I De Filippo “Il Mestiere In Scena” in mostra fino al 24 marzo a Castel dell’Ovo a Napoli

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I De Filippo “Il Mestiere In Scena” in mostra fino al 24 marzo a Castel dell’Ovo a Napoli

Il 24 marzo chiuderà la mostra Il mestiere in scena dedicata alle Famiglie Scarpetta-De Filippo nella prestigiosa location di Castel dell’Ovo a Napoli. La mostra è stata curata da Carolina Rosi, ultima compagna del compianto Luca De Filippo, il figlio di questi Tommaso e Alessandro Nicosia.

La mostra si articola in diverse sezioni: poesia, cinema, il teatro di Eduardo, Eduardo all’estero, il teatro di Luca, il teatro San Ferdinando, Pulcinella. Tuttavia, essa è molto di più perché coinvolge il visitatore nella realtà di una Napoli che è rimasta quella descritta nelle commedie del teatro scarpettiano ed eduardiano, in particolare, con i suoi odori e sapori, con la realtà dei vicoli dove “non entra il sole neppure a mezzogiorno” e il suo dialetto-lingua parlato da una umanità tormentata e forse rassegnata al suo destino.

Eduardo aveva un rapporto conflittuale con Napoli ed era un uomo dal carattere spigoloso e suscettibile, ma, non tutti conoscono, il tormento della sua anima di fronte ai tanti progetti ideati per la città di Napoli e resi vani dalle istituzioni ottuse e poco lungimiranti ed altresì la sua funzione di capocomico e direttore di compagnia teatrale che doveva “vestirsi di carattere” al pari di Shakespeare e Molière per non essere sopraffatto dagli attori e le loro rivendicazioni salariali e non.

Catalogo Mostra

Tutti sanno dei tormentati rapporti tra Peppino e Titina che spesso assumeva il ruolo di mediatrice, ma pochi sanno che Peppino si recò a Roma per abbracciare suo fratello in occasione della morte della piccola Luisa, figlia di Eduardo e Enrichetta (Thea) Prandi. A questo proposito Luigi De Filippo, figlio di Peppino ,diceva : “Ci domandiamo sempre sulle cause del litigio tra i due fratelli: a me sembra un miracolo che abbiano recitato insieme per ben undici anni nella Compagnia del teatro Umoristico!”.

Tutti sanno dell’impegno sociale e civile di Eduardo soprattutto nei confronti dei ragazzi dell’Istituto Filangieri e di Nisida, ma pochi conoscono i reali motivi di concedere, anzi regalare alla città di Napoli il teatro San Ferdinando che doveva essere una fucina di nuovi talenti e un punto di aggregazione per i giovani di un quartiere difficile, “a rischio”.

Tutti conoscono almeno una poesia di Eduardo, ma non sanno che lui amava recitarle dopo gli spettacoli ed erano frutto di una attenta riflessione sui personaggi delle commedie che scriveva:«Mi succedeva a volte, scrivendo una commedia di impuntarmi su una situazione da sviluppare in modo da poterla agganciare più avanti ad un’altra e allora, messo da parte il copione… mi mettevo davanti a un foglio bianco e buttavo giù versi che avevano attinenza con l’argomento e i personaggi del lavoro interrotto…».

Tutti conoscono il profondo legame tra i fratelli De Filippo e Totò ma pochi sanno che le partecipazioni del “principe della risata” ai film di Eduardo erano completamente gratuite perché egli si sentiva ri-pagato in amicizia e stima.

Tutti ricordano le polemiche suscitate dal conferimento del premio Nobel per la letteratura a Dario Fo ma pochi sanno che la nomina di Eduardo a senatore a vita fu quasi rifiutata dallo stesso per umiltà e consapevolezza di non poter assistere con continuità alle attività parlamentari.

Noi abbiamo avuto la fortuna di vedere dal vivo Eduardo, Peppino, Luca e Luigi lavorare in teatro e per il teatro.

Un ultimo ricordo di Eduardo al Palazzetto dello sport di Napoli quando, ormai quasi cieco, ritornò a pochi mesi prima della sua morte. In un silenzio irreale recitò alcune poesie e per ultima quella dedicata alla sorella Titina con voce malferma e rotta dal pianto. Si sentì urlare tra gli applausi che ruppero il silenzio: “ Eduà si grande!” E lui rispose: “Tutto questo è vita che mi date!”.

Vi suggeriamo di acquistare il catalogo della Mostra edito da Skira se proprio non avete tempo, leggere le opere dei De Filippo e le poesie di Eduardo e ancora andare a teatro perché “Il teatro è vita. Io ho rispettato la vita come rispetto il teatro” (Eduardo).