Storie di donne: Lulù

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Storie di donne: Lulù

E allora gliel'ho detto che sono "stanca".
Ho preso coraggio e gliel'ho sussurato in lacrime.
Ma continua a essere lì, a domandarmi "come stai?" ogni volta che viene da me.
Ma a me esce solo che sono stanca e sembra che lui non voglia capire.

Sono mesi ormai che è così, ma non ho più forze per far finta che sia normale.
Insieme siamo tutto è vero, ma un tutto fatto di bugie, di telefonate anonime e di messaggi in codice.
Perché c'è altro nelle nostre vite e ormai non siamo che il ricordo di ciò che potevamo avere.

Rubiamo attimi di felicità stando insieme a tempo limitato.

Mentiamo per poterci abbracciare.
E facciamo finta di avere altre cose urgenti da fare per poterci dire "mi sei mancato".
E io sono stanca di tutto questo.

"Sono stanca, sai?"
Stanca di amarti in silenzio.
Di desiderarti con me.
Perché non lo capisci?

Oggi mi fai più male che bene.
Oggi ti vedo e non spero più in nulla.
Ti guardo... e non credo più a nulla.
Eppure sto qua, immobile.
Aspettando una tua chiamata. 
O aspettando che tu risponda a una mia chiamata.
Comunque, aspettando.
E non voglio più farlo.

La parte più bella di te io neanche la conosco eppure la mostri al mondo orgoglioso.
A me, invece, foto e video, come a un estraneo.

Allora dimmi, che senso ha ancora continuare?
A che serve?
Abbiamo scelto.
Quindi per cosa dovrei combattere oggi?

Neanche ci salutiamo se ci vediamo per strada.
Ma continuo a sentirti.
E quando, per sbaglio, ci troviamo nello stesso posto, in mezzo alla gente, sembra che io sappia che tu sia lì.
È come se qualcosa nel mio cuore mi dicesse di voltarmi.
E allora mi giro... e tu... 
Tu sei lì, ogni volta.
Ma devo far finta che non sia così. 

Se ho bisogno di te, mi basta pensarti e proprio come se tu mi avessi sentita, mi chiami.

Legati.
Ecco cosa siamo.
Stupidi a non averlo capito!
E orgogliosi al punto tale da far finta che non fosse vero, nulla.

Rimarrò sempre dell'idea che io e te saremmo potuti essere quello che tutti cercano, ma sono stanca di continuare a nutrire quella rete di bugie in cui ci siamo nascosti.
Non rimpiango nulla, bada bene.
Ma sono stanca di pensare come sarebbe potuto essere.
E visto che, quando sono con te, il mio cervello non è mai in pace con la mia bocca, te lo sto scrivendo.
Così non potrai dire che non hai capito e io non potrò sbagliare a parlare, farfugliando frasi senza senso.

Sono stanca.
Stanca di non poter essere solo tua.
Stanca di non poter più respirare.
Stanca di non potermi godere mezza giornata con te.
Perché io sono più bella quando ci sei tu. E anche tu quando ci sono io.

E credimi se te lo dico, sto pregando Dio affinché io possa vederti insieme a lei, felici, mano nella mano.
Così i miei occhi potranno urlare al mio cuore che non sei mio.
Che erano tutte bugie e che non abbiamo fatto altro che illuderci.

Sono Lulù, ho quarant'anni.

Sono quella che  siede al suo fianco, nella sua macchina, senza poterlo abbracciare.

Sono quella che in mezzo alla strada non può tenerlo per mano.

Sono quella che se lo vede tra la gente, fa finta di non conoscerlo, mascherando la voglia che ha di corrergli incontro.

Sono l'altra.

Sono quella che tutti considererebbero la sua puttana se si venisse a sapere.

Per lui, invece, sono solo la sua piccolina e io mi sento la donna più felice del mondo quando mi chiama così
 

 

Storie di donne, Rosanna Pannone.

 

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