Capri-Revolution di Mario Martone nelle sale cinematografiche da oggi, 20 dicembre

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Capri-Revolution di Mario Martone nelle sale cinematografiche da oggi, 20 dicembre

Dopo Noi Credevamo e Il Giovane Favoloso, il regista Mario Martone presenta il terzo capitolo della cosiddetta “Trilogia Del Cardillo”, (voluto omaggio alla scrittrice napoletana Anna Maria Ortese e al suo romanzo Il Cardillo addolorato) dal titolo Capri-Revolution, scritto insieme alla sua compagna Ippolita Di Majo.

Il film è stato presentato in concorso alla 75esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia riscuotendo numerosi consensi di pubblico e di critica e da, oggi, 20 dicembre è in distribuzione nelle sale cinematografiche. Sono state premiate a Venezia le musiche finto-primitive, stranianti e suggestive di Sasha Ring e Philipp Thimm.

Il cast è composto da giovani attori bravi e talentuosi: Marianna Fontana, Reinout Sholten Van Aschat, Antonio Folletto, Gianluca Di Gennaro, Eduardo Scarpetta, Jenna Thiam, Ludovico Girardello, Lola Klamroth, Maximilian Dirr e una dolente Donatella Finocchiaro.

Nella Trilogia Martone sente il bisogno di riflettere sul Tempo e sulla Storia.

In Noi Credevamo si tracciava una riflessione sul tradimento della lotta partigiana nella società post costituente e quindi degli ideali risorgimentali che avevano spinto i patrioti a ribellarsi contro il dominio austriaco; ne Il Giovane Favoloso si delineava la figura di un Giacomo Leopardi ribelle nei confronti della famiglia e della società del tempo e ora con Capri-Revolution si raccontano i fermenti culturali di inizio secolo e “le meravigliose sorti e progressive” (verso 51 de La Ginestra di G.Leopardi) e forse il fallimento degli ideali sessantottini hippies che sono anticipati dalla comune descritta nella pellicola.

                    

Il film è ambientato nel 1914, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e narra la storia di Lucia (Marianna Fontana), una capraia che viene a contatto con la comune di giovani nordeuropei, guidati dal pittore Karl Diefenbach, che ha trovato nell’isola di Capri il luogo ideale per la propria ricerca spirituale ed artistica.

Martone ci spiega le ragioni e la genesi del suo lavoro:«Volevo chiudere la Trilogia con un personaggio femminile di grande spessore che non fosse una madre, una moglie, un’amante ma una donna che avesse in sé la forza della ribellione e la volontà di compiere delle scelte in modo autonomo. É stata una vera fortuna incontrare l’attrice protagonista del film Marianna Fontana e indirettamente l’isola di Capri. Io sono un napoletano della costa e ho sempre frequentato il Cilento. Oggi Capri è completamente diversa dal luogo che fa da sfondo alle vicende narrate nel film, è diventata oggetto di mondanità, ma i luoghi conservano un’anima profonda.». E ancora:« Volevo un personaggio che attraversasse la dialettica di queste utopie, di questi slanci verso la modernità, di questi sogni, mantenendo una sua intelligenza ed una capacità di giudizio. Lucia ha una libertà dentro di sé ed è piena di amore anche verso i due fratelli che non possono comprendere la sua ribellione perché loro stessi espressione di un mondo arcaico e maschilista

E la co-sceneggiatrice Ippolita Di Majo afferma:«Tutto il film tende ad esaminare il rapporto femminile-maschile. I dialoghi tra Lucia e Seybu e con i suoi fratelli e il dottore sono preziosi per scoprire la vera natura della protagonista del film. Anche l’isola di Capri dialoga con i personaggi ed è donna. L’arte se è formativa è una pratica di vita. Lucia è una donna che trasgredisce e si ribella istintivamentenella ricerca di sé al punto da lasciare anche la comune che la accoglie per intraprendere un viaggio da sola verso l’ignoto. Non a caso l’ultimo fotogramma del film ci presenta Lucia rivolta di spalle che osserva il mare davanti a sé. Il futuro viene visto da una donna. Il futuro è donna.»

                     

Il film presenta altri spunti di riflessione attualissimi: l’antimilitarismo, il pacifismo, il rapporto uomo-natura, il vegetarismo, la dicotomia tra mondo rurale e mondo operaio, la diversa “percezione del progresso” che si evince dai dialoghi tra il dottore e Seybu. Ma questi temi vengono offuscati dalla prorompente fotogenia e fisicità di Lucia.

Ogni inquadratura del film, ogni fotogramma rimanda a una serie di dipinti celeberrimi: La Danza di Henri Matisse, Pastorella Con Il Suo Gregge di Jean-Francois Millet, le performance di Hermann Nitsch, Du Sollst Nicht Toten di Karl Diefenbach, Il Cardellino di Carel Fabritius. Tuttavia tale precisa iconografia viene assorbita in modo libero e autonomo dal regista. La stessa Capri viene trasformata con “inserimenti” di paesaggi e luoghi cilentani tanto cari a Martone. (Il tempio della comune è infatti a Camerota).

La fotografia di Michele D’Attanasio conferisce quel tocco magico agli ambienti e ai personaggi del film. Le coreografie sono affidate a Raffaella Giordano che sa catturare, con l’aiuto delle luci, la psicologia dei giovani della comune che danzano nudi nella selvaggia natura dell’isola di Capri e ne vengono trasfigurati al pari di Ermione e D’Annunzio ne La Pioggia nel Pineto.

I riferimenti letterari e artistici del film presuppongono una cultura di base da parte dello spettatore. Ma se vogliamo educare il pubblico a un cinema “nobile” e di qualità dobbiamo ricorrere alla filmografia di Martone.