«Abbiamo deciso di fregarcene della forma per dare libero sfogo alle nostre emozioni.» Intervista alla band Malaparte

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«Abbiamo deciso di fregarcene della forma per dare libero sfogo alle nostre emozioni.» Intervista alla band Malaparte

La band salernitana Malaparte torna con un nuovo disco, “Citazioni ed altri delitti”, pieno di canzoni mature, dodici brani dai testi poetici con declinazioni psicologiche che ricordano gli scrittori russi, testi costruiti su una solida base hard rock, senza fronzoli, con riferimenti alla cultura pop, metal e rock degli anni ’80 e ’90, infatti, la cover dell’album riprende la scia di fiamme della mitica Delorean del film “Ritorno al futuro”. I Malaparte sono Carmine Ricciardi (voce e chitarra), Giuseppe Diego Nocito (basso), Pasquale Tomasetta (batteria e percussioni), Carmine De Vita (keyboard, seaboard and backing vocals) e Raffaele Maffei (chitarra ritmica e cori).

Malaparte è un chiaro riferimento allo scrittore Malaparte o cosa significa per voi?
«Il nostro nome è un omaggio a Curzio Malaparte. Spesso facciamo riferimenti alla letteratura e al cinema e Malaparte, con la sua personalità poliedrica, è stata una grande fonte di ispirazione dal punto di vista concettuale. Un personaggio, uno scrittore, un artista “borderline” come piace a noi.»

Malaparte è un album che esplora e scruta l’animo umano… ma l’importante è “Sorridere sempre”…

«L’importante è non mollare. Sorridere sempre è amara, introspettiva come la maggior parte dei nostri testi ed è la constatazione che volenti o nolenti, bisogna cercare uno spiraglio per forza di cose e nonostante tutto. È un viaggio interiore alla ricerca dell’istinto primordiale che ci guida per sopravvivere. Si sorride per non cedere ai momenti bui e all’oscurità che ci avvolge nelle difficoltà che la vita puntualmente ci presenta.»

Brani da più di cinque minuti un massacro e inadatti alle radio…

«Sì, è vero ed era in preventivo. Siamo al terzo disco e abbiamo deciso di fregarcene della forma per dare libero sfogo alle nostre emozioni. Ci interessa essere genuini senza badare troppo all’apparenza; siamo arrivati fin qui soprattutto perché amiamo la musica e se c’è qualcosa da dire, lo facciamo senza pensare che il tempo possa essere un ostacolo.»

                        

Come avviene il processo del songwriting, chi scrive e come nascono le vostre canzoni?

«La quasi totalità dei testi e della musica sono di Carmine (Ricciardi). Nascono da esperienze di vita dirette e a volte indirette. Le canzoni nascono in maniera molto spontanea, senza che ci sia un ordine preciso riguardo l’alternanza musica-testo. Le bozze vengono portate in sala prove per essere arrangiate grazie all’aiuto degli altri componenti del gruppo. Capita anche che si scriva una canzone insieme nel più classico dei modi e cioè improvvisando nei momenti di pausa quando si rifinisce il repertorio da presentare dal vivo. Uno spunto portato a casa, può facilmente diventare un nuovo pezzo.»

Cito la canzone Maschere:“Ali bastarde non reggono il volo”. Quanto i sogni possono essere importanti per voi?

«I sogni sono tutto e quando li perdi o meglio, quando perdi la capacità di sognare, di fantasticare, vuol dire che ti sei arreso, proprio come descrive metaforicamente il verso che hai citato. Sognare ad occhi aperti è lo spunto fondamentale per creare e per migliorare. Tutti i grandi scienziati ed inventori, erano prima di tutto dei sognatori. Senza scomodare alcuno, in piccolo, sognare è fondamentale soprattutto per l’uomo comune, per affrontare le difficoltà quotidiane, non farlo equivarrebbe a morire.»

I vostri testi sono chiari inviti a fare meglio nella vita, infatti dite:“Rimpiazzare lo stato mentale è non mentirsi mai” o cosa volete esprimere con questa canzone?

«L’analisi è perfetta. Questa canzone parla di come veniamo ammaliati dalle sirene del consumismo e di quanto sia pericoloso lasciarsi andare alla superficialità. Tendiamo ad accumulare il più possibile anche quando non ne abbiamo realmente bisogno. “Le cose che non hai” probabilmente non ti servono e se te ne rendi conto, vuol dire che puoi essere una persona migliore rispetto a ciò che ti chiede la società. Ci propinano qualsiasi cosa pur di vendere, di consumare e poi ci dicono che stiamo sbagliando e che il nostro stile di vita sta uccidendo il pianeta. L’invito è quello di sviluppare di più lo spirito critico riprendendo in mano le redini della nostra vita.»

“L’alba” una ballad d’amore è dedicata a qualcuna in particolare e com’è nata?

«Questa canzone descrive una lettera immaginaria e nasce dal desiderio e dalla necessità di comunicare i propri sentimenti ad un’altra persona. È dedicata alla scrittura nel senso letterale del termine, diciamo che è una rivisitazione in chiave moderna dell’amor cortese.»

“E tu dimentica”, un po’ come dire “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”…

«Certo, potremmo riassumerla così. Del resto la vita è troppo breve per odiare qualcuno e a volte bisogna lasciar perdere e guardare avanti.»

In quest’album ci sono delle collaborazioni?

«Sì, prima tra tutte quella di Nicodemo, un artista che stimiamo davvero tanto. Ha realizzato delle parti di sintetizzatore bellissime. Poi c'è Vittorio Longobardi bassista di Teresa De Sio che suona in "Fa' finta di niente", Domenico Ingenito dei NoRetro sempre nella stessa canzone. Ci piace che altri artisti entrino nei nostri pezzi, è stimolante ed è anche una grandissima soddisfazione per noi.»

Avete qualche tecnica di registrazione particolare che vi distingue da altri?

«Nulla di particolare ma ci piace sperimentare. Lo abbiamo fatto nel disco precedente "Impuro" e abbiamo provato qualcosa di diverso anche in "Citazioni ed altri delitti" grazie a Johnny Paglioli, l'ingegnere del suono che ha lavorato con noi; le chitarre saturate naturalmente negli altoparlanti del basso sono una sua idea ed il risultato è stato fantastico.»

Cosa amate di più la sessione di registrazione o il concerto? Come vi preparate per entrambi?

«Abbiamo conquistato il nostro pubblico suonando dal vivo e girando l'Italia, quindi la dimensione "live" si addice al nostro modo di pensare la musica. Le nostre canzoni a volte, prima di andare in sala di registrazione, vengono testate direttamente dal vivo ai concerti. È una cosa che abbiamo sempre fatto per misurare la risposta della gente che veniva ad ascoltarci.»

È in programmazione un tour? Cosa sta studiando per stupire il pubblico e a seguirvi?

«Stiamo cercando di organizzare il tour promozionale per questa primavera. Puntiamo inoltre a molti festival estivi perché adoriamo suonare in contesti grandi condividendo il palco con altri artisti. Possiamo solo dire che come è accaduto in passato, chi è venuto ad un nostro concerto è tornato a rivederci. Vi aspettiamo come sempre e come sempre daremo tutto sul palco come abbiamo sempre fatto!»