Al Teatro Sannazaro arriva "Masaniello"  fino a domenica 26 e dal 31 gennaio al 2 febbraio. Recensione

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Al Teatro Sannazaro arriva "Masaniello"  fino a domenica 26 e dal 31 gennaio al 2 febbraio. Recensione

Il teatro Sannazaro di Napoli ospita lo spettacolo Masaniello di Elvio Porta e Armando Pugliese per la regia di Lara Sansone che ricopre il ruolo di Bernardina affiancata da Leopoldo Mastelloni (Duca D’Arcos) e Carmine Recano (Masaniello), che nel lontano 1974 tale spettacolo fu rivoluzionario.

Nella splendida cornice di Piazza Mercato fu abolita la separazione tra pubblico e attori ritornando alla tradizione del teatro elisabettiano che esigeva la partecipazione attiva degli spettatori alla rappresentazione teatrale in modo da provocarne un coinvolgimento emotivo e corale intorno ai fatti narrati.

Le vicende del Masaniello sono note.

Il pescivendolo Tommaso Aniello d’Amalfi (Napoli 1620-1647), si mette a capo della rivolta contro il Vicerè spagnolo, il Duca D’Arcos, che aveva inasprito la pressione fiscale con una serie di gabelle riguardanti anche generi di prima necessità.

La rivolta, scoppiata il 7 luglio 1647, si concluse il 16 dello stesso mese con la morte di Masaniello ritenuto dai suoi stessi seguaci, pazzo e incapace di guidare a buon fine la sollevazione popolare.

Nelle note di regia, Lara Sansone spiega:«Ho lavorato sull’animo dei personaggi, focalizzando l’attenzione anche su quelli minori. Masaniello è un’opera strutturata in maniera complessa, che ha segnato la storia del teatro moderno, portando l’azione teatrale tra il pubblico, abolendo in maniera totale la divisione platea-palcoscenico. Lo storico spettacolo del 1974 vide una piazza come palcoscenico, allestirlo in teatro ha significato riconsiderarne gli spazi scenici per mantenerne intatti lo spirito e la magia. In scena una compagnia numerosissima, supportata dalle splendide musiche di Antonio Sinagra che restituiscono la forza dirompente di un popolo vessato da tasse e soprusi».

E Leopoldo Mastelloni riflette sul suo personaggio:«Il Vicerè, in questo spettacolo, acquisisce statura e dignità. Egli conosce le strategie della guerra e supera la rivolta dei napoletani con arguzia e piglio aristocratico. Il suo disegno politico consiste nel fingere di ascoltare le ragioni del popolo per poi strumentalizzarle. La sua è la strategia di un potere molto moderno, attento a cogliere malumori e tensioni per meglio contenerle ma incapace di offrire risposte adeguate. É un personaggio che grazie alla regia attenta di Lara Sansone,ho potuto reinventare, ispirandomi all’Orlando Furioso di Luca Ronconi».

E Carmine Recano, intervistato da Virginia Maresca, afferma:«Interpretare Masaniello è molto faticoso ma posso dire che ne è valsa la pena. Ho fatto delle ricerche su tutto quello che riguardava il periodo storico durante il quale si svolgono le vicende e sul personaggio. Il confronto con la regia di Lara Sansone mi è stato di grande aiuto, soprattutto nel rendere Masaniello quanto più viscerale possibile».

Il testo potente e drammatico di Porta e Pugliese, conquista gli spettatori dalla prima battuta e la sapiente recitazione commuove e infervora il pubblico presente in sala.

Non è facile dare vita al personaggio di Masaniello, entrato nella leggenda per essersi per primo schierato con il popolo contro i potenti di turno e diventato nel tempo un esempio ed uno stimolo per altre rivolte, moti, sommosse, tumulti, rivoluzioni.

Carmine Recano lo fa nei modi e nei tempi teatrali giusti restituendoci un Masaniello vero, autentico, arrabbiato e disperato. Le sue capacità attoriali catturano ogni sfumatura delle situazioni rappresentate: la passione per un’idea folle, il desiderio di realizzarla, la paura della morte,l’angoscia nelle decisioni, il timore di commettere passi falsi e tradire gli ideali condivisi, le ingenuità proprie di chi va contro un potere costituito e agguerrito.

Masaniello viene fatto credere pazzo dai potenti per neutralizzare la carica esplosiva e dirompente di un popolo che chiede soltanto di essere ben governato e sollevato dal pagamento ingiusto di tasse e gabelle. Ma è proprio il popolo che ne chiede la testa e lo tradisce anche quando sembra incoraggiarlo a rivestire il ruolo di capo.

Lo sberleffo sostituisce il consenso, la caricatura il personaggio storico, il grido di giustizia il lamento di un moribondo la cui testa sarà portata in trofeo per le strade della città di Napoli.

Sua moglie Bernardina “’a regina d’‘e sarde“, una stupenda ed immensa Lara Sansone, lo aveva messo in guardia dalla ferocia del popolo per una sorta di spirito profetico,squisitamente femminile. Ella viene sospinta e trascinata allo stesso destino in un crescendo di emozioni forti e contrastanti rese con grande credibilità e convinzione.

Il Duca d’Arcos bugiardo e infido, è modellato con rara maestria da Leopoldo Mastelloni, attore raffinato e istrionico per le sue ineguagliabili doti interpretative ricche di sfumature e carnalità, poco sfruttate da registi e copioni contemporanei.

E che dire degli altri interpreti bravi e talentuosi che danno vita ai tanti personaggi ben costruiti e che spaziano dai nobili superbi ad altezzosi ai lazzari sanguigni e determinati, dagli scugnizzi coloratissimi ai rappresentanti del clero sempre in combutta con i potenti di turno?

Tutti meritano di essere menzionati perche Masaniello è uno spettacolo corale. E se ci fosse la possibilità di conoscere i nomi ed i cognomi degli spettatori che affollano il teatro bisognerebbe scriverli uno per uno perché anch’essi contribuiscono in larga parte al successo della rappresentazione.

E allora eccoli, tutti degni di nota e di applausi: Corrado Ardone (Vitale), Ciro Capano (Maso Carrese), Mario Aterrano (Naclerio), Mario Andrisani (Dormiente e Catania), Pietro Juliano (Friggitore e Perrone), Pino Lamberti (Cacace), Vincenzo De Lucia (Valignano, Stenterello e Bisignano), Antonello Cossia (Giulio Genoino), Rosario Giglio (Duca di Maddaloni e Miroballo), Tina Scatola (Comare e Friggitrice), Gino Curcione (Don Liborio e Carafa), Antonio Buonanno (Palumbo e Pescivendolo), Ingrid Sansone (Viceregina), Franco Castiglia (Il banditore e Cavaliere), Massimo Peluso (Donnarumma), Christofer Vanorio (Chierichetto), Claudia Lucci (Prima popolana), Annamaria Colasanto (Seconda popolana), Greta Gallo (Terza popolana), Gabriel Vanorio (Scugnizzo).

Le musiche di Antonio Sinagra supportano l’intero spettacolo con melodie forti e orecchiabili.

L’impianto scenografico dei F.lli Giustiniani restituisce la magia della piazza con i suoi punti di raccolta e di uscita di attori e spettatori.

I costumi di Luisa Gorgi Marchese ci introducono nel periodo storico dei fatti narrati con alta professionalità sartoriale e ricerca dei dettagli.

Il trucco e il parrucco sono affidati al gusto di Ciro Florio.

Nell’intervallo si ascolta un brano tratto dalla Muta di Portici, musicata da Daniel Auber, andata in scena per la prima volta nel 1828 all’Opera di Parigi.

Lo spettacolo Masaniello rappresenta un monito anche per i governanti arroganti e spocchiosi della nostra epoca che cercano i consensi del popolo con promesse e lusinghe per poi tradirne le aspettative.

Il personaggio Masaniello non muore nel ricordo degli spettatori e in quello della Storia che lo vede come una delle figure più significative ed espressione di giustizia sociale e libertà.

Dalle sue ceneri nasce la pianta della ribellione delle masse popolari che in qualunque tempo e in qualsiasi latitudine è pronta a difendere i diritti degli oppressi. Forse non è un caso che l’allestimento di questo spettacolo è “contro il sistema della camorra”.

Per INFO e prenotazioni www.teatrosannazaro.it

Tel.081 411723