“Suspiro” il trio Suonno d'Ajere live al Maschio Angioino

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La cristallina canzone napoletana del trio Suonno D'Ajere trova accoglienza nel Maschio Angioino di Napoli. Per la 25esima edizione del Maggio dei Monumenti, sabato 11 maggio alle ore 20.30 l'appuntamento a ingresso libero è con la band che di recente ha pubblicato l'album Suspiro, una collezione che lascia risorgere alcune delle storie più intimiste e goliardiche e seduttive del canzoniere di Partenope.
Prima, l'uscita dell'omonimo singolo accompagnato da un videoclip ambientato nell'Auditorium Novecento - crocevia della musica napoletana lungo l'intero '900 - laddove queste tracce sono state registrate. Una composizione originale con cui il gruppo composto da Irene Scarpato (canto), Marcello Smigliante Gentile (mandolino. mandola, mandoloncello) e Gian Marco Libeccio (chitarra classica) ha partecipato e vinto il festival Sanremo Canta Napoli 2018.
Poi Scetate, da una poesia di Ferdinando Russo, il cui videoclip è stato lanciato in anteprima – per oltre un mese di proiezione – sui monitor del circuito Videometrò, piattaforma integrata che copre il sistema di trasporti che ingloba la linea 1 della metropolitana, le funicolari, la cumana, la circumvesuviana e la circumflegrea.
Quindi, più ultimamente, la versione crime-comedy di "'O guappo 'nnammurato", immortale creazione di Raffaele Viviani, in cui Scarpato diventa assassina amorosa. Che ama e sevizia. E i suonatori Libeccio e Smigliante Gentile sono costretti a sopportare tanto pericoloso fascino.


                                          

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

Dal video al palcoscenico ci vuole un istante. Ed è in scena che il trio ritrova la sua naturale simbiosi. Perché per i musicisti "la canzone napoletana non è una reliquia da museo o un corpo senza ossigeno da dover mummificare. Le sue storie sono testamenti da celebrare". Questa l'intenzione e l'ambizione dell'ensemble che nel nome evoca il singolo omonimo di Pino Daniele incluso nel disco Terra mia (1977): ideale punto di connessione tra il classicismo popolare mediterraneo e l'ostinata ricerca di essere contemporanei. "Il nostro progetto – racconta il trio Suonno D'Ajere – nasce tre anni fa dall'esigenza di studiare la nostra memoria storica musicale. La canzone classica napoletana è un mondo vastissimo dal quale emergono solo alcuni brani, spesso non i migliori e spesso legati ad un'immagine stereotipata della città. In un momento storico di sviluppo turistico di questi luoghi e della cultura noi decidiamo di approfondire la storia che ci appartiene, per porre accanto alla visione, seppure stupenda, di Partenope un aspetto contenutistico e emozionale che possa essere di spessore e anche inedito e sorprendente. Il concerto al Maschio angioino vuole regalare tutto ciò ai conterranei e ai turisti così che, insieme, possano vivere l'esperienza di una Napoli rappresentata nelle più ardite sfaccettature. Avere il Castel Nuovo tutto per noi, nel 'Maggio dei Monumenti', è un traguardo. È il risultato di tanto lavoro fatto in questi pochi anni e ci racconta che la nostra idea, seppure complicata e scivolosa, riesce ad arrivare ai cuori e alle menti di chi ascolta. La volontà è che questo concerto possa essere un punto di partenza per portare il lavoro cui ci stiamo dedicando ovunque, da ambasciatori della cultura musicale di questa terra. Che ha ancora parecchie storie da raccontare".
 
Nel concerto Suspiro la band viaggia dentro le melodie e i ritmi, circumnaviga le serenate e le canzoni umoristiche per far tornare alla luce – oggi – quel mistero e quella sapienza compositiva e di interpretazione che ha reso la canzone napoletana una disciplina. Alias un patrimonio immateriale. Suonno D'Ajere perché il trio propone brani meno diffusi, se non inesplorati, con il desiderio irremovibile di restituire dignità e spessore a questa tradizione, slegandola dall'immagine di vetrina e cercandone l'intimità e l'essenza. La scelta stessa della strumentazione richiama le formazioni da "posteggia" del primo '900 però l'esecuzione ha un approccio ben più filologico, lontano da quello passeggero di strada. L'effetto è un mix suadente e fisico di architettura popolare e mood classico, tentazioni andaluse e di fado e folk, ed è il crocevia fragile e sensuale tra questi mondi.
È il cardine della canzone napoletana, sia detto.
 

            
L'album Suspiro, pubblicato su etichetta ad est dell'equatore, è l'opera prima del trio Suonno d'Ajere. Una collezione di dieci titoli registrata da Fabrizio Piccolo all'Auditorium Novecento – negli ambienti dove nacque la Phonotype Record – che ripercorre le molteplici sfumature stilistiche di quest'arte mediterranea: c'è il teatro, c'è la canzone di sceneggiata e la serenata. E c'è la canzone che sa e vuole essere umoristica. Di traccia in traccia si attraversa il linguaggio di Ferdinando Russo (Scetate) e la lingua di Raffaele Viviani ('O guappo 'nnammurato). E poi il verbo di Libero Bovio ('E ppentite), quello di Ernesto Murolo (Nun me scetà) e di Salvatore Di Giacomo (Serenata napulitana).
Fino a completare l'itinerario con l'inedito Suspiro, appunto.
Un soffio che battezza l'album di esordio. Un sussurro armonioso, riappacificante, con una tradizione dispotica che può fare arrossire. Allora Suspiro diventa non un'opera rétro e anacronistica. È il sapiente equilibrio di filologia e tentazioni contemporanee.
La volontà religiosa di avere fede nel canzoniere e nella madrelingua del golfo. Senza imbarazzi.