Alice e il suo Viaggio in Italia passando per Napoli. Recensione

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Alice e il suo Viaggio in Italia passando per Napoli. Recensione

Nel 2012, il cantautore Tiziano Ferro, autore del brano Nata ieri per l’album di Alice dal titolo Samsara, così definiva la cantante forlivese: «Alice è un emblema di stile e di integrità. É un esempio di come ci si dovrebbe comportare quando si fa musica: seguendo l’istinto e la passione, assecondando i propri tempi e le proprie sensibilità». E nel concerto tenutosi ieri, nella prestigiosa cornice del Cortile d’Onore del Palazzo Reale di Napoli, Carla Bissi, in arte Alice, ha profuso istinto e passione interpretando canzoni di autori tra i più noti del panorama musicale italiano.

Il suo recital inizia in modo coraggioso e poco scontato con il brano Un blasfemo di Fabrizio De Andrè per proseguire con Atlantide di Francesco De Gregori e Lindbergh di Ivano Fossati. Si continua con Non insegnate ai bambini che per Alice rappresenta il testamento spirituale di Giorgio Gaber e con Auschwitz di Francesco Guccini “per scongiurare che la storia si ripeta”. Si giunge all’inedito di Lucio Dalla Almeno pensami presentato con Ron al Festival di Sanremo. E ancora Franco Battiato, il suo autore più amato e lei la sua musa ispiratrice con I treni per Tozeur, La cura, Prospettiva Nevski e Veleni scritta dal compositore siciliano apposta per lei e Giuni Russo con ‘A cchiù bella su una poesia di Totò, Claudio Rocchi, Juri Camisasca, Mino Di Martino e la stessa Alice con Dammi la mano amore e Il contatto.

                                               

Accompagnata in modo discreto e non prevaricante da Carlo Guaitoli alle tastiere e al pianoforte e da Antonello D’Urso alle chitarre, Alice ha intrattenuto il pubblico per oltre due ore con la sua particolare voce fatta di chiaroscuri e grappoli di note sospese nell’aria calda ed intensa di una serata napoletana.

Con gesti misurati ed eleganti ha sottolineato i passaggi più significativi di ciascun brano.

Ha sorriso in modo aggraziato e sincero alle sollecitazioni dei tanti che volevano trattenerla ancora un po’ sul palco illuminato da luci calde ad avvolgenti. Ha allargato le braccia, vinta da tanto affetto e regalato Il vento caldo dell’estate e Per Elisa.

Alice si conferma tra le più raffinate interpreti della canzone italiana. La sua voce emoziona e sprigiona bellezza tanto da chiederci sul perché sia rimasta nell’ombra per un lungo periodo.

Abbiamo bisogno di riscoprire una musica d’autore che ci faccia riflettere sui perché della vita.

Abbiamo bisogno di recuperare le emozioni del nostro cuore e la profondità della nostra anima e la voce inconfondibile di Alice può accompagnarci in questa dimensione rarefatta e mistica.

Il manifesto di questa XII edizione di Napoli Teatro Festival Italia è un cuore pulsante che ieri sera ha battuto il ritmo della vita sulle note e la voce di Alice.