"Andrew" l'Ep di debutto di Arianna. Intervista

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Con la musica nel sangue e un grande amore per la danza e la recitazione, in questa produzione artistica Arianna ha elaborato musicalmente la necessità di esprimere storie di vita che l’hanno toccata profondamente, con una voce potente dalle sfumature più varie e intriganti.

Lo stile musicale dell’artista viaggia nel mainstream, nell’indie pop e nel rock, nonostante siano facilmente riconoscibili influenze folkblues e dance.

“Andrew” rappresenta per l’artista una sorta di diario in cui sono “annotati” momenti, sensazioni, rabbie, stupori e un forte desiderio di sperimentare tutti gli aspetti ancora sconosciuti che la vita offre.

Arianna ci ha presentato il suo Ep di debutto e si è raccontata alle nostre pagine.

Nel tuo Ep "Andrew" sono contenute canzoni dalle tematiche molto importanti: bullismo, meth, cambiamento di sesso, violenza psicologica. Questo Ep è l'esempio di come la musica abbia in sé la forza per trattare questi argomenti. Cosa ne pensi?

«Penso che la musica, come in realtà anche il teatro, venendo io dal teatro,  possano farsi portavoce di contenuti, di argomenti senza però proporsi come giudici per cui semplicemente si può raccontare una storia senza per forza dover giudicare.  Questa la trovo una cosa magnifica dell'arte»

Forse perché con più semplicità si riesce a parlare e raccontare di argomenti che sembrano essere un po' difficili da affrontare?

«Sì, sono difficili perché sono tematiche molto forti e io credo che, almeno il modo in cui io mi rapporto alla musica, il modo in cui scrivi, il modo in cui lo metti in musica, lo faccia raccontando magari un episodio senza stare a puntare il dito contro nessuno. La musica mi aiuta tantissimo a lasciarmi andare, a tirare fuori anche tematiche molto forti come quella del bullismo o altre che tratto nell’ EP»

"The Snails" e "Both" sono due canzoni collegate tra loro. La prima tratta della scelta del cambiamento di sesso, nella seconda invece "Andrew" si chiede se ha preso la decisione migliore e alla fine è felice della decisione presa. Le due canzoni hanno due costruzioni diverse, due stati d'animo diversi raccontati non solo dalle parole, ma anche da un sound diverso...

«Esattamente, questo è avvenuto per un motivo ben preciso, c'è un senso dietro questa cosa. Tutti i brani sono stati scritti insieme a Fabio Zito. Fabio ne è il compositore, insieme a me, ma è anche un regista e produttore teatrale cinematografico e per l'appunto questi brani sono nati per uno spettacolo teatrale che lui ha scritto e diretto che si chiama "The Snail" che è la storia di una ragazza transgender che decide di effettuare il cambio di genere e questi brani sono stati scritti apposta per lo spettacolo, per cui seguono un filo narrativo, seguono anche il senso della storia del racconto ed è per questo che è venuto anche più facile per noi arrangiare i brani, perché avevamo già la temperatura del brano, la temperatura della situazione che ci ha aiutati a dire: “qui cosa ci racconta?”. Un attimo di respiro c’è in questa seconda canzone, parlo di Both, e quindi questo ci ha permesso di dire: “qui ci vuole qualcosa di più allegro qualcosa più dinamico”. Quindi abbiamo poi scelto il country»

In Effimero invece, che è stata presentata anche in inglese, tratti il tema del bullismo. Canti: "Ricorda chi eri tu", può essere questa una canzone di rivincita, di riscatto?

«In realtà, la visione di questo brano non è tanto una visione di riscatto nei confronti degli altri, è più nei confronti della protagonista della canzone, che ha subito atti di bullismo quando era giovane, ma a causa di questi episodi ha sviluppato, nel corso della sua vita, fortissime insicurezze, grandi paure al suo interno e soltanto adesso, in età adulta, riesce piano piano a riscattarsi a ritrovare il coraggio che aveva un tempo ed è quello a cui si riferisce "Ricordati che eri tu". Ma è più un analisi personale, una questione personale, più che: "Ah, ecco ora sono coraggiosa" rispetto a chi ha avuto atti di bullismo nei miei confronti. Non è tanto un attacco ma una crescita personale in realtà»

"Bring it out" tratta invece dell'autoerotismo. In musica ricordo "La Bugia" di Giorgio Gaber del 1974, "Sei Ottavi" di Rino Gaetano del 1977, ma avevano una struttura diversa dalla tua, lo stesso Woody Allen, avendo prima noi parlato di teatro, ha dichiarato che "la masturbazione è fare sesso con qualcuno che si stima veramente". Com'è nata l'dea di cantare questa canzone?

«É nata perché avevo riscontrato, in alcune persone, la  vergogna nei confronti di questo tema che in effetti viene trattato molto di più rispetto a un tempo, ma non è ancora un tema di cui si parli tranquillamente. Crea ancora un po' di imbarazzo e ho notato, invece, che quando ne parlavo con loro si sentivano poi coraggiose, dopo aver ammesso che anche loro praticavano autoerotismo e ho trovato nei loro occhi un forte coraggio e un forte istinto femminile che usciva e mi sono detta: “questa cosa può far trovare delle parti di te -parlo ovviamente per quanto riguarda noi donne- che non conoscevi, una parte profonda della donna” e, quindi, ho voluto cantarla in musica, l’ho voluta trattare per mia preferenza in maniera ironica tramite delle metafore»

Nel video che accompagna "Bring it out" con il movimento delle mani e con il movimento del dito dipingi su tela. Alla fine del video si può dire che hai dipinto l'autoerotismo? 

«I due dipinti rappresentano il prodotto delle due figure che vengono viste nel video che sono una figura un po' più dimessa, più fine, più educata che dipinge in una maniera molto più ordinata, che sta negli schemi, infatti, un dipinto è negli schemi, è un dipinto ben definito: il fiore. L’altro dipinto invece è stato prodotto da una figura più ribelle, quindi, un dipinto molto più pieno di caos, molto più libero, che poi è il messaggio del brano e questi due dipinti rappresentano le due parti che possono esserci all'interno di una donna, una parte un pochino che sta proprio negli schemi, nelle regole, nella vita quotidiana e che non si sbilancia troppo. L’altro dipinto, invece, quello un po' più selvaggio, va a rappresentare la parte più selvaggia di una donna, più coraggiosa, l’istinto che qualche volta noi donne teniamo lì e che non si sa neanche se c’è, quindi, i due dipinti vanno a indicare essenzialmente il tema del brano»

Quali sono i tuoi progetti futuri?

«Stiamo creando un nuovo progetto un pochino più grande dell’ Ep "Andrew". Io e Fabio stiamo pensando e lavorando alla realizzazione di un album con molti più brani al suo interno, dopodiché partirà un'altra tournée. Adesso stiamo facendo delle date nel nord Italia, Piemonte e Lombardia,  e ci piacerebbe riuscire ad andare anche più in là magari andare in Europa, chissà»

Un Ep che prevede la collaborazione di Fabio Zito....

«Sì, perché le canzoni nascono con lui, per cui è proprio un miscuglio di influenze musicali completamente diverse.Tendenzialmente ci lasciamo andare, io e Fabio, a quello che esce dal mio repertorio  e dal suo repertorio, le varie influenze le uniamo e cerchiamo di non porci troppi schemi, Fabio Zito che ringrazio come anche la Gika Productions che ha prodotto l'Ep,  la Bentley Records che lo ha distribuito e la Divinazione Milano che è il nostro ufficio stampa» 

Mi piace abbinare la musica alla cucina e quindi ti chiedo: Se tu fossi un piatto che piatto saresti e perchè?

«Allora se fossi in piatto penso, andando in realtà fuori dalla mia regione che è il Piemonte, penso che andrei sulla pasta alla gricia, romana, perché è piena di roba (ride). In realtà, gli ingredienti sono pochi, però, sembra piena di roba ed è abbastanza corposa come piatto, mi sento un po' così anch'io e, quindi, vado sulla pasta alla gricia. Altrimenti una pasta al pomodoro e basilico, anche se son due cose molto diverse, ma se dovessi trovare una alternativa andrei lì.»