un piatto sarei un piatto di pasta alla norma».