Gabriele Muccino riprende le sue radici napoletane nel film Biglietto d’Oro: A Casa Tutti Bene. Intervista.

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Gabriele Muccino riprende le sue radici napoletane nel film Biglietto d’Oro: A Casa Tutti Bene. Intervista.

Foto di Garofano Nicola 

A Casa Tutti Bene del regista Gabriele Muccino ha ricevuto il “Biglietto d’Oro" come secondo film più visto in Italia nel 2018 alle Giornate Professionali del Cinema di Sorrento.
"A Casa Tutti Bene" mette in scena un cast di star di alta caratura Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Claudia Gerini, Stefania Sandrelli, Sabrina Impacciatore, Carolina Crescentini, Elena Cucci, Tea Falco, Massimo Ghini, Ivano Marescotti, Giulia Michelini, Giampaolo Morelli, Gianmarco Tognazzi, Valeria Solarino, Renato Raimondi, Elisa Visari, Elena Rapisarda, scritto da Muccino e Paolo Costella il film ruota intorno a una famiglia che si riunisce a Ischia per celebrare il 50° anniversario di matrimonio dei loro due genitori anziani, Pietro e Alba. Una violenta tempesta colpisce l'isola, costringendo l'intera famiglia a vivere sotto lo stesso tetto per due giorni e due notti, portandoli a riproporre vecchi conflitti irrisolti e condividere dubbi sul futuro.
“A Casa Tutti Bene” successo al botteghino e vincitore del Biglietto d’oro alle Giornate professionali del Cinema di Sorrento…
«Non era scontato che fosse un film duro e che avesse una traiettoria molto decisa e non si concedeva a nessun perdono nei confronti dei personaggi, per cui poteva essere letto e decodificato come un film troppo triste, è un rischio che ho deciso di correre. L'essere così autentico, vero, riconoscibile nella storia e nei personaggi ha vinto, però, sull'aggettivo triste che era possibile incollare al film e ha avuto innegabilmente un grandissimo successo che oggi vale quattro volte più di quanto non valesse lo stesso successo nel 2003.»

                
Film girato a Ischia, in Campania, con una luce più calda di Los Angeles…
«Sì, questo me l'ha detto il direttore della fotografia che ha letteralmente detto che c'erano un paio di gradi Kelvin superiori a Los Angeles, cosa molto curiosa. In quel film si sente, c'è una luce molto limpida, cristallina, calda sempre molto costante e l'isola ha dato un bellissimo impatto visivo alla storia.»
Ancora una volta la Campania diventa set ideale ed è molto richiesta negli ultimi anni. Penserà di ritornare per qualche altro suo film?
«Il mio prossimo film ha delle scene ambientate a Napoli, per cui me lo auguro di girare ancora in Campania. Il motivo per cui ho scelto Ischia,  perché per me era il set migliore per quel film e perché avendo cercato un'isola che corrispondesse a certi parametri, Ischia li dava tutti.»
A Casa Tutti Bene, ma qual è la sua idea di casa?
«La casa è il luogo cui apparteniamo e dove di solito stiamo bene o a tutto ciò che ci riconduce a quel sentimento di pacificazione con noi stessi che a volte viene anche dai ricordi dell'infanzia o dell'adolescenza, quando si è cresciuti, quando si stava bene, quando si era felici. Tutto quello che ci riporta a quell’idea di casa che rimane molto forte della nostra formazione.»

                         
Un film corale, com’è stato messo insieme tutto il cast?
«L'idea del cast è nata pian piano pensando agli attori con cui avevo un rapporto preesistente come Favino, Impacciatore, Accorsi, Sandrelli, il primo zoccolo duro intorno al quale ho fatto il resto del cast e gli altri sono venuti pian piano in modo anche molto naturale.»
Facciamo un bilancio di quest’anno che sta per finire, cosa si porta con sé e cosa butta? 
«Mi porto dietro un anno molto piacevole, più dei precedenti, in cui le cose erano state più complesse e articolate. Questo è stato un anno molto veloce, in cui le cose hanno funzionato e in cui io mi sento particolarmente forte nella voglia di fare e di pensare e di costruire per noi un progetto e non butto via niente.»
Il prossimo film sarà tutto italiano. Come mai la scelta nuovamente di lavorare in Italia e se tornerà a lavorare in America?
«L'America potrebbe essere sempre una porta che si riapra, dipende da quello che mi viene proposto, se mi piace o meno e delle condizioni eventuali, per cui è una porta che non è mai stata chiusa, è una possibilità. Questo film sarà italiano perché ho voglia di fare ancora un film nella nostra lingua, nei nostri dialetti, nelle nostre sfumature mediterranee, che sono così forti, così familiari, così necessarie a una storia che sia terragna, forte, ombelicale e personale.»
Può anticiparci di cosa parlerà?
«Non posso dire niente.»
Da qualche parte ho letto sia sull’amicizia…
«Parlerà di una storia di una grande amicizia, però può essere tutto e niente.» 
Cos'è l'amicizia per lei?
«É un patto di rispetto e di fiducia reciproca. Ho degli amici che frequento da almeno 35        anni, li conosco bene a fondo e ci capiamo molto.»

                      
Che cosa ha provato a stare sul palco del Festival di Sanremo, poiché gli artisti ne parlano sempre come una gran paura?
«È stata una bellissima emozione. Stare su quel famoso palco dell'Ariston, sembra un modo di dire, ma effettivamente stare lì e cantare quella canzone è stato molto particolare, è un posto molto accogliente l'Ariston, diversissimo da come si percepisce da casa. Stare in platea o sul palcoscenico è un'esperienza ulteriormente diversa, che non si può praticamente comprendere, ma è un posto che ha un'energia molto singolare.»
Netflix questa piattaforma o ci si adegua o si muore?
«Bisogna adeguarsi a tutto quello che è il cambiamento di forme di comunicazione, per cui anche Netflix che segna un cambiamento importante che secondo me non si può rigettare o negare.»
Sta rincorrendo in questi anni qualche storia particolare e non riesce a fare e poi se ci sarà mai un’idea di fare una serie tv…
«Idee che sto rincorrendo… mi sento abbastanza fortunato. L'idea di fare qualcosa anche per la televisione si sta materializzando pian piano nella mia immaginazione.»