Sensazionale scoperta di Alberto Angela al Mann: l’olio di oliva più antico ritrovato - video

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Durante l’affollatissima conferenza stampa di Stanotte a Pompei al Mann di Napoli, oramai Alberto Angela è entrato a far parte delle leggende rock, anche le presentazioni dei suoi libri hanno file di centinaia di metri, il paleoantropologo ha presentato con estremo orgoglio una bottiglia di vetro con dentro del grasso biancastro, non é altro che olio d’oliva solidificato, che Alberto Angela ha scoperto semplicemente facendo delle foto con il suo cellulare tra le migliaia di reperti che sono ammassati nei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

                 
«Durante le riprese che stavamo realizzando nei depositi del Mann – racconta Alberto Angela in conferenza stampa – che sono qualcosa di straordinario, una specie di grotta delle meraviglie con settore affreschi, settore bronzi, settore statue, settore vetro ed io ne rimango sempre estasiato, di solito, quello che si vede dentro la vetrina al museo, nei depositi si vede in centinaia e migliaia di volte e questo fa capire la ricchezza del nostro patrimonio

               
Poi Alberto Angela mostra un affresco cui si vede una bottiglia con dentro dell’olio e una forma di pane e continua a spiegare:
«Questo è un bellissimo affresco che abbiamo filmato e rappresenta una bottiglia con dell'olio con una forma di pane, queste erano già le porzioni pronte da spezzare, i romani erano molto pratici. Mentre stavamo facendo le riprese sempre di corsa, non si ha mai tempo, stavamo nel settore vetri, dove ci sono questi reperti, e, a un certo punto, finito il mio intervento e la troupe si è spostata da un'altra parte, io ho iniziato a fare un po' di foto con il cellulare, c’erano delle luci giuste, era una cosa chiaramente personale. Cercavo un bicchiere che avevo visto, che se l'avessi trovato a un mercatino non gli avrei dato due lire, in realtà, è un bicchiere romano con tanti cuoricini in rilievo, in realtà sono foglie d'edera, ma sembrano dei cuoricini e volevo fotografarlo, ma non lo trovavo perché era stato riposto. Il mio sguardo è caduto in una cassetta, dove c'era una bottiglia, molto simile a questa dell’affresco. La bottiglia aveva qualcosa dentro ed è rimasto sigillato, è qualcosa che risale all'epoca dell'eruzione, una bottiglia con dentro qualcosa che ha attraversato i secoli. È stata ritrovata in epoca borbonica, ed è rimasta lì a riposare per generazioni dentro i depositi. E ci siamo chiesti come mai stava lì…»